rifugiato
Individuo che, per ragioni politiche ma anche economiche e sociali, è costretto ad abbandonare lo Stato di cui è cittadino e dove risiede, per cercare rifugio in uno Stato straniero. Il problema dei r. si è profilato sulla scena europea all’inizio degli anni Venti del Novecento, quando un gran numero di persone provenienti soprattutto dalla Russia e dai territori già soggetti alla sovranità dell’impero ottomano fu costretto all’esilio sotto la pressione dei capovolgimenti politici seguiti alla Prima guerra mondiale e alla Rivoluzione russa. I primi strumenti internazionali per affrontare il problema furono elaborati nel quadro della Società delle nazioni e nel 1921 fu costituito un Alto commissariato per i rifugiati. Nel 1949 fu creato l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (UNHCR), il cui statuto segnò una svolta nella tutela internazionale dei r., in quanto per la prima volta si cercò di affrontare il problema con un approccio generale, abbandonando l’impostazione per singole categorie di r. seguita fino a quel momento. Dagli anni Novanta si è registrato un aumento crescente del numero dei r. che, a causa di guerre civili e persecuzioni etniche e religiose, sono stati costretti ad abbandonare i loro Paesi cercando asilo in quelli limitrofi o anche più lontani. Nell’Unione Europea l’afflusso di r. ha indotto gli Stati membri ad avviare il processo di armonizzazione delle politiche relative all’asilo e all’immigrazione; con il Trattato di Amsterdam (1999) queste materie sono state attratte nella competenza normativa comunitaria.