Il lessico è l’insieme dei lessemi (o, con termine non tecnico, delle parole) di una lingua. Come altre lingue nazionali, che vengono usate da secoli per molte delle principali funzioni comunicative, anche [...] a un criterio etimologico siamo autorizzati oggi a classificare fasullo come romano e cafone o cozza come meridionali. È anche opportuno distinguere i regionalismi che hanno corrispondenti abbastanza precisi in italiano comune (il suddetto lomb ...
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Si intendono per volgari medievali d’Italia le varietà linguistiche diverse dal latino scritte in Italia nel medioevo e nel primo Rinascimento prima dell’imporsi del fiorentino, chiamato ben presto toscano [...] delle altre lingue». Sempre nel Trecento, il modello fiorentino si diffonde anche in centri dell’Italia centrale e meridionale come Perugia e Napoli. Il processo di unificazione della lingua letteraria, anzitutto poetica, procede – anche se con ...
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La produzione in prosa e in poesia del XVII secolo è concepita all’insegna del barocco, ispirata cioè all’abnorme e tendente all’iperbole e alla ‘maraviglia’. Il senso dispregiativo del termine si estese [...] di diversi codici: toscano poetico e stucchevole per l’innamorato, veneziano o bolognese per il vecchio, spagnolo o dialetti meridionali per soldati o bravi, bergamasco, milanese o napoletano per i servi. Il latino serviva a caratterizzare il pedante ...
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Si può definire gesto qualsiasi movimento fatto con le mani, le braccia o le spalle. Ma esistono gesti pratici (quelli che si fanno per afferrare o per costruire un oggetto, aprire una porta, appoggiarsi [...] ’Italia la mano si muove dall’alto in basso disegnando nell’aria una croce, mentre nelle regioni meridionali (Salerno, Calabria, Sicilia) descrive una piccola rotazione in senso orario.
Due gesti piuttosto frequenti nella comunicazione quotidiana ...
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Tradizionalmente prosodia è un termine della metrica classica, dove designa lo studio del verso (gr. prosōidía «accento, modulazione della voce», comp. di prós «accanto» e ōidḗ «canto»). Inizialmente indicante [...] a lungo ritenuto a isocronia sillabica, è caratterizzato diversamente a seconda della varietà (per es., alcune varietà meridionali presentano caratteristiche ritmiche più vicine a quelle delle lingue isoaccentuali; Trumper, Romito & Maddalon 1991 ...
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Con la metafora dell’immagine di una lingua ci si riferisce ai giudizi e alle opinioni che su questa lingua sono prodotti da parlanti di altre lingue. Si tratta di giudizi intuitivi, non fondati su fatti [...] preliminari al Lexicon Tetraglotton (1660) di un altro inglese, James Howell, viaggiatore per tutta l’Europa occidentale e meridionale, l’italiano è definito «il ramo principale (topbranch) o la figlia maggiore del latino» che «rassomiglia alla madre ...
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Il futuro (o futuro semplice) è un tempo verbale dell’➔indicativo (➔ coniugazione verbale) con cui si esprimono azioni o eventi successivi al momento in cui si emette l’enunciato (tecnicamente, il momento [...] o habeo ad [o de] + infinito): oltre al caso del sardo (cfr. § 2) si possono citare le forme diffuse nei dialetti meridionali, ma anche nel toscano popolare, come ho a scrivere, aggiu a fare, ecc., che costituiscono il tipo di futuro più diffuso.
Da ...
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La corrispondenza epistolare comincia a diffondersi nella prima metà del Duecento, in concomitanza con la diffusione degli usi scritti del volgare, in seguito a due mutamenti di carattere materiale: l’inizio [...] e il Duecento), pp. 271-324.
De Blasi, Nicola (1982), Tra scritto e parlato. Venti lettere mercantili meridionali e toscane del primo Quattrocento, Napoli, Liguori.
Matt, Luigi (2005), Teoria e prassi dell’epistolografia italiana tra Cinquecento ...
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Linguistica
Leonardo Savoia
Alberto Mancini
M. Rita Manzini
(XXI, p. 207; App. II, ii, p. 210; IV, ii, p. 344; V, iii, p. 229)
I temi legati all'evoluzione della l. e delle discipline a essa collegate [...] le tombe a tumulo) risalente al 5° millennio a. C., da collocarsi nella sua fase più arcaica nelle steppe meridionali dell'Ucraina, è stata proposta da Gamkrelidze e Ivanov (1980) una nuova teoria che si armonizza sotto numerosi aspetti con ...
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Raffaele Simone
Lingue
E glòssama e’ fonì, fonì manechò (in griko, «La nostra lingua è voce, voce soltanto»)
Lingue minacciate
di Raffaele Simone
20 febbraio
Alla vigilia della giornata internazionale [...] rispettivamente a nord e a sud del fiume Shkumbni. Gruppi di Albanesi parlanti varietà di tipo tosco giunsero nell’Italia meridionale a più riprese a partire dalla metà del 15° secolo. Le zone di maggiore immigrazione furono la Calabria (1448: arrivo ...
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meridionale
agg. [dal lat. tardo meridionalis, der. di meridies (v. meriggio), sul modello di septentrionalis]. – 1. a. Che si trova a mezzogiorno, cioè a sud, sia assolutamente (cioè a sud dell’equatore, ma in questo senso si dice più spesso...
meridionalismo
s. m. [der. di meridionale]. – 1. Vocabolo, locuzione, costruzione sintattica e sim. peculiare dei dialetti parlati nelle regioni meridionali d’Italia, spec. in quanto siano penetrati nella lingua nazionale o nell’uso d’altre...