Con la locuzione lingua cortigiana (o cortegiana o cortesiana) ci si riferisce a un’espressione usata nel dibattito di primo Cinquecento in relazione agli usi linguistici delle corti italiane (Milano, [...] meridionali: per es. il tipo io ero per il trecentesco io era (Giovanardi 1998: 24, in nota); e si consideri che, al bolognese Giovanni Filoteo Achillini, autore delle Annotationi della volgar lingua (1536), un trattato che rappresenta «l’estremo ...
Leggi Tutto
Per lingua delle cancellerie o cancelleresca può intendersi, in senso stretto, quella della corrispondenza ufficiale delle cancellerie tardomedioevali e rinascimentali e, in senso lato, quella di statuti, [...] dialettali: in questa prospettiva il testimone ottimale era il testo due-trecentesco, sia per la ben 10 statuti del XIV secolo e 30 del XV sono in lingua volgare. A Firenze i volgarizzamenti di importanti statuti come quello di Calimala (una ...
Leggi Tutto
La predicazione è stata lo strumento di comunicazione di massa che più a lungo e capillarmente ha operato in Europa e in Italia, importante sia come veicolo di conoscenza religiosa e orientamento morale, [...] per accoglierne gli alti contenuti concettuali. Bisognava costruire un vocabolario adeguato.
Certo, la predica ai laici e in volgare non era tenuta allo stesso grado di approfondimento di quella in latino e al clero o ai dotti. Perfino nel tradurre ...
Leggi Tutto
CECI, Luigi
Tullio De Mauro
Nacque ad Alatri (Frosinone) il 27 febbr. 1859 da Vincenzo e Maria Minocci.
Restò sempre molto legato alla sua terra: diventato accademico famoso, ad Alatri acquistò e restaurò [...] riportava il dialetto d'Alatri non alla sua matrice latino-volgare, ma direttamente alle parlate degli Ernici; ma anche è futuro grande archeologo, a partire dal 17 apr. 1883. Baccelli era appena reduce dal discorso alla Camera del 28 febbr. 1883, in ...
Leggi Tutto
La parola regola, applicata a una lingua, ha due significati fondamentali: quello di «descrizione di un meccanismo della lingua stessa» e quello di «precetto, ammonizione per parlare o scrivere bene». [...] del discorso che sembra la regola d’apertura di una grammatica del volgare:
Sono le parti di gramatica VIII: nome, sì come Gioanni; da Dante:
Lo caldo sghermitor sùbito fue;
ma però di levarsi era neente,
sì avieno inviscate l’ali sue
(Inf. XXII, 142 ...
Leggi Tutto
La grammaticalizzazione è il fenomeno per cui forme linguistiche libere (per es., parole) perdono gradualmente l’autonomia fonologica e il significato lessicale, fino a diventare forme legate con valore [...] verbo principale, cominciò a diffondersi già nel latino volgare; ma il processo non si arrestò lì. 28)
L’attuale valore avversativo è derivato da contesti in cui però era accompagnato da una negazione, creando i presupposti per un’inferenza di ...
Leggi Tutto
Galileo Galilei nacque nel 1564 a Pisa, dove trascorse l’infanzia fino al 1574 e dove tornò dopo sette anni di studio nel monastero di Santa Maria di Vallombrosa, per i corsi universitari (1581-1585) e [...] diretta da A. Favaro).
Nel Cinquecento e Seicento, il latino era la lingua ufficiale della scienza, e tale rimase in Italia, latino, si sviluppasse una produzione libraria in volgare o che traduceva in volgare opere latine o scritte in latino.
Fu ...
Leggi Tutto
Il participio è un modo non finito del verbo (➔ modi del verbo), suddiviso in una forma detta passata (amato) e una presente (amante), entrambe continuazioni dirette delle forme equivalenti latine (amatus [...] vino sì buono che ne berebbe Cristo («a un suo compagno era capitato di dire che aveva un vino così buono che ...») ( oro, Il giardino dei Finzi-Contini).
Bembo, Pietro (1966), Prose della volgar lingua. Gli Asolani. Rime, in Id., Prose e rime, a cura ...
Leggi Tutto
Con la metafora dell’immagine di una lingua ci si riferisce ai giudizi e alle opinioni che su questa lingua sono prodotti da parlanti di altre lingue. Si tratta di giudizi intuitivi, non fondati su fatti [...] che la parla ha perduto il vigore degli antichi romani: ma siccome era vicino alla fonte da cui è uscita, è ancora, fra le lingue Per il già ricordato Pasquier l’italiano è appunto un volgare femmineo e molle perché «quasi tutte le parole terminano ...
Leggi Tutto
Ludovico Ariosto (Reggio Emilia 1474 - Ferrara 1533) trascorse quasi tutta la vita a Ferrara. Frequentò la società letteraria della corte estense, che stimolò i suoi primi esperimenti letterari in latino [...] avventura di Isabella; caduta in mano dei ladroni mentre era in viaggio per raggiungere il promesso sposo, Isabella è salvata , «che ’l puro e dolce idioma nostro, / levato fuor del volgare uso tetro, / quale esser dee, ci ha col suo esempio mostro» ...
Leggi Tutto
volgare1
volgare1 (ant. vulgare) agg. [dal lat. vulgaris, der. di vulgus «volgo»]. – 1. non com. Del volgo, degli strati socialmente, culturalmente ed economicamente inferiori della popolazione: usi, tradizioni, pregiudizî v.; nell’uso ant.,...
era
èra s. f. [dal lat. tardo aera «numero, cifra», propr. plur. di aes aeris «bronzo, rame»]. – 1. La più ampia divisione del tempo nella storia dei diversi popoli. Più particolarm., in cronologia, sistema di computo del tempo che prende...