L’esigenza di ordinare in base a precisi parametri il panorama delle parlate dialettali d’Italia è stata avvertita fin dagli albori della dialettologia scientifica, anche se i tentativi compiuti in tal [...] linea Roma-Ancona, corrispondente per buona parte al corso laziale e umbro ripartire in tre aree: l’area mediana, che include il Lazio a est e a sud del corso del Tevere 1, pp. 12-26.
Pellegrini, Giovanni Battista (1975), I cinque sistemi dell’italo ...
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Alessandro Manzoni nacque a Milano nel 1785 dalla figlia di Cesare Beccaria, Giulia, moglie presto separata del ricco possidente Pietro Manzoni. Dopo un decennio trascorso in collegio dai padri somaschi [...] cosa sia l’uso. Alla fine del 1827, dopo il viaggio a Firenze, egli avvia la sua «verifica dell popolo la notizia della buona lingua e della buona pronunzia». Elaborò in Università italiana per stranieri.
Nencioni, Giovanni (1993), La lingua di Manzoni ...
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In un paese come l’Italia, per lunghi secoli senza unità politica e ancora oggi vivacemente policentrico e multilingue, le accademie, in particolare quelle sorte tra Cinquecento e Seicento, hanno avuto [...] suoi popoli ancor si facciano ricchi e si onorino di quel buono e bello che Iddio Ottimo Massimo ha dato loro, cioè l , Bologna, Zanichelli, pp. 208-229.
Nencioni, Giovanni (1989), Il contributo italiano alla lessicografia europea, in Id., Saggi di ...
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La parola regola, applicata a una lingua, ha due significati fondamentali: quello di «descrizione di un meccanismo della lingua stessa» e quello di «precetto, ammonizione per parlare o scrivere bene». [...] area italiana (nella fattispecie, il fiorentino di ➔ Dante, ➔ Francesco Petrarca e ➔ Giovanni Boccaccio) segue di circa fanno nel plurale in i, come è poeta poeti, amore amori, buonobuoni, ragione ragioni, mano mani» (Trissino 1986: 10).
Un terzo ...
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I fenomeni fonetico-fonologici che si verificano nella lingua parlata a confine di parola vanno sotto il nome, ormai tradizionale, di fonetica sintattica o fonotassi. Nella linguistica più recente si preferisce [...] segmento, sia due segmenti) con gli aggettivi buono (buon amico, buon diavolo), bello (bel divano, bel tipo), Italia dialettale» 63-64, pp. 87-103.
Marotta, Giovanna (2005), Il consonantismo romano. Processi fonologici e aspetti acustici, in Albano ...
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Il participio è un modo non finito del verbo (➔ modi del verbo), suddiviso in una forma detta passata (amato) e una presente (amante), entrambe continuazioni dirette delle forme equivalenti latine (amatus [...] fasi antiche della lingua italiana, fino a ➔ Giovanni Boccaccio, il complemento ➔ oggetto si colloca spesso prima del di tutti i figli nella casa materna, fui dato in custodia ad un buon prete (Alfieri 1996: I, 2)
(46) Venuto l’inverno, scese ...
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La regione Veneto, con una superficie di 18.380 km2, quasi cinque milioni di abitanti e sette province (il capoluogo Venezia, Belluno, Treviso, Verona, Vicenza, Padova, Rovigo), costituisce la parte più [...] ŋ] «pane», [boŋ] «buono»; ma non in [aŋˈkuzene] «incudine» e [ˈpano] «panno») e la /e/ resta quando è segno del plurale femminile. Il veneziano aggiunge la caduta di del dialetto veneziano, Venezia, Giovanni Cecchini.
Grafia veneta unitaria. Manuale ...
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Nelle frasi consecutive si esprime l’effetto dell’evento o dello stato di cose espresso nella principale o in una frase precedente:
(1) ha piovuto talmente tanto che il fiume è straripato
In quest’esempio [...] in modo così scorretto da essere considerato un poco di buono
(27) inoltre, mi auguro che la Finanziaria stanzi fondi il fiorentino del ’200 e l’italiano contemporaneo, «La lingua italiana. Storia, strutture, testi» 3, pp. 83-103.
Moretti, Giovanni ...
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L’etimologia (gr. etymología, lat. etymologĭa) è lo studio dell’origine delle parole. La sua tradizione risale a più di 2500 anni fa: riflessioni etimologiche si conoscono già dai tempi degli antichi Indiani [...] (redatte alla fine del XII secolo), il Catholicon (1286) di Giovanni Balbi, il De analogia huius nominis «verbum» et , pino, ecc., e parole più variabili nella loro forma, come buono, gennaio (< lat. januariu-), pipistrello (< lat. vespertiliu ...
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Ausiliari (dal lat. auxilium «aiuto» + -āris) si chiamano alcuni verbi che, oltre al loro uso e significato autonomi (➔ modi del verbo), se impiegati in unione con le forme non finite di altri verbi, svolgono [...] il più alto e il più forte della classe, alza un banco con una mano, mangia sempre, è buono (Edmondo De Amicis). Adoperato da solo, ha il venne questo spago trovato (Giovanni Boccaccio); a una seconda in cui venire è il corrispondente del lat. fieri ...
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overperformare (over performare) v. tr. In economia, e anche in senso estensivo (specialmente nel giornalismo sportivo), rendere più del previsto, offrire una prestazione superiore alle aspettative; sovraperformare. ◆ Nell’esercizio 2016 e nel...
rampelliano agg. e s. m. (f. -a) Che o chi si richiama alla linea politica di Fabio Rampelli. ◆ Riassunto delle precedenti puntate: il sindaco della capitale Gianni Alemanno qualche giorno fa aveva portato in consiglio comunale la delibera per...