La Campania non è un’area uniforme dal punto di vista linguistico (Radtke 1997; De Blasi 2006a), poiché nessun dialetto (nemmeno il napoletano, parlato a Napoli e nei dintorni) ha mai raggiunto lo status [...] napoletani, di altri dialetti e dell’uso moderno. La teorica dell’uso fiorentino: appunti e osservazione per norma della gioventù studiosa, Torino, Paravia.
Avolio, Francesco (1994), I dialettismi dell’italiano, in Storia della lingua italiana ...
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Si intende per stile nominale uno stile (soprattutto nella lingua scritta) in cui la scelta del nome, unita a quella dell’aggettivo e dei verbi in modi non finiti (➔ modi del verbo), prevale sulla scelta [...] di alcuni tipi di testo, a cura di A. Ferrari, Firenze, Cesati, pp. 217-244.
Mortara Garavelli, Bice (1971), Fra norma e invenzione: lo stile nominale, «Studi di grammatica italiana» 1, pp. 271-315.
Mortara Garavelli, Bice (1973), Lineamenti di una ...
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BAFFI, Pasquale
Armando Petrucci
Carlo Francovich
Nacque l'11 luglio 1749 a Santa Sofia d'Epiro (Cosenza), un villaggio fondato da profughi greco-albanesi alla fine del sec. XV, e l'origine greca del [...] che opponevano così spesso gli interessi dello stato a quelli degli ordini religiosi e dei feudatari, che di norma si basavano su un'ampia documentazione archivistica. Il B. compì, quasi sempre per incarico governativo, numerose ricerche d ...
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L’interiezione (lat. interiectio «atto di gettare in mezzo») è una categoria di parole (tradizionalmente, una parte del discorso) invariabili con il valore di frase, usata per esprimere emozioni o stati [...] che imitano suoni o rumori attraverso grafemi nello scritto o fonemi nel parlato (miao, tin tin, zzz), e condividono di norma con le interiezioni l’assenza di legami sintattici con il resto della frase. Le onomatopee derivate invece, costruite su ...
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Col termine burocratese si indicano, con accezione negativa, lo stile comunicativo e il linguaggio inutilmente complicato utilizzati da amministrazioni e istituzioni pubbliche nelle comunicazioni (prevalentemente [...] della burocrazia nel primo Ottocento, «Studi linguistici italiani» 10, pp. 44-75.
Serianni, Luca (1986), Il problema della norma linguistica dell’italiano, «Gli Annali dell’Università per stranieri di Perugia» 7, pp. 47-61.
Serianni, Luca (2003 ...
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L’anagramma (dal gr. aná «sopra» e grámma «lettera») è la condizione per cui due (o più) parole o due (o più) altre sequenze linguistiche sono costituite dallo stesso insieme di lettere (più raramente, [...] Jacques Lacan.
La ricerca di anagrammi (o, più propriamente, di paragrammi) abbandonò così la presupposizione di una norma vincolante di poetica per trasformarsi nella formulazione di un principio generale: il principio del parallelismo, per il quale ...
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Il periodo ipotetico (detto meno spesso costrutto condizionale) è una costruzione formata da due frasi, la principale (detta apodosi, cioè «conseguenza») e una subordinata ipotetica (detta protasi, cioè [...] del condizionale e dell’imperfetto indicativo. Alcuni esiti interessanti di queste complesse derive, prive di riscontro nella norma standard di oggi, affiorano nella storia dell’italiano e nella geografia delle sue varietà e dei suoi dialetti ...
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Il linguaggio giuridico-amministrativo è il linguaggio settoriale (➔ linguaggi settoriali) di cui sono tipicamente costituiti i testi prodotti in campo giuridico: testi normativi, come leggi, decreti, [...] ), la frequenza e la specificità di molti nessi preposizionali (ai sensi di, a carico di, a titolo di, a seguito di, a norma di, in capo a, in ordine a), la particolarità di alcune preposizioni (avverso in luogo di contro, in in complementi di stato ...
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Un enunciato viene definito nominale quando non è costruito attorno a una forma verbale coniugata, come in (1) (un esempio orale) e in (2) (un esempio scritto):
(1) LUC: sabato mattina / all’undici / eccotelo [...] edited by C. Rossari et al., Bingley (UK), Emerald Publishing Group, pp. 173-192.
Mortara Garavelli, Bice (1971), Fra norma e invenzione: lo stile nominale, «Studi di grammatica italiana» 1, pp. 271-315.
Scarano, Antonietta (2004), Enunciati nominali ...
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L’accento grafico è il segno diacritico che si pone sopra le vocali per evidenziarne la maggiore intensità fonica e, talvolta, il grado di apertura (➔ vocali). L’italiano ha tre tipi di accento grafico: l’acuto (′), il grave (‵) e il circonflesso (^); solitamente, sulle vocali di cui non si distingue l’apertura, l’accento grafico è grave (à, ì, ù), mentre è grave o acuto sulle altre vocali, a seconda ...
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norma
nòrma s. f. [dal lat. norma «squadra» (come strumento) e fig. «regola»]. – 1. In origine, con sign. non più in uso, strumento adoperato da tecnici e operai per tracciare misure e rapporti di linee e di angoli; squadra: fare a norma,...
normando
s. m. [dal fr. normande, femm. sostantivato dell’agg. normand «normanno»]. – Carattere tipografico con asta molto piena, ma con forte chiaroscuro e grazie sottilissime, usato per titoli e sim.; è detto anche normanno.