Con la locuzione lingua cortigiana (o cortegiana o cortesiana) ci si riferisce a un’espressione usata nel dibattito di primo Cinquecento in relazione agli usi linguistici delle corti italiane (Milano, [...] );
(d) vocalismo atono non toscano in accostese, approximarme, robare, delectano, vocabuli, regule, ecc.;
(e) preferenza per morfemi verbali non toscani nella prima pers. plur. del presente indicativo (havemo, volemo) e nella terza plur. (poneno ...
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Le semivocali sono suoni di tipo vocalico che, nei dittonghi (➔ dittongo) e nei trittonghi (➔ trittongo), si combinano alle ➔ vocali propriamente dette. Una suddivisione più fine oppone le semivocali alle [...] brevi latine in sillaba tonica; i dittonghi discendenti continuano la forma latina dotta oppure sono dovuti all’incontro tra morfemi, spesso finali di parola.
Non esistono i dittonghi ascendenti [ji wu], né i dittonghi discendenti [ii̯ uu̯], che ...
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A rigore, la lingua letteraria è definita e distinta da quella non letteraria soltanto dal fatto di essere scritta (anche se è esistita ed esiste una letteratura solo orale) e dalle finalità estetiche, [...] dal Sei-Settecento e dallo sviluppo di prose saggistiche e scientifiche. Patota (1987) ha documentato la progressiva riduzione di morfemi colti (per es., l’imperfetto con -v- non è più minoritario rispetto a quello con dileguo della consonante) e ...
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L’espressione italiano popolare, attestata già nell’Ottocento (si trova, per es., negli Opuscoli sulla lingua italiana di Giovanni Romani, Milano, Silvestri, 1827, p. 407), deve il suo successo negli studi [...] del suffisso zero e della sottrazione di suffisso (prolungo «prolungamento»; spiega «spiegazione»); la presenza di morfemi aggiuntivi (i tranquillizzanti «tranquillanti»);
(b) i cosiddetti malapropismi, cioè parole storpiate sul piano del ...
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Il perimetro del linguaggio della moda è difficilmente definibile. Il termine moda (dal fr. mode, connesso al lat. modus «maniera») è attestato per la prima volta in italiano nel trattato moraleggiante [...] Anche l’adattamento di termini provenienti da altre lingue segue principi analogici, per es. nell’attribuzione del genere con i morfemi flessivi della nostra lingua: il kimono, ma una pashmina «tipo di sciarpa» (1997, dal panjabi pashmina «lana»). L ...
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Il dittongo è una sequenza di suoni formata da due vocali appartenenti alla stessa ➔ sillaba (tecnicamente, tautosillabiche): contengono dittonghi, ad es. le parole piede, fuoco, fiato, euro, baita, pausa. [...] è sempre facile, nel caso dei dittonghi discendenti, specialmente se finali di enunciato o in presenza di un confine di morfema, come in mangiai, mai, poi, o nei derivati come co-incidenza, auto-ipnosi.
La frequenza delle due diverse strutture nel ...
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Il termine anglicismo («una voce o frase dell’idioma inglese; ovvero una maniera di parlare», così nell’enciclopedia di Chambers tradotta a Venezia nel 1747; in ingl. anglicism risaliva al secolo precedente) [...] dove, pur di disporre di un anglicismo di richiamo, lo si inventa. Se tali neoconiazioni muovono da morfemi già radicati in italiano (autostop, videobar), o seguono moduli tradizionali (babykiller «bambino-killer»), sono equiparabili alle formazioni ...
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La compresenza di più lingue negli usi dei parlanti dà luogo a una situazione di contatto linguistico. Una definizione classica di contatto linguistico si trova nell’opera di Uriel Weinreich che ha aperto [...] che riguardano il discorso e quelli che riguardano il sistema, è la formazione di ➔ ibridismi (parole costituite da morfemi provenienti da due lingue diverse), che in particolari contesti sociolinguistici può anche essere il sintomo di una elevata ...
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Stato dell’Asia sudorientale. Posta al centro dell’Indocina, è limitata a O e a N dal Myanmar, a N e a E dal Laos, a SE dalla Cambogia; a S tocca la Malaysia peninsulare (Penisola di Malacca) sull’Istmo [...] di origine indiana. Come il cinese, il thai è una lingua isolante priva di flessioni, con una larga prevalenza di morfemi monosillabici, e una lingua tonale: ogni sillaba può essere pronunciata con un tono medio, basso, discendente, alto o ascendente ...
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TRADUZIONE
Enrico Arcaini
Teoria della traduzione. - Nel corso dei secoli, la t. ha avuto varie definizioni che sembrano coincidere con le esigenze particolari dei tempi. Si è parlato di volta in volta [...] dalle teorie tassonomiche non risolvono il problema della divisione automatica delle parole e dei fatti morfologici complessi (morfemi discontinui) nel caso di particelle separabili o affissi. L'intervento umano appare decisivo per disambiguare il ...
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morfema
morfèma s. m. [der. del gr. μορϕή «forma», sul modello di fonema] (pl. -i). – In linguistica, elemento formale che conferisce aspetto e funzionalità alle parole e alle radici, definendone la categoria grammaticale e la funzione sintattica....
morfemica
morfèmica s. f. [dall’ingl. morphemics, der. di morpheme «morfema»]. – Settore della linguistica strutturale che studia i morfemi sia in quanto elementi lessicali, unità minime significative (m. lessicale, corrispondente approssimativamente...