I verbi predicativi sono ➔ verbi che hanno significato lessicale pieno e possono dare luogo autonomamente a un predicato verbale di senso compiuto; essi sono in opposizione ai verbi copulativi, che necessitano [...] dei verbi di una lingua, e si oppone, dal punto di vista descrittivo, a quella di verbi copulativi (per es., sembrare, parere, risultare, stare, restare, rimanere, diventare, divenire; ➔ copulativi, verbi), che hanno la necessità di appoggiarsi a un ...
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La formazione delle parole riguarda l’insieme dei meccanismi e dei procedimenti di cui una lingua si serve per costruire parole (dette più tecnicamente lessemi), e permette quindi il continuo arricchimento [...] i membri di una parte del discorso, altri in cui si può individuare una parte del discorso prevalente, ma non unica. Ad es., Scalise (1994) mostra che il suffisso -iera, usato per indicare oggetti che servono a contenere quanto indicato dal nome di ...
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Ogni lettera dell’➔alfabeto ha un nome, non sempre coincidente con il suono che essa rappresenta. Per giunta, il nome delle lettere può cambiare nel tempo o risentire dell’influsso di altre lingue. Per [...] illustrare il primo fenomeno, basti, per es., pensare all’abbecedario che si usava un tempo nelle scuole elementari (dal quale si imparava l’abbiccì), che mostra col suo stesso nome che in italiano le stesse lettere dell’alfabeto abbiano avuto nel ...
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Rappresentazione schematica sotto la forma grafica di un albero che si ramifica secondo sequenze dicotomiche. In linguistica si parla di c. soprattutto in riferimento all’albero genealogico, che costituisce [...] una funzionale rappresentazione dei rapporti tra lingue all’interno di una famiglia; si può però indicare anche qualunque altro tipo di struttura ramificata, per es. quella sintattica di una frase (➔ albero). ...
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PSICOLINGUISTICA
Domenico Parisi
(App. IV, III, p. 100)
La p. è nata negli anni Cinquanta, come frutto della collaborazione tra psicologi interessati al linguaggio e linguisti, e ha svolto un ruolo [...] diverse lingue. Inoltre, molte ricerche sono state dedicate a chiarire la natura dei compiti sperimentali usati nella disciplina (per es., il tempo necessario a decidere se una sequenza di lettere è una parola, oppure il tempo necessario per leggere ...
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Per variazione linguistica si intende l’importante carattere delle lingue di essere mutevoli e presentarsi sotto forme diverse nei comportamenti dei parlanti. La proprietà di un’entità di assumere diverse [...] di transizione costituito da una semivocale anteriore [ij], come nell’es. seguente, che contiene due varianti del pronome soggetto: [ˈ pronome di terza persona, ma non viceversa. L’inglese, per es., ha I wash myself, you wash yourself, come he was- ...
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Le congiunzioni sono elementi invariabili del discorso (➔ parti del discorso) che uniscono (lat. coniunctio, da coniungĕre «unire insieme») due elementi sintattici: elettivamente due frasi; nel caso delle [...] diversa da quella iniziale (eventualmente isolate da pause) e, in alcuni casi, la perdita dell’effetto sul modo verbale (per es., comunque quando non è seguito da un verbo al congiuntivo con valore concessivo, ma all’indicativo o al condizionale, e ...
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FONOLOGIA (v. fonetica, XV, p. 622; App. II, 1, p. 960; III, 1, p. 655)
Alberto M. Mioni
Studio funzionale della strutturazione fonica del linguaggio, cioè di come i suoni del linguaggio (foni) si organizzano [...] mediante l'applicazione di una serie di regole, per lo più ordinate, le più diverse forme concrete assunte dalla radice. Così, per es., in italiano, la e che alterna con ie (come in sied-o/sed-iamo) dovrà essere rappresentata in modo diverso dalle e ...
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Malgrado il suo nome antico (che fu recuperato solo in età rinascimentale, riferito a una subarea della regione attuale, così chiamata dopo l’Unità), il Lazio è una regione dalla fisionomia piuttosto recente. [...] ➔ participio passato con il pronome gli, per cui, ad es., nei dialetti dai Cimini fino al Tevere (Carbognano, Fabrica «questo», [ˈkwisːu] «codesto» e [ˈkwilːu] «quello»; [ˈɛkːo] «qui», [ˈɛsːo] «costì», [ˈɛlːo] o [ˈlɔko] «lì»; [kːuˈʃi] «così come ...
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La sonorizzazione è un fenomeno fonetico-fonologico per cui un suono (tecnicamente, un fono) sordo, a contatto con consonante sonora o in posizione intervocalica, diventa sonoro (➔ fonetica articolatoria, [...] li], in lombardo e piemontese [kaˈvɛːi] e in veneziano [kaˈveːi]), /t/ e /k/ cambiano solo il loro tratto sordo in sonoro (ad es., in lombardo si dirà [muˈneːda] e [ˈrøːda] per moneta e ruota, [ˈbraːge] e [fyrˈmiːga] per brache e formica; in emiliano ...
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es-
– Prefisso di molte parole derivate dal latino, che rappresenta l’ex- originario. Ha valore ora negativo-detrattivo (come in esautorare), ora intensivo (come in esclamare, esaudire); in molti verbi, e loro derivati, ha il sign. proprio...