Francesco Guicciardini nacque a Firenze, il 6 marzo 1483, da importante famiglia fiorentina. Dottore in legge nel 1505, nel 1511 fu ambasciatore in Spagna. Tornato a Firenze all’inizio del 1514, nel 1516 [...] dei “Malavoglia” e altri scritti di prosa, poesia e memoria, Napoli, Morano, pp. 175-236.
Poggi Salani, Teresa (1994), La Toscana, in L’italiano nelle regioni. Testi e documenti, a cura di F. Bruni, Torino, UTET, pp. 419-469.
Pozzi, Mario (1975 ...
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Il termine deriva dal gr. apóstrophos «rivolto altrove, indietro», da apostrépho «volgo indietro o in senso contrario». Apóstrophos (o -us) compare nel latino tardo, con significato unicamente grammaticale. [...] (1a ed. Bologna, Giovanni Recaldini e Buonaventura Pellegrini, 1670).
Corticelli, Salvatore (18402), Regole ed osservazioni della lingua toscana, Torino, Tipografia e libreria Canfari (1a ed. Bologna, Stamperia di Lelio dalla Volpe, 1745; 2a 1754 ...
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AVOLIO, Corrado
Giorgio Piccitto
Nacque il 16 febbr. 1843 a Siracusa, dove il padre Corrado, netino, si trovava come ufficiale medico. A Noto, dove la famiglia poco dopo era ritornata, ricevette educazione [...] avvicinarsi maggiormente al proposito normativo di suggerire ai siciliani il miglior uso dell'italiano, insistendo sulla sinonimia toscana a scapito, in definitiva, di quella dialettale. Il male inesorabile, che presto lo avrebbe condotto alla tomba ...
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Sicilia Regione a statuto speciale dell’Italia insulare (25.832 km2 con 4.875.290 ab. nel 2020, ripartiti in 390 Comuni; densità 189 ab./km2), costituita dall’isola omonima, la più estesa del Mediterraneo, [...] linguistiche (spesso per motivi inerenti alla versificazione) rimasero inalterate. I principali sicilianismi sono: i tipi aggio e deggio invece dei toscani ho e devo o debbo; l’imperfetto in -ìa (avìa, volìa ecc.), invece che in -éa, per i verbi ...
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Con il termine arabismi si intende una particolare classe di esotismi, molti dei quali successivamente integratisi nel vocabolario italiano e allineatisi alla morfologia della nostra lingua (➔ adattamento; [...] . (1970), Mucaro, «Lingua nostra» 31, p. 22.
Cardona, Giorgio R. (1975), Indice ragionato, in Polo, Marco, Milione, versione toscana del Trecento, ed. critica a cura di V. Bertolucci Pizzorusso, Milano, Adelphi, pp. 489-759.
Cardona, Giorgio R. (1990 ...
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Con francesismi si intendono i prestiti dal francese (i francesismi veri e propri, per la fase più antica della lingua detti anche, raramente, oitanismi dall’uso di designare il francese antico come lingua [...] lunga /sː/ (calesse ← fr. calèche / galeche); infine, la fricativa palatale sonora /ʒ/ dà luogo all’affricata /ʤ/ (in Toscana /ʒ/: bigiù ← fr. bijou, progetto ← fr. projet).
Analoghe forme di conversione operano in ambito morfologico: -on è adattato ...
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Per variazione linguistica si intende l’importante carattere delle lingue di essere mutevoli e presentarsi sotto forme diverse nei comportamenti dei parlanti. La proprietà di un’entità di assumere diverse [...]
Coseriu, Eugenio (1973), Lezioni di linguistica generale, Torino, Boringhieri.
Galli de’ Paratesi, Nora (1984), Lingua toscana in bocca ambrosiana. Tendenze verso l’italiano standard: un’inchiesta sociolinguistica, Bologna, il Mulino.
Labov, William ...
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di Bruno Moretti
Il termine mistilinguismo è usato correntemente come sinonimo di plurilinguismo sia per i casi in cui in una comunità sono presenti due o più lingue, sia per i discorsi prodotti da un [...] e ad Annibal Caro) che nel Ragionamento dello academico Aldeano sopra la poesia giocosa de’ Greci, de’ Latini, e de’ Toscani di Niccolò Villani (1634) trova la propria teorizzazione e nel Nuovo modo de intendere la lengua zerga (probabilmente di ...
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Le semivocali sono suoni di tipo vocalico che, nei dittonghi (➔ dittongo) e nei trittonghi (➔ trittongo), si combinano alle ➔ vocali propriamente dette. Una suddivisione più fine oppone le semivocali alle [...] (l’whisky e il whisky). Le sequenze con [w] sono state del resto oggetto di semplificazione nel toscano, specie centrale (➔ toscani, dialetti) ove, a livello di parlato corrente, [w] scompare davanti a /ɔ/ e, a livello rustico, davanti a ogni vocale ...
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Il participio è un modo non finito del verbo (➔ modi del verbo), suddiviso in una forma detta passata (amato) e una presente (amante), entrambe continuazioni dirette delle forme equivalenti latine (amatus [...] 2, pp. 199-263.
Lucchesi, Valerio (1962-1963), Participio e accordo nel volgare antico, «Atti e memorie dell’Accademia toscana di scienze e lettere “La Colombaria”» 27, pp. 193-278.
Lýer, Stanislav (1934), Syntaxe du gérondif et du participe présent ...
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toscanismo
(meno com. toscanéṡimo) s. m. [der. di toscano]. – 1. L’essere toscano, soprattutto con riferimento all’uso linguistico: il t., quando non è naturale, diventa una posa e un difetto. 2. Parola, locuzione, modo proprio del parlare...
toscanita
toscanità s. f. [der. di toscano]. – L’essere toscano, soprattutto con riferimento all’uso linguistico, per indicare l’aderenza maggiore o minore ai modi del parlare toscano: uno scrittore di elegante e sorvegliata t.; l’eccessiva...