(PRC) Formazione politica sorta nel 1991 per iniziativa della minoranza del PCI che si era opposta alla nascita del PDS e all’abbandono degli ideali della tradizione comunista. Dopo la vittoria dello schieramento di centro-sinistra nelle elezioni politiche dell’aprile 1996, il PRC votò la fiducia al governo Prodi, ma le divergenze maggiori riguardanti i problemi economici e sociali portarono nel maggio 1998 al ritiro della fiducia e alla scissione dell’ala favorevole al dialogo con le forze di governo, che diede vita al Partito dei comunisti italiani. Di nuovo al governo con il secondo gabinetto Prodi nel 2006, alle elezioni anticipate del 2008 il PRC non ha raggiunto la soglia di sbarramento del 5% ed è quindi rimasto senza una rappresentanza parlamentare. Dal 2017 è segretario nazionale M. Acerbo, succeduto a P. Ferrero, che ha sostituito F. Giordano, a sua volta subentrato a F. Bertinotti (segretario dal 1994), quando nel 2006 era stato eletto presidente della Camera. Alle elezioni politiche del 2013 ha sostenuto come candidato premier A. Ingroia ed è entrato a far parte insieme ad altri partiti della coalizione Rivoluzione civile, che non ha ottenuto il quorum necessario per avere una rappresentanza parlamentare. Alle elezioni europee del 2019 si è presentato insieme a Sinistra italiana e L'Altra Europa con Tsipras con la lista La Sinistra, non riuscendo a superare la soglia di sbarramento del 4%.