CIONE di Baglione
Mario Pagano
Nacque a Firenze da un Baglione e da Ciuta figlia di Filippo di Lastra, presumibilmente verso la metà del sec. XIII. C. doveva essere diminutivo di "Uguic [c] ione" secondo [...] siculo-toscana. Veicolo d'amore sono gli occhi (5 17): "d'amore gli ochi son la prima porta" (qui basti il rimando a GiacomodaLentini: e "li occhi in prima generan l'amore"); amore è desiderio (777): "chamor nonn-è se non pur disïanza", il cui fine ...
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FILIPPO da Messina
Margherita Spampinato Beretta
Nulla si conosce di F., cui il codice Laurenziano Rediano 9 attribuisce solo il sonetto "Oi Siri Deo, con forte fu lo punto", B1 412, preceduto dalla [...] (pp. 160 s.) gli apparterrebbero anche "Si come il sol, che manda la sua spera", che A 334 (Vat. Lat. 3793) attribuisce a GiacomodaLentini e "Voria c'al dio d'Amor, a cui son dato", in A 349 adespoto, che Trucchi (I, p. 144) e Nannucci (I ...
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Perch'io non trovo chi meco ragioni
Mario Pazzaglia
. Sonetto (Rime XCVI) diretto da D. a Cino da Pistoia, presente, con la risposta di questi ‛ per le rime ' (Abba Abba; Cdc Cdc), in numerosi codici [...] Cino, in " Bull. Stor. Pistoiese " XXIII (1921) 172-176; XXV (1923) 69-72; ID., DaGiacomodaLentini a Francesco Petrarca, Napoli 1949, 24; G. Zaccagnini, Le rime di Cino da Pistoia, Ginevra 1925; Contini, Rime 142; D.A., Rime, a. c. di D. Mattalia ...
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adirarsi
. Sempre intransitivo pronominale. Nell'esempio di Pd XVIII 121 si ch'un'altra fïata [la mente di Dio, quindi Dio stesso] ormai s'adiri / del comperare e vender dentro al templo / che si murò [...] nel verbo il valore di " montare in collera ", o meglio, di " sdegnarsi ", valore del resto comune nella lingua trecentesca (cfr. per es. GiacomodaLentini S'io doglio no è maraviglia 22 e 29) e strettamente connesso col latino irascor (usato ...
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visaggio
Riccardo Ambrosini
Gallicismo - dal provenzale visatge: cfr. R. Bezzola, Abbozzo di una storia dei gallicismi italiani nei primi secoli (750-1300), Zurigo 1924, 228 e n. 5 - probabilmente sentito [...] come " allotropo colto " (Pagliaro, Ulisse 597 e 712) di ‛ viso ' nel significato di " vólto " (v. VISO); è attestato in rima daGiacomodaLentini (discordo Dal core mi vene 117 " non vedera[g]io / lo vostro bel visag[g]io "), P. Lanfranchi (L'altr ...
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vece (invece)
Ugo Vignuzzi
La forma, di scarsa frequenza (7 occorrenze, per lo più nella Commedia, spesso in rima; inoltre una volta rispettivamente nelle Rime e nel Convivio), a differenza dell'allotropo [...] 'anima " (Foster-Boyde, che citano a riscontro GiacomodaLentini Or come pote 12; per l'altra interpretazione, l'enjambement tra il sintagma, in rima, e la preposizione di retta da esso), e in XXXIII 145 questi [Michele Zanche] lasciò il diavolo in ...
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D (eufonica)
Si definisce eufonica la d delle forme ed (per e) e ad (per a). La definizione è legata all’idea che questa d serva a creare “un bel suono” (eufonico viene dal greco euphonìa ‘suono armonico’), [...] poteva essere usata anche con le forme né (ned), se (sed) e che (ched)
Né fu ned è né non serà sua pare (GiacomodaLentini, Poesie)
Sed e’ non s’ardessero, e’ se ne farebbe vèrmini (Marco Polo, Milione)
Voglio ched el conosca la falsanza (Iacopone ...
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Dante, i' non so in qual albergo soni
Vincenzo Pernicone
. È il sonetto (Rime XCVII) col quale Cino da Pistoia rispose per le rime al sonetto di D. Perch'io non trovo chi meco ragioni. La tradizione [...] e Cino, in " Bull. Stor. Pistoiese " XXIII (1921) 172-176; XXV (1923) 69-72; ID., DaGiacomodaLentini a Francesco Petrarca, Napoli 1949, 24; G. Zaccagnini, Le Rime di Cino da Pistoia, Ginevra 1925; Contini, Rime 143; D.A., Rime, a c. di D. Mattalia ...
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allungare
Sebastiano Aglianú
Nelle opere certamente dantesche a. è l'unica forma adottata dagli editori contro l'oscillazione dei manoscritti, di D. e di scrittori coevi, con ‛ alongare ' ‛ alungiare [...] ch'io mi sia guari allungato, indica la lontananza dalla donna amata, un topos per il quale a. è verbo quasi tecnico (cfr. GiacomodaLentini Troppo son dimorato 13 " s'io son alungato, / a null'om non af(f)isi "; Guittone " Con più m'allungo, più m ...
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disegnare
Vincenzo Valente
Usato nel senso di " delineare ", " raffigurare ", " dipingere ". S'incontra tre volte consecutive nello stesso capitolo della Vita Nuova: disegnava uno angelo sopra certe [...] che l'assonnar ben finga, dove i due termini sostanzialmente si equivalgono. Per il concetto di questi versi si ricordi GiacomodaLentini Meravigliosamente 4 ss. " Com'om che pone mente / in altro exemplo pinge / la simile pintura ".
In Pg XXII 74 i ...
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notaio
notàio (o notaro; ant. e region. nodaro) s. m. (f. -a, non com.) [lat. notarius (der. di nota «nota»), propr. «chi prende annotazioni durante un discorso», e nel lat. tardo «scrivano» al servizio di privati o della pubblica amministrazione...
bisticcio
bistìccio s. m. [der. di bisticciare]. – 1. Litigio non grave e passeggero, battibecco, scambio vivace di parole: i soliti b. fra suocera e nuora; un b. da bambini; s’è trattato di un b. tra innamorati. 2. Artificio stilistico, usato...