Nella terminologia grammaticale tradizionale locuzione è il nome generico che designa qualunque unità linguistica formata da più parole grafiche: per es., forze dell’ordine, prestare servizio, bello e [...] + nome (ferro da stiro, mal di testa, tiro a segno), aggettivo + nome (alta tensione, terza pagina, vecchia gloria termini antitetici in ordine obbligato (➔ binomi irreversibili) come più o meno, giorno e notte, volente o nolente, tira e molla, bene ...
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Il passato prossimo (denominato anche, raramente, perfetto composto) è uno dei ➔ tempi composti dell’➔indicativo, che ha come principale significato quello di indicare un evento concluso nel passato. Il [...] lunghezza: un evento vicino al momento dell’enunciazione non sarà meno compiuto di un evento lontano. Eppure, se il contesto generale Alcuni autori usano il passato prossimo aoristico in segno di prossimità al parlato regionale, tipico del Nord. ...
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L’espressione articolazioni nasali si riferisce a un modo di articolazione (di ➔ vocali così come di ➔ consonanti) in cui, essendo il velo palatino (o palato molle) abbassato, il passaggio rinofaringale [...] di essere omorganica alla consonante seguente si realizza come velare o – in stili meno controllati – come «transizione nasale aperta» (Mioni 1986: 35), trascritta con il segno di nasalità ‹˜› ma priva di un simbolo consonantico: ad es., tonfo è ...
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Il bisticcio è la figura formata dall’accostamento (immediato o a breve distanza, nello stesso verso o nello stesso periodo) di due o più parole fortemente rassomiglianti dal punto di vista fonico.
Bisticcio [...] Lamporecchio di Luigi Del Buono, che dice:
(12) Sono sano sino a segno
che d’un pugno dentro al grugno,
non è sogno, ammazzo un pazzo finisce per essere anche un repertorio di bisticci quanto meno perché le rime dei suoi sonetti variano solo nella ...
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Variazione diastratica è un tecnicismo diffuso da Eugenio Coseriu (1973) per indicare una delle fondamentali dimensioni della ➔ variazione linguistica. Il termine (formato col prefissoide dia- «attraverso» [...] dato storico-culturale si può collegare la presenza o meno di una forte variazione linguistica legata all’età, ma in una collettività a essere utilizzato, con consapevolezza o no, come segno di appartenenza a una classe o a un gruppo sociale.
Come ...
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Esistono in linguistica concezioni differenti di registro. Un aspetto centrale condiviso è la correlazione tra situazione comunicativa e registro come appare formulata nella seguente definizione lessicografica: [...] aumenta la marcatezza dei registri più alti, sempre meno frequenti in situazioni in cui in passato rappresentavano , Pietro (1953), Studi sul D’Annunzio, in Id., Scrittori d’oggi. Segni del tempo. Serie sesta, Bari, Laterza (1 a ed. Torino, Einaudi, ...
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Il dittongo è una sequenza di suoni formata da due vocali appartenenti alla stessa ➔ sillaba (tecnicamente, tautosillabiche): contengono dittonghi, ad es. le parole piede, fuoco, fiato, euro, baita, pausa. [...] [ˈpjaːno] piano, [ˈkwindi] quindi) si ha un aumento, più o meno marcato, del grado di apertura e di intensità sonora, mentre nel passaggio da una con le vocali corrispondenti con l’aggiunta del segno diacritico [ ̯] che indica asillabicità. Parimenti ...
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Il termine connettivo indica in linguistica ciascuna delle forme invariabili (congiunzioni, locuzioni, ecc.), che indicano relazioni che strutturano ‘logicamente’ i significati della frase e del testo [...] è puntuale
b. * arriverà in orario alla riunione, a meno che il treno sia puntuale
Come già mostrano gli esempi ( e ma usati a inizio di frase, dopo una pausa o un segno interpuntivo forte (cfr. per uno studio approfondito Ferrari 1995; Sabatini 2004 ...
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Le parole polirematiche (dette anche semplicemente polirematiche) sono elementi lessicali (o lessemi; ➔ lemma, tipi di; ➔ locuzioni), formati da più di una parola, che hanno una particolare coesione strutturale [...] (macchina da cucire): le espressioni con verbo all’infinito sono molto meno numerose rispetto a quelle con nome;
(b) il tipo di + Congiunzione + Preposizione + Nome: per filo e per segno.
Oltre alle quattro parti del discorso maggiori, si possono ...
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L’impiego e la crescente diffusione della rete telematica Internet ha portato effetti importanti anche sugli usi linguistici dei suoi utilizzatori (detti talvolta, scherzosamente, internauti).
Nel trattare [...] ultimi decenni. Lo si riscontra soprattutto nella distinzione sempre meno rispettata tra accenti acuti e gravi (o tra forme ), E’ (per È: lo scarso uso di quest’ultimo segno deriva anche dalla sua assenza nelle tastiere comuni) sono sempre più ...
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ségno s. m. [lat. sĭgnum «segno visibile o sensibile di qualche cosa; insegna militare; immagine scolpita o dipinta; astro», forse affine a secare «tagliare, incidere»]. – 1. a. Qualsiasi fatto, manifestazione, fenomeno da cui si possono trarre...
meno
méno avv. e agg. [lat. mĭnus, neutro (con valore avverbiale) di minor, compar. di parvus «piccolo»]. – 1. avv. a. Funge da comparativo dell’avv. poco; significa quindi più poco, in minor quantità, contrapponendosi direttamente a più....