Russia Bianca
Fra il Baltico e le steppe
La Russia Bianca, o Bielorussia, è una terra che si colloca fra gli ambienti naturali dell’Europa centrosettentrionale e quelli della Russia; anche la sua storia e la sua popolazione testimoniano stretti contatti con entrambe. Di recente indipendenza (1991), la Russia Bianca cerca di mantenere i suoi tradizionali rapporti economici e culturali, e al tempo stesso punta a sviluppare migliori condizioni di vita per i suoi abitanti
La Russia Bianca (o Bielorussia) occupa parte della grande pianura dell’Europa settentrionale, appena movimentata da gruppi di colline. Ricco di acque, attraversato dalla Dvina Occidentale a nord, dal Dnepr a est e da molti suoi affluenti, tra cui il Pripjat (che forma vaste paludi) a sud, il territorio ha clima continentale.
La popolazione comprende una forte minoranza di Russi e poi di Polacchi, Ucraini e Lettoni e parla il bielorusso, lingua slava imparentata con il russo e il polacco. Buona parte degli abitanti vive in città: nella capitale Minsk (1.713.000 abitanti) e in altre molto meno popolose (Homel´, Mahilëy, Vicebsk).
Benché povera di minerali, la Russia Bianca ha una solida industria (meccanica) che importa materie prime ed energia dalla Russia. Il settore agricolo è molto produttivo (cereali, barbabietole) e così anche l’allevamento e lo sfruttamento delle foreste, che coprono un terzo del paese. Il più recente sviluppo mira a conservare gli stretti e tradizionali rapporti con la Russia, ampliando quelli con l’Europa occidentale.
Il territorio dell’attuale Russia Bianca fu abitato a partire dal 6° secolo da popolazioni di origine slava. Attratto nell’orbita del Granducato di Kiev (10° secolo), che a quel tempo rappresentava il centro politico della cultura slava, questo territorio fu poi annesso alla Lituania quando il Granducato fu sconfitto dai Mongoli (13° secolo). Unito alla Polonia verso la fine del 14° secolo, divenne da quel momento l’oggetto di un conflitto tra quest’ultima e la Russia, che ne prese possesso nel corso del 18° secolo, quando il territorio polacco fu spartito tra Russia, Austria e Prussia.
Risale a questo periodo la russificazione forzata del popolo bielorusso – cioè l’imposizione della cultura, della lingua e delle tradizioni russe –, processo che conobbe un’ulteriore intensificazione nel Novecento con la nascita dell’Unione Sovietica.
La Russia Bianca fu occupata dai Tedeschi nel corso della Prima guerra mondiale. Dopo il crollo dell’Impero zarista nel 1917 (rivoluzioni russe) venne proclamata la nascita dello Stato indipendente della Repubblica bielorussa, che però fu ben presto sottomessa dalla Russia rivoluzionaria. Perse le regioni più occidentali, occupate dalla Polonia (trattato di Riga, 1921), nel 1922 la Repubblica bielorussa partecipò alla costituzione dell’Unione Sovietica, di cui seguì da allora le vicende politiche. Occupata dalla Germania nazista nel corso della Seconda guerra mondiale, alla fine del conflitto le furono restituite le regioni occidentali annesse dalla Polonia nel 1921.
Alla fine degli anni Ottanta, in concomitanza con la crisi dell’Unione Sovietica, è emersa nella Russia Bianca una tendenza nazionalista che pochi mesi prima del crollo del regime sovietico ha portato alla dichiarazione d’indipendenza della Repubblica (agosto 1991). Nel corso degli anni Novanta e sullo scorcio dell’inizio del 21° secolo si sono rafforzati i legami con i paesi vicini e in particolare con la Russia, con la quale inizialmente prevalevano i contrasti. Non si è ridimensionata l’impronta autoritaria del regime.