Amman
P. Cuneo
‛Ammān (ebraico Rabbath Ammon; gr. Φιλαδέλϕεια)
Capitale dal 1922 del regno hashemita di Giordania. 'A. è sita nel Wādī 'Ammān, corrispondente a una parte della biblica regione di Moab [...] ancora inspiegabili, lunghe fasi di declino, confermate dal silenzio degli storici. L'abitato attuale è del tutto moderno, perché sviluppatosi nel corso del sec. 20°, a partire dal villaggio di circassi ivi installato dalle autorità turche ...
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Il concetto di ciclo o circolo è tipicamente greco, e caratterizza una concezione del tempo di chiara impronta naturalistica, basata sulla ciclicità: il ripetersi delle stagioni, il ciclico ripresentarsi [...] la versione originaria della teoria dell’«eterno ritorno», che in età moderna verrà ripresa da Nietzsche. Un altro esempio di ciclicità è la stoico classico – si opporrà la concezione biblica ebraico-cristiana, che concepisce il tempo come un fattore ...
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Bacone, Ruggero (ingl. Roger Bacon o Bachon) Filosofo e scienziato (Ilchester, Somersetshire, 1214 ca
forse Oxford dopo il 1292), detto talora per la sua vasta cultura Doctor mirabilis. Discepolo a Oxford [...] un più approfondito studio della Sacra Scrittura attraverso la conoscenza dell’ebraico, e anche la necessità di emendare il testo, corrotto da significato che non coincide però con quello più moderno) e anzitutto per la matematica che, seguendo ...
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cifre e cifrari
Leopoldo Benacchio
Per capirsi e per non farsi capire
Le cifre sono i simboli che utilizziamo per comporre i numeri: nel sistema di numerazione da noi adoperato sono quindi i simboli [...] per prelevare il nostro denaro. Nel mondo moderno, dove le operazioni automatiche tramite computer collegati da semplice per cifrare la parola Babele. La prima lettera dell'alfabeto ebraico (aleph) viene scambiata con l'ultima (taw), la seconda con ...
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Il complesso delle azioni umane nel corso del tempo, nel senso sia degli eventi politici sia dei costumi e delle istituzioni in cui esse si sono organizzate. Modernamente, anche tutto ciò che le condiziona [...] la concezione lineare costituisce la caratteristica distintiva della visione ebraica della s., e neppure di quella cristiana. A di recente, da un lato con la nascita della scienza moderna e lo sviluppo di nuove tecniche rivolte al dominio della ...
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secolarizzazione Termine entrato nel linguaggio giuridico durante le trattative per la pace di Vestfalia (1648), allo scopo di indicare il passaggio di beni e territori dalla Chiesa a possessori civili, [...] , che fa della s. uno dei tratti salienti della modernità, il termine ha perso la sua originaria neutralità e si invece, non esiste continuità tra l’escatologismo della tradizione ebraico-cristiana e l’idea illuministica di progresso, giacché quest ...
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Cristina Acidini
La formazione
Quando Michelangelo Buonarroti morì a Roma il 18 febbraio 1564, alla prodigiosa età di ottantanove anni, i protagonisti della politica, della religione, della cultura e [...] dialogo, caro a Michelangelo e al suo tempo, tra l’Antico e i moderni.
Al di là di un muretto e di un sottile corso d’acqua, Savonarola Sante Pagnini, studioso dell’Antico Testamento in ebraico. Anche sulle fonti testuali del programma figurativo le ...
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Religione
Rito segreto e oggetto sacro del rito; per estensione, realtà o verità nascosta, in alcuni casi trattata come dogma perché ritenuta rivelata da Dio.
Religioni antiche
Nell’antichità le religioni [...] a quello proprio delle grandi religioni di tipo ‘moderno’ o ‘sovrannazionale’ e della mistica tradizionale sia nella traduzione greca dei Settanta, misterium nella Vulgata) traduce l’ebraico sōd, che indica una cosa segreta in senso profano; ma ...
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Denominazione (propriamente «appartenente alla tribù di Giuda») con cui sono stati indicati gli Ebrei rimasti in Palestina dopo la distruzione del regno d’Israele (722 a.C.), quando l’intero popolo ebraico [...] Tempio nel 70 d.C. (➔ Ebrei).
Con il nome, moderno, di giudeo-cristianesimo si designa la corrente del cristianesimo primitivo, i .Giudeo-spagnola è invece la lingua mista di elementi ebraici e spagnoli, che risale all’espulsione degli Ebrei dalla ...
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Scrittore israeliano (Buczacz, Polonia, 1888 - Rĕḥōvōt 1970), dal 1909 residente in Palestina. Tutta la sua attività letteraria si è svolta nel mondo ebraico di cui ha usato la lingua. Dopo aver cominciato [...] ), Temol shilshom ("L'altro ieri", 1945); Shirah (post., 1971). In italiano sono editi i Racconti di Gerusalemme, sul composito mondo ebraico, antico, mitico e millenaristico, e moderno. Premio Nobel per la letteratura nel 1966 (insieme a N. Sachs). ...
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ebraico
ebràico agg. e s. m. [dal lat. tardo hebraĭcus, gr. tardo ἑβραϊκός] (pl. m. -ci). – Degli Ebrei, che appartiene o si riferisce agli Ebrei: la storia, la civiltà, la religione, la letteratura ebraica. Alfabeto e., l’alfabeto adoperato...
kibbuz
kibbùz (o kibbùtz) s. m. – Adattamento grafico del sost. ebr. qibbūṣ, che significa propr. «raccolta, adunanza» e indica, nell’ebraico moderno, le comunità agricole a gestione collettiva sorte in Palestina in seguito alla colonizzazione,...