L’espressione accusativo con l’infinito si riferisce propriamente a una costruzione della grammatica latina classica in cui un verbo di dire (o di pensare, giudicare, sentire, ecc.) regge una proposizione [...] i Pagani libri VII, volgarizzamento di Bono Giamboni, con note di Francesco Tassi, Firenze, T. Baracchi.
Migliorini, Bruno (1960), Storia della lingua italiana, Firenze, Sansoni.
Segre, Cesare (1963), Lingua, stile e società, Milano, Feltrinelli. ...
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La più antica grammatica italiana che si conosca è trasmessa, anonima, dalle prime carte del codice Reginense Latino 1370 della Biblioteca Apostolica Vaticana (nota perciò come Grammatichetta vaticana; [...] a Parigi): si fregia del titolo di Grammatica filosofica della lingua italiana (18352), anche se poi l’ammirazione per César Chesneau Du Marsais, più volte esibita, si congiunge alla condanna puristica dell’Ortis foscoliano, accusato di essere «un ...
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Ausiliari (dal lat. auxilium «aiuto» + -āris) si chiamano alcuni verbi che, oltre al loro uso e significato autonomi (➔ modi del verbo), se impiegati in unione con le forme non finite di altri verbi, svolgono [...] con un participio passato che abbia tuttavia un soggetto agentivo espresso o sottinteso: Casca ebbe il braccio ferito da Cesare; il direttore vuole il lavoro terminato per domani. Si noti, tuttavia, che nei due esempi citati i participi fungono ...
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Il termine classicismo, che appare all’inizio dell’Ottocento, deriva dell’aggettivo sostantivato classico, a sua volta prosecuzione del lat. classicus, nell’accezione di «autore eccellente, da imitare». [...] Maria Manni e Giuseppe Corticelli. Su posizioni più strettamente tradizionaliste si attestava, infine, il letterato veronese Giulio Cesare Becelli, sostenendo la tesi estrema secondo cui l’italiano scritto doveva restare una lingua immobile e ‘morta ...
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Il periodo ipotetico (detto meno spesso costrutto condizionale) è una costruzione formata da due frasi, la principale (detta apodosi, cioè «conseguenza») e una subordinata ipotetica (detta protasi, cioè [...] palese assurdità della conseguenza per screditare una premessa:
(28) se tu sei una persona sincera io sono Giulio Cesare
Il costrutto controfattuale è, come la ➔ metafora, un gioco dell’immaginazione, che ci fa ipotizzare una situazione impossibile ...
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L’inquadramento e la descrizione del linguaggio economico (o, meglio, della lingua dell’economia e della finanza; Dardano 1998: 65-69; Rainer 2006: 2148-2149) come linguaggio settoriale (➔ linguaggi settoriali) [...] 1983: 39, tra i quali Ferdinando Galiani, Antonio Genovesi, Gaetano Filangieri, Gian Rinaldo Carli, Pietro Verri e Cesare Beccaria) viene delineato e giunge a maturazione (epistemologica e accademica ma anche linguistica; Finoli 1947 e 1948) il ...
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I dialetti liguri coprono l’intero territorio della Liguria, caratterizzato da un’accentuata tendenza al particolarismo per la distribuzione dei solchi vallivi e dei crinali montani, attenuata soltanto [...] (Edoardo Firpo in poesia, il teatro di Gilberto Govi) e l’affermarsi nell’uso letterario di varietà dialettali periferiche (Cesare Vivaldi, Paolo Bertolani). La poesia in genovese urbano non ha disdegnato negli ultimi anni, però, il recupero di una ...
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Pier Paolo Pasolini nacque a Bologna nel 1922 e morì a Roma nel 1975. Dell’esperienza espressiva straordinariamente multiforme di Pasolini, che fu, oltre che scrittore, anche regista cinematografico, ricordiamo [...] ingenerose) furono le critiche mosse a Pasolini.
Dalla sponda linguistica e storico-linguistica gli si rimproverò (soprattutto da Cesare Segre) un uso troppo disinvolto della terminologia (diacronico, ad es., usato nel senso di «sorpassato») e della ...
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POLITI, Alessandro
Maria Pia Paoli
POLITI (Puliti), Alessandro. – Nacque a Firenze 10 luglio 1679 con il nome di Alessandro Giuseppe Maria, da Giovanni e da Vittoria Manelli.
Educato nelle scuole della [...] dove trovarono posto altre dissertazioni di Politi.
Interessatosi da tempo al martirologio romano curato dal cardinale Cesare Baronio, che Politi giudicava non buon conoscitore del greco, ne anticipò alcune correzioni nella lettera latina indirizzata ...
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Torquato Tasso (Sorrento 1544 - Roma 1595) affrontò nella sua opera il più ampio ventaglio di generi testuali, sia in prosa che in versi. Sono in prosa i ventisei Dialoghi di vario argomento (la nobiltà, [...] durò a lungo, fino a diventare materia di commedia (cfr., per es., L’ariostista e il tassista, 1748, del veronese Giulio Cesare Becelli).
Tasso subì l’ostracismo dell’Accademia della Crusca, che non lo inserì tra gli autori spogliati per le prime due ...
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Cesare
Céṡare s. m. – 1. Titolo distintivo degli imperatori romani, derivato dal cognome del generale, triumviro e dittatore Gaio Giulio Cesare (100 o 102 - 44 a. C.). 2. Nell’Impero bizantino, in origine titolo dell’imperatore associato al...
cesio1
cèṡio1 agg. [dal lat. caesius «grigio azzurro, verdastro»], letter. – Azzurro chiaro, celeste, detto per lo più degli occhi: gli occhi tuoi cesii (D’Annunzio); come s. m., il c., il colore cesio.