Filosofo (Stoccarda 1770 - Berlino 1831). Dopo aver compiuto gli studî ginnasiali nella sua città, entrò nel 1788 nello Stift di Tübingen, una sorta di seminario protestante, dove ebbe come condiscepoli [...] attraverso il quale il concetto si divarica nel giudizio e si recupera, arricchito e realizzato, nel come momento dell'universalità etica, per giungere all'eticità quale sintesi di diritto e di morale che si articola a sua volta nei tre momenti ...
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In senso oggettivo, il complesso di norme giuridiche, che comandano o vietano determinati comportamenti ai soggetti che ne sono destinatari, in senso soggettivo, la facoltà o pretesa, tutelata dalla legge, [...] qui l’azione e la norma diventano termini di un giudizio in forza del quale si stabilisce se l’azione è per la sua esistenza; altrimenti non si spiegherebbe come un diritto possa costituirsi a favore di un incapace o anche, semplicemente, ...
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società Insieme di individui o parti uniti da rapporti di varia natura, tra cui si instaurano forme di cooperazione, collaborazione e divisione dei compiti, che assicurano la sopravvivenza e la riproduzione [...] all’amministrazione e di ottenere un rendiconto annuo.
Rapporti con i terzi. - La s. acquista diritti, assume obbligazioni e sta in giudizio per mezzo dei soci che ne hanno la rappresentanza. Salvo diversa pattuizione, la rappresentanza spetta a ...
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Ente dotato di potestà territoriale, che esercita tale potestà a titolo originario, in modo stabile ed effettivo e in piena indipendenza da altri enti.
Lo S. può definirsi come organizzazione di una comunità, [...] leggi: tali condizioni sono un’implicita conferma del suo giudizio sull’irreversibile decadenza del mondo moderno.
Anche per I uomini capaci di educare il popolo. Il popolo, di diritto fonte della razionalità, di fatto è ancora incapace di governarsi ...
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Virtù eminentemente sociale che consiste nella volontà di riconoscere e rispettare i diritti altrui attribuendo a ciascuno ciò che gli è dovuto secondo la ragione e la legge. In altre accezioni, il potere [...] parte ciò che la natura assegna a ogni essere diventa il suo diritto, e una misura comune di g., ossia di eguaglianza proporzionale, è l’atto impugnato devono essere rappresentati e difesi in giudizio da un avvocato (che viene nominato d’ufficio dal ...
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Botanica
F. biologica Insieme di piante che, anche se sistematicamente lontane, hanno in comune caratteri ecologici e di adattamento. Tra i vari sistemi di classificazione delle f. biologiche, il più noto [...] invece, una f. determinata dell’atto è richiesta non perché esso possa dirsi esistente o rilevante per il diritto, ma perché abbia valore di prova in un giudizio, quando fosse impugnato in tutto o in parte: e si dice allora che quella f. è voluta ad ...
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Matematico e filosofo (La Haye-en-Touraine 31 marzo 1596 - Stoccolma 11 febbraio 1650). Nel collegio dei gesuiti di La Flèche, seguì per nove anni (1605-1614) il consueto curriculum delle classi di grammatica, [...] a Poitiers il diploma di baccelliere e la licenza in diritto (1616). Gli esordî delle ricerche personali di D. si idealismo tedesco, Hegel e la successiva storiografia consolidarono questo giudizio, indicando nel cogito l'atto di nascita della ...
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Filosofo e scrittore (Ginevra 1712 - Ermenonville, Oise, 1778). Figlio di un orologiaio, non ebbe una regolare istruzione, e a soli tredici anni fu mandato come apprendista presso un incisore, occupazione [...] i fondamenti di una nuova società in grado di ristabilire "nel diritto l'uguaglianza naturale fra gli uomini"; si trattava di trovare i la conquista della ragione, della piena capacità di giudizio, l'affermarsi della coscienza morale: qui s ...
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Botanica
Si dice di parti od organi che non sono uniti fra loro o con altro organo; per es., i filamenti staminali l. (nella sofora e in altre Fabacee), che si contrappongono a quelli uniti o concresciuti, [...] cellulare, per es. la formazione delle ascospore nello sporangio.
Diritto
L. convincimento del giudice Con riferimento al processo civile, mediante il vaglio prudente delle prove assunte nel corso del giudizio (art. 116 c.p.c.), sulla base di ...
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(XIV, p. 447)
La riflessione etica degli ultimi decenni del 20° sec. si presenta estremamente variegata e soggetta ad alcune importanti svolte che rispecchiano spesso mutamenti di sensibilità intervenuti [...] considera la natura di per se stessa fornita di diritti e dotata dunque di un intrinseco valore morale. Notevoli 'teoria dell'errore' a proposito delle dottrine che considerano i giudizi morali asserzioni vere o false su valori che esistono di per ...
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giudizio
giudìzio (ant. giudìcio, iudìcio) s. m. [dal lat. iudicium, der. di iudex -dĭcis «giudice»]. – 1. a. L’attività logica del giudice, consistente nell’applicare le norme di legge al fatto da lui accertato: g. di fatto, se le questioni...
pregiudìzio (ant. pregiudìcio) s. m. [dal lat. praeiudicium, comp. di prae- «pre-» e iudicium «giudizio»]. – 1. Nel diritto romano, azione giuridica precedente al giudizio, e tale da influire talvolta sulle decisioni del giudice competente....