Atti di venerazione verso Confucio, la famiglia imperiale e verso gli antenati in genere che i missionari gesuiti, giunti per primi in Cina all’inizio del 17° sec., approvarono, giudicandoli non inconciliabili con il cristianesimo. Il parere opposto dei domenicani e dei francescani, arrivati in Cina nel 1631 e 1633, determinò una grave controversia, che si estese anche ad analoghe concessioni fatte in Giappone ( riti giapponesi) e in India ( riti malabarici) e fu decisa nel senso della proibizione da Benedetto XIV (1742) e da successive ordinanze delle Congregazioni di Propaganda Fide (1753 e 1759) e del S. Uffizio (1757, 1773 e 1777). Nel 20° sec., essendo stato chiarito che le cerimonie in onore di Confucio dovevano intendersi come onoranze puramente civili a un filosofo e alla sua dottrina, la Congregazione di Propaganda Fide ne ha ammesso la liceità purché si osservino alcune precauzioni.