Assumiamo convenzionalmente che l’età umanistica e rinascimentale coincida con i secoli XV e XVI. È questa l’epoca, in Italia come negli altri paesi dell’Europa occidentale, dell’emergere delle lingue [...] e il tipo di italiano che egli scrive. Il grande poligrafo Pietro Aretino, attivo prima a Roma poi a (Bildung und Wissenschaft im Zeitalter der Renaissance in Italien).
Patota, Giuseppe (1993), I percorsi grammaticali, in Serianni & Trifone 1993 ...
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Canzone
Gianni Borgna
La canzone e i suoi usi cinematografici
Uno dei più attenti studiosi dell'argomento, Ermanno Comuzio (1987), ha classificato almeno cinque tipi possibili di uso della c. nel film, [...] come Botta e risposta (1950) di Mario Soldati (protagonista, tra gli altri, il grande Louis Armstrong), Il microfono è vostro (1952) di Giuseppe Bennati, Ci troviamo in galleria (1953) di Mauro Bolognini. Iniziavano comunque a manifestarsi alcune ...
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Il Settecento fu un secolo decisivo per le sorti della lingua italiana, investita dalle grandi innovazioni culturali del periodo, che mettono in moto il processo destinato a modernizzarne le strutture, [...] Toscana, la lingua comune, s’intende di matrice letteraria, sta penetrando e diffondendosi nel parlato soprattutto nei grandi centri. Giuseppe Baretti nota come in ciascuna regione d’Italia accanto al «dialetto particolare», usato da chiunque «nel ...
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Con la locuzione lingua cortigiana (o cortegiana o cortesiana) ci si riferisce a un’espressione usata nel dibattito di primo Cinquecento in relazione agli usi linguistici delle corti italiane (Milano, [...] saldasse i siciliani, la lirica toscana del Duecento, i grandi poeti del Trecento, gli autori moderni non vernacolari» ( Roma, Salerno Editrice, pp. 129-171.
Antonelli, Giuseppe (2003), Tipologia linguistica del genere epistolare nel primo Ottocento ...
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La predicazione è stata lo strumento di comunicazione di massa che più a lungo e capillarmente ha operato in Europa e in Italia, importante sia come veicolo di conoscenza religiosa e orientamento morale, [...] della comunicazione dal pulpito: la drammatizzazione oratoria viene declinata in commozione e poesia (raccomandata dal grande erudito don Giuseppe De Luca), invece che in teatralità e narrazione; per il resto poche novità.
Questa caratteristica ...
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di Bruno Moretti
Il termine mistilinguismo è usato correntemente come sinonimo di plurilinguismo sia per i casi in cui in una comunità sono presenti due o più lingue, sia per i discorsi prodotti da un [...] specialmente nell’ambito della narrativa di gestes e dei grandi romanzi di argomento classico e arturiano non meno che Casella, G. Ronchi & E. Varasi, Milano, Mondadori.
Belli, Giuseppe Gioachino (1952), I sonetti, a cura di G. Vigolo, Milano, ...
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Cultura ebraica
Piero Morpurgo
Una valutazione della cultura ebraica e del suo rapporto con la produzione federiciana non può prescindere dalla profonda influenza che il mondo ebraico ebbe nel contesto [...] si occupò di glossare i testi sacri e redasse un Trattato sui grandi cetacei. Mosè ibn Tibbon ritiene che il mondo della natura sia i propri ragionamenti. Si consideri poi ‒ osservava Giuseppe Sermoneta ‒ che la prospettiva federiciana vide "negli ...
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La lingua del testo teatrale è un tipo di ➔ lingua scritta in cui gioca un ruolo primario la dimensione dell’oralità: il testo si realizza infatti nel divenire di un evento, lo spettacolo teatrale, caratterizzato [...] di ampi pubblici anche grazie all’emergere del fenomeno dei grandi attori (Eleonora Duse, Ermete Zacconi e altri) che si Diego Fabbri con La bugiarda (1956); per quella napoletana, Giuseppe Patroni Griffi con In memoria di una signora amica (1963) ...
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Nei protocolli della linguistica moderna per linguaggio poetico si intende un particolare uso della lingua finalizzato a ottenere la comunicazione attraverso l’evidenza e la valorizzazione degli strumenti [...] se qui ha contato pure la somiglianza col latino) per la grande prevalenza di monottonghi in parole chiave (core, foco, loco, l’empia
sorte non fenno
o ricordare dall’Ernani di Giuseppe Verdi (libretto di Francesco Maria Piave) l’«aragonese vergine ...
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Danza
Sergio Miceli
La danza nel cinema
Eventi, temi e modelli coreutici nel cinema subentrano alla gestualità 'naturale' ‒ così definita per necessità di distinzione, benché frutto essa stessa di un [...] times, 1936, Tempi moderni; The great dictator, 1940, Il grande dittatore); a Totò, ancora come costante, ma in particolare in John Landis, da Non c'è pace tra gli ulivi (1950) di Giuseppe De Santis a Allonsanfàn (1974) e Il prato (1979), entrambi di ...
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sovranità alimentare loc. s.le f. Il diritto dei popoli a gestire le proprie risorse alimentari avendo come fine primario esclusivamente la soddisfazione delle esigenze delle persone, sulla base di una produzione sostenibile, rispettosa del...
famìglia s. f. [lat. famĭlia, che (come famŭlus «servitore, domestico», da cui deriva) è voce italica, forse prestito osco, e indicò dapprima l’insieme degli schiavi e dei servi viventi sotto uno stesso tetto, e successivamente la famiglia nel...