L’uso letterario del dialetto va considerato in rapporto alla scrittura nella lingua letteraria comune, così come la stessa nozione di dialetto è complementare a quella di lingua. Nella storia linguistica [...] pertanto non sono espressione di un’altra Italia, né tanto meno di gruppi etnici perdenti rispetto a un’altra dominante popolazione di non marcata in senso comico, dà luogo a quadretti idilliaci segnati da una nuova e «suggestiva nota di humilitas» ( ...
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Frase nucleare è un’etichetta generica e imprecisa con cui si indicano le frasi ‘più piccole’ di una lingua, cioè quelle non composte da altre frasi, combinando le quali si ottengono costruzioni più complesse [...] quanto riguarda le frasi nucleari, e salvo i casi di diverso segno indicati sopra – è una lingua del tipo SVO (Soggetto - enunciati):
(49) i fagioli no!
Questa frase significa più o meno «i fagioli non li mangio» oppure «non parlatemi di fagioli»: ...
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Posta al centro del bacino occidentale del Mediterraneo, la Sardegna trae dalla posizione geografica e dall’accentuata diversificazione interna del territorio i fattori che caratterizzano la sua storia [...] a sostegno dei giudici sardi contro gli Arabi segnò l’avvio della politica di penetrazione pisana e parlare una varietà locale (con variazioni da circa l’85% nelle località con meno di 4000 abitanti a circa il 64% nelle località con più di 20 ...
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Si intende per stile nominale uno stile (soprattutto nella lingua scritta) in cui la scelta del nome, unita a quella dell’aggettivo e dei verbi in modi non finiti (➔ modi del verbo), prevale sulla scelta [...] , della costruzione dei sintagmi, della frase e del periodo, non meno che nella punteggiatura (cfr. § 2).
Per quanto riguarda il nominale (➔ nominali, enunciati), frase racchiusa tra due segni d’interpunzione forte che non si costruisce attorno a ...
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I rapporti tra lingua e musica sono strettissimi, sia perché gran parte della produzione poetica, non soltanto italiana, è stata concepita in funzione dell’accompagnamento musicale (dall’antica tragedia [...] vasto, e però più difficile, interessa non coll’imitare gli oggetti della natura, ma coll’esprimere con segni, che in sé stessi nulla dicono e meno dipingono, la forza, e l’effetto che sullo spirito, sul cuore, e sulla immaginazione dell’uomo quegli ...
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Nella terminologia grammaticale tradizionale locuzione è il nome generico che designa qualunque unità linguistica formata da più parole grafiche: per es., forze dell’ordine, prestare servizio, bello e [...] + nome (ferro da stiro, mal di testa, tiro a segno), aggettivo + nome (alta tensione, terza pagina, vecchia gloria termini antitetici in ordine obbligato (➔ binomi irreversibili) come più o meno, giorno e notte, volente o nolente, tira e molla, bene ...
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Il passato prossimo (denominato anche, raramente, perfetto composto) è uno dei ➔ tempi composti dell’➔indicativo, che ha come principale significato quello di indicare un evento concluso nel passato. Il [...] lunghezza: un evento vicino al momento dell’enunciazione non sarà meno compiuto di un evento lontano. Eppure, se il contesto generale Alcuni autori usano il passato prossimo aoristico in segno di prossimità al parlato regionale, tipico del Nord. ...
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L’espressione articolazioni nasali si riferisce a un modo di articolazione (di ➔ vocali così come di ➔ consonanti) in cui, essendo il velo palatino (o palato molle) abbassato, il passaggio rinofaringale [...] di essere omorganica alla consonante seguente si realizza come velare o – in stili meno controllati – come «transizione nasale aperta» (Mioni 1986: 35), trascritta con il segno di nasalità ‹˜› ma priva di un simbolo consonantico: ad es., tonfo è ...
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Il bisticcio è la figura formata dall’accostamento (immediato o a breve distanza, nello stesso verso o nello stesso periodo) di due o più parole fortemente rassomiglianti dal punto di vista fonico.
Bisticcio [...] Lamporecchio di Luigi Del Buono, che dice:
(12) Sono sano sino a segno
che d’un pugno dentro al grugno,
non è sogno, ammazzo un pazzo finisce per essere anche un repertorio di bisticci quanto meno perché le rime dei suoi sonetti variano solo nella ...
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Variazione diastratica è un tecnicismo diffuso da Eugenio Coseriu (1973) per indicare una delle fondamentali dimensioni della ➔ variazione linguistica. Il termine (formato col prefissoide dia- «attraverso» [...] dato storico-culturale si può collegare la presenza o meno di una forte variazione linguistica legata all’età, ma in una collettività a essere utilizzato, con consapevolezza o no, come segno di appartenenza a una classe o a un gruppo sociale.
Come ...
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meno
méno avv. e agg. [lat. mĭnus, neutro (con valore avverbiale) di minor, compar. di parvus «piccolo»]. – 1. avv. a. Funge da comparativo dell’avv. poco; significa quindi più poco, in minor quantità, contrapponendosi direttamente a più....
segno
ségno s. m. [lat. sĭgnum «segno visibile o sensibile di qualche cosa; insegna militare; immagine scolpita o dipinta; astro», forse affine a secare «tagliare, incidere»]. – 1. a. Qualsiasi fatto, manifestazione, fenomeno da cui si possono...