Serie di brevi poemi, composti in varie regioni della Francia settentrionale, alla fine del 12° sec. e lungo il 13° sec., da vari autori, rimasti per lo più anonimi (si conosce solo l’identità di tre di essi: Pierre de Saint-Cloud, il prevosto di Croix-en-Brie, Richard de Lison); la tradizione manoscritta raccolse le diverse narrazioni come episodi di un’opera unica, che è la più grande epopea animalesca del Medioevo. Attraverso le varie ‘branche’ del romanzo (l’edizione integrale di E. Martin, 4 vol., 1882-87, ne raggruppa 27, delle quali solo 15 apparterrebbero alla tradizione più antica), si forma una singolare mitologia favolistica, al centro della quale è Renart, la volpe: di contro è Isengrin, il lupo, e via via, come personaggi secondari, Tibert (il gatto), Tiecelin (il corvo), Chantecler (il gallo), Brun (l’orso), Bernard (l’asino), Roonel (il mastino) ecc. Il romanzo fa capo a una vasta rappresentazione satirica della società medievale e trasmette alle altre letterature europee i suoi tipi, che ebbero particolare fortuna nella letteratura tedesca, dove dal poema Reinhart Fuchs (1180 ca.) di Heinrich der Glîchesaere giunsero fino al Reineke Fuchs di J.W. Goethe.