L’ordine degli elementi di una struttura sintattica (come un sintagma o una frase) è un parametro cruciale negli studi linguistici, principalmente in quelli di tipologia. A partire dalla struttura della [...] Sheila, non li voleva i suoi consigli, e che ne sapeva Matteo di quel che si soffre in certi casi? (Fallaci, Insciallah)
se la prima gli era paruta amara, questa gli parve amarissima (Giovanni Boccaccio, Dec. VIII, 6)
c. Quelli che moiono, bisogna ...
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Si intendono per volgari medievali d’Italia le varietà linguistiche diverse dal latino scritte in Italia nel medioevo e nel primo Rinascimento prima dell’imporsi del fiorentino, chiamato ben presto toscano [...] in volgare. Interamente in volgare sono le Arringhe del notaio Matteo dei Libri, un trattato di oratoria pubblica redatto nella seconda che a Venezia è già riflesso nell’opera poetica di Giovanni Quirini (1295 - 1333 circa). Nella prima metà del ...
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L’area umbro-marchigiana, anche a causa della sua conformazione geografica, è stata interessata da vicende storiche piuttosto complesse, sebbene la geografia non le abbia assegnato confini naturali rigidamente [...] 1880-1925), mentre nel resto della regione troviamo Matteo Innamorati (1809-1853), della zona folignate, L’Umbria, in Cortelazzo et al. 2002, pp. 485-514.
Moretti, Giovanni (1987), Umbria, in Profilo dei dialetti italiani, a cura di M. Cortelazzo ...
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La vicenda biografica di Giovanni Boccaccio, nato a Certaldo (o a Firenze) nel 1313 da famiglia benestante del contado fiorentino, e morto nello stesso borgo della Valdelsa nel 1375, è di primaria importanza [...] di Messina» 8-10, pp. 131-154.
Palumbo, Matteo (2008), I «motti leggiadri» nella sesta giornata del “ Liviana.
Rafti, Patrizia (1996-2001), «Lumina dictionum». Interpunzione e prosa in Giovanni Boccaccio, «Studi sul Boccaccio» 24, pp. 59-121; 25, pp. ...
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Si definiscono frasi infinitive quelle frasi (sia principali che subordinate) in cui il predicato è costituito da un verbo all’infinito. La frase infinitiva può comparire in varie costruzioni, e cioè: [...] guardare altri fogli e l’occhio mi cadde, all’inizio dell’evangelo di Matteo, sull’immagine di un uomo (Umberto Eco, Il nome della rosa, d’oro, Il giardino dei Finzi-Contini).
Boccaccio, Giovanni (1985), Decameron, a cura di V. Branca, Milano ...
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La più antica grammatica italiana che si conosca è trasmessa, anonima, dalle prime carte del codice Reginense Latino 1370 della Biblioteca Apostolica Vaticana (nota perciò come Grammatichetta vaticana; [...] Fortunio 1999), e ne era autore un umanista e uomo di legge, Giovanni Francesco Fortunio, che si trovava allora in qualità di podestà ad Ancona, dei dialetti toscani, poi ridotta e tradotta da Matteo Bartoli e Giacomo Braun nel 1901.
Lo sviluppo ...
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ARISTIPPO, Enrico
Ezio Franceschini
Ignoti sono l'anno, il luogo di nascita e la stessa nazionalità. Il primo è, comunque, da porsi con ogni probabilità nel primo ventennio del sec. XII; circa il secondo, [...] contro Salerno per far fare ad essa la stessa fine. Matteo d'Ajello, salernitano di nascita, si rivolge ai regis trascrivere nell'attuale Vat. lat. 2063 da un esemplare di Giovanni Conversini da Ravenna e spinse Leonardo Bruni a farne una nuova ...
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BERTONI, Giulio
Aurelio Roncaglia
Nacque a Modena da Giuseppe e da Adele Baroni il 26 ag. 1878. Nella città natale cominciò gli studi secondari, terminati poi al liceo Gioberti di Torino (1897). Ad [...] Carlo Sigonio era continuata viva e feconda fino a Giovanni Galvani, i cui scritti sulla poesia dei trovatori costituirono alle ricerche rinascimentali con un volume di Nuovi studi su Matteo Maria Boiardo (Bologna 1904), e continuava a pubblicare con ...
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Assumiamo convenzionalmente che l’età umanistica e rinascimentale coincida con i secoli XV e XVI. È questa l’epoca, in Italia come negli altri paesi dell’Europa occidentale, dell’emergere delle lingue [...] volgare nei nomi di ➔ Dante, ➔ Francesco Petrarca e ➔ Giovanni Boccaccio e in latino nel movimento umanistico, fondato dallo stesso Petrarca di Leon Battista Alberti e la Vita civile di Matteo Palmieri (1406-1475), dediti a teorizzare un modello ...
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L’infinito è un modo non finito del verbo (➔ coniugazione verbale; ➔ modi del verbo), che nella tradizione grammaticale è considerato forma di base del verbo stesso ed è, di conseguenza, usato come forma [...] cura di P. Procaccioli, Milano, Rizzoli, 2 voll.
Bandello, Matteo (1990), Novelle, introduzione di L. Russo, note di E. Gli occhiali d’oro, Il giardino dei Finzi-Contini).
Boccaccio, Giovanni (1964), Commedia delle ninfe fiorentine, a cura di A.E. ...
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vangelo
vangèlo (ant. vangèlio, letter. evangèlo o evangèlio) s. m. [dal lat. tardo, crist., evangelium, adattamento del gr. crist. εὐαγγέλιον, propr. «buona novella», comp. di εὐ «bene, buono» e ἄγγελος «messaggero, annuncio»]. – 1. a. Nome...
passione
passióne s. f. [dal lat. tardo passio -onis, der. di passus, part. pass. di pati «patire, soffrire»]. – In senso generico, e in rapporto al sign. fondamentale del verbo lat. pati (v. patire1), il termine passione si contrappone direttamente...