Movimento modernistico islamico, sorto in Egitto verso la metà dell’Ottocento, dapprima sotto l’influenza di Muḥammad ‛Abduh e Giamāl ad-Dīn al-Afghānī e successivamente di M. Rashīd Riḍā. Il movimento postulava la rivivificazione dell’islam attraverso il ritorno alla purezza delle origini (salaf ṣāliḥ «antenati pii»), che doveva servire da modello per correggere i vizi del presente. Secondo la S. l’islam, per sostenere il difficile confronto con la civiltà europea, doveva allontanarsi dalle numerose usanze e tradizioni aggiunte posteriormente, che deviavano il cammino della fede e del progresso, per tornare alle fonti originarie (Corano e sunna del profeta). Nel campo sociale e politico, la S. postulava l’unità della comunità islamica attraverso un sistema democratico (per es., l’uguaglianza delle donne).
Alla S. si rifà il Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento (GSPC), gruppo terrorista islamico nato negli anni 1990 in Algeria.