n Epiteto onorifico con cui è noto il fondatore della dinastia ayyubita di Egitto e Siria Yūsuf ibn Ayyūb (Takrīt, Mesopotamia, 1138 - Damasco 1193), conosciuto tra i musulmani anche come al-Malik an-Nāṣir. Di stirpe curda, si formò alla corte dell'emiro Nūr ad-Dīn, che lo inviò in Egitto (1163) per redimere una controversia con il califfo fatimide, al-῾Āḍīd. Divenuto dapprima visir (1169), alla morte di al-῾Āḍīd (1177) Ṣ. ad-D. si proclamò sultano di Egitto, riportando il paese alla fede sunnita. Morto Nūr ad-Dīn, Ṣ. ad-D. estese il suo dominio alla Siria, di cui lasciava Aleppo a Ṣāliḥ Ismā῾īl, successore di Nūr ad-Dīn, e Ḥamā a un suo nipote. Da allora la sua vita fu consacrata alla lotta contro i crociati, che culminò nella battaglia di Ḥiṭṭīn sul Lago di Tiberiade (1187) e nella riconquista di Gerusalemme. Il successo dell'offensiva musulmana provocò la terza crociata, con l'intervento di Federico Barbarossa (che perì nel viaggio) e di Riccardo I d'Inghilterra: suo episodio principale, l'assedio posto dai crociati a San Giovanni d'Acri (῾Akkā), che invano Ṣ. ad-D. tentò di soccorrere. La pace (1192) lasciò però il sultano padrone di quasi tutta la Palestina, e nella sostanza riconobbe la conquista musulmana e la distruzione del Regno di Gerusalemme. Morendo l'anno dopo, Ṣ. ad-D. divise tra il fratello al-῾Ādil e tre dei proprî figli il complesso dei suoi dominî, comprendente l'Egitto, la Palestina, la Siria centrale, il Maghrib sino a Tripoli e lo Yemen.