(arabo Dimishq o Dimashq) Città capitale della Siria (2.319.545 ab. nel 2017, considerando l’intera agglomerazione urbana), situata a 688 m s.l.m. al piede orientale dell’Antilibano, sul fiume Barada, che, suddividendosi in numerose ramificazioni sistemate artificialmente, forma qui una grande oasi (Ghuta), largamente occupata da giardini, orti e frutteti e irrigata da un sistema di canali. Negli ultimi decenni, l’intenso processo di inurbamento ha portato la popolazione a raddoppiarsi e la superficie edificata a quadruplicarsi, modificando così radicalmente la topografia complessiva della città che si è estesa fino a invadere i giardini di Ghuta.
In posizione nodale per le comunicazioni terrestri fra Mediterraneo e Vicino Oriente, D. ha sempre svolto importanti funzioni commerciali, divenendo poi anche il maggiore centro industriale del paese (nei settori tessile e conciario, che affiancano e riprendono fiorenti tradizioni artigianali, e inoltre alimentare, cementiero ecc.). Notevoli le attività amministrative e culturali.
Antichissimo centro preistorico, ben noto ai Sumeri, che lo chiamavano Anshukurraki «Città dei cavalli». Di rilevanza politica per la sua posizione all’incrocio di varie strade, già verso la fine del 2° millennio a.C. era abitata dagli Aramei, capitale di uno Stato aramaico che cercò di sottomettere le stirpi vicine, espandersi verso il Mediterraneo e opporsi agli Assiri. Sui rapporti di D. con gli Israeliti e gli Assiri, si conosce il breve assoggettamento a David dopo il quale costituì uno Stato indipendente e potente sotto Rasin. Dopo alterne vicende e lotte contro i re d’Assiria, D. sottomise sia Israele sia Giuda. Subì ancora il potere degli Assiri, ma diventò poi persiana, e dopo la battaglia di Isso (333 a.C.) si ellenizzò rapidamente cambiando però spesso dominatori. Occupata da Areta III, re degli Arabi Nabatei, dal 62 a.C., vinta dai Romani, divenne parte della provincia di Syria. In età imperiale fu città prospera commercialmente e con un forte apparato militare. Nel periodo bizantino fu sede di un importante vescovato.
Conquistata nel 635 dagli Arabi, fu vinta definitivamente l’anno seguente, dopo un ritorno offensivo dei Bizantini. Il periodo più fiorente della sua storia musulmana è quello dei califfi omayyadi (660-750), che fecero di D. la loro capitale. Con l’avvento degli Abbasidi decadde a centro provinciale. Disintegratosi l’impero califfale, passò di mano in mano tra varie dinastie musulmane finché nel 1174 andò sotto il dominio del sultano ayyubita d’Egitto, Saladino. Agli Ayyubiti, che rimasero a D. fino alla fine del 13 sec., successero i sultani Mamelucchi (13°-16° sec.), che contrastarono Mongoli e Turchi, senza riuscire a impedire nel 1400 a Tamerlano il sanguinoso saccheggio della città. Nel 1516 D. cadde con tutta la Siria in possesso dei Turchi ottomani, che vi rimasero per ben quattro secoli.
Duramente governata da Gemāl Pasciā durante la Prima guerra mondiale, D. fu liberata nel 1918 da forze angloarabe. Ma il tentativo di rifarne la capitale di un regno arabo, con il figlio dello sceriffo della Mecca Faisal, che si proclamò nel 1920 re di Siria, incontrò l’opposizione della Francia e fallì. Sconfitto, Faisal lasciò D., e questa fu proclamata capitale della Repubblica siriana, sotto mandato francese. Negli anni successivi, la resistenza siriana contro l’occupazione francese si espresse in ripetute agitazioni e rivolte (la più cruenta tra 1925 e 1926) fino al conseguimento della piena indipendenza nel 1946.
La città ellenistico-romana aveva una cinta di mura rettangolare (m 1330 x 850): l’impianto urbanistico era ortogonale, con isolati regolari. L’asse principale era la ‘Via diritta’, citata negli Atti degli Apostoli; parallela a questa era una strada che collegava l’agorà con il tempio di Zeus. Quest’ultimo era in un grande santuario, costituito da due cortili concentrici.
Il monumento più importante della città è la Grande Moschea omayyade, sorta sul luogo dove si trovava il santuario di Hadad e successivamente la basilica teodosiana di S. Giovanni Battista. Preziosa la sua decorazione musiva, rara testimonianza dell’arte bizantina nel secolo dell’iconoclastia e incunabulo dell’arte islamica. Sono anche da ricordare: il mausoleo di Nūr ad-dīn, che introdusse in Siria il tipo della cupola a stalattiti esteriori; quello di Saladino; la cittadella; l’ospedale di Seif ed-dīn Qaimari. Nelle moschee del periodo mamelucco predomina l’influsso del Cairo. Del periodo ottomano (1516 in poi) sono da ricordare numerose moschee a cupola centrale. Il Museo nazionale siriano, fondato nel 1919, raccoglie le antichità classiche, bizantine e islamiche rinvenute in Siria (soprattutto di Dura Europos, Palmira, Hama, Homs, Suweida, Laodicea).