In linguistica, e in particolare nella teoria funzionalista di A. Martinet, il monema lessicale, cioè la minima unità significativa del lessico (in opposizione a monema grammaticale o morfema).
Più in [...] generale, l’unità astratta che in un lessico, inteso come lista di parole o dizionario, viene assunta come forma di base comprendente tutte le forme della sua flessione (per es., l’infinito per i verbi) ...
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Il termine ibridismo, in senso tecnico, designa una parola alla cui formazione concorrono elementi provenienti da sistemi diversi; più precisamente, può indicare:
(a) una parola complessa che presenta [...] due lingue X e Y (Gusmani 19862: 72 segg.);
(b) una parola semplice risultante dalla combinazione di un morfema lessicale di una lingua X con un morfema grammaticale di una lingua Y (Berruto 1987: 170-171; Berruto 1989: 113).
L’ibridismo, tanto nell ...
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I verbi transitivi e quelli intransitivi (la cui definizione e la cui terminologia furono fissate già nella grammatica antica) rappresentano un’opposizione fondamentale tra i ➔ verbi di una lingua. Nella [...] ruppe in molte parti del mondo (Giamboni 1968: 98)
c. lo mio sonno si ruppe (Dante, Vita nova 3, 1-9)
Il morfema -si, tuttavia, non è ancora diventato marca distintiva dello stato finale, come mostra il fatto che si presentano con e senza -si verbi ...
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La lessicalizzazione è il processo per cui nuove unità linguistiche che in una fase precedente non erano considerate lessicali vengono a far parte del lessico di una lingua; lessicalizzato significa perciò [...] finché, poi che → poiché, tirami su → tiramisù; sp. en cima → encima «addosso». Processi analoghi, ma con perdita di confini di morfema, sono parole come eliporto da eli(cottero) e (aero)porto, e l’ingl. netiquette da net e etiquette. Quando, come in ...
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L’espressione parola macedonia, introdotto nella linguistica italiana da Bruno Migliorini (1949: 89), denota formazioni che risultano da «una o più parole maciullate», le quali «sono state messe insieme [...] due scompartimenti.
Per evitare confusioni con l’impiego di amalgama (e port-manteau) per indicare il caso di un morfema che contiene più di un significato morfologico (➔ affissi), si preferisce adottare il termine proposto da Migliorini, mentre in ...
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Il termine interferenza si riferisce all’azione di un sistema linguistico su un altro e agli effetti provocati dal contatto tra lingue, e si usa in una duplice accezione: per indicare i ➔ prestiti di elementi [...] fonema /y/, così come il ted. Länder (plur. di Land) non arricchisce la flessione nominale dell’italiano del morfema plurale -er.
La storia dell’evoluzione del ➔ lessico italiano può essere letta come il risultato della progressiva sedimentazione e ...
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Fra le diverse tipologie del prestito (➔ prestiti), il calco (nella sua accezione linguistica il termine è usato la prima volta in Francia alla fine del XIX secolo, ma furono poi A. Meillet e Ch. Bally [...] ’arrivo. Se le due lingue sono affini, si instaurano corrispondenze quasi automatiche che talvolta possono contribuire alla fortuna di un morfema formativo, come avvenne nel XVIII e XIX secolo con i calchi di derivati francesi in -isme (autoritarismo ...
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I nomi di parentela (detti anche, raramente, singenionimi, dal gr. syngenḗs «parente, consanguineo») sono nomi che indicano legami di parentela (ma non, necessariamente, di consanguineità) tra le persone, [...] maschile e femminile (ad es. cugino / cugina), mentre la distinzione di ➔ genere viene data normalmente dall’uso del morfema denotante la qualità del genere (suocero ~ suocera; ma si veda l’importante eccezione di genero ~ nuora). In altre lingue ...
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La nominalizzazione è la trasformazione (tecnicamente, la transcategorizzazione) in nome di un elemento linguistico di qualunque natura (parola, espressione, frase, componente di frase, ecc.) e categoria. [...] e in generale nelle lingue isolanti (come il cinese), in cui ogni parola è formata da un solo morfema.
Come s’è accennato, le nominalizzazioni possono instaurare una struttura argomentale diversa da quella della parola di origine. Confrontando ...
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I grecismi sono parole, forme, costrutti di origine greca introdotti in italiano in epoche diverse (➔ prestiti). Un nutrito gruppo di voci greche si era già acclimatato nel latino d’età classica e postclassica, [...] . Tra i secondi, si può citare un fenomeno tipico della lingua colta nella quale si è iniziato ad assegnare un morfema -a ‘ipergrecizzante’ sul modello dei maschili greci in -a (poeta, problema, teorema e sim.) a numerosi grecismi che avevano una ...
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morfema
morfèma s. m. [der. del gr. μορϕή «forma», sul modello di fonema] (pl. -i). – In linguistica, elemento formale che conferisce aspetto e funzionalità alle parole e alle radici, definendone la categoria grammaticale e la funzione sintattica....
morfemica
morfèmica s. f. [dall’ingl. morphemics, der. di morpheme «morfema»]. – Settore della linguistica strutturale che studia i morfemi sia in quanto elementi lessicali, unità minime significative (m. lessicale, corrispondente approssimativamente...