(russo Sankt Peterburg) Città della Russia (dal 1914 al 1924, Pietrogrado; dal 1924 al 1991, Leningrado; 4.568.047 ab. nel 2008), con status di città autonoma, che si estende dai confini con l’Estonia e con la Finlandia fino alle rive del Lago Onega. Seconda città, dopo Mosca, per numero di abitanti, fu capitale della Russia per un lungo periodo (dal 1712 al 1918) quasi senza interruzione. Fondata nel 1703, la città ha segnato l’ingresso della Russia nella storia europea, rappresentando insieme una porta aperta verso occidente e un significativo simbolo di confronto culturale. Sorge all’estremità orientale del Golfo di Finlandia, presso la foce deltizia del fiume Neva (emissario del Lago Ladoga), su un terreno prevalentemente acquitrinoso, costituito da depositi morenici glaciali e postglaciali e da alluvioni della Neva.
La storia topografica della città ha avuto inizio dalla Peterburgskaja Čast´, il gruppo di isole comprese tra la Piccola Neva e la Grande Neva. Nella maggiore sorge la fortezza dei SS. Pietro e Paolo; sulla sponda opposta vi è la zona monumentale con il Palazzo d’Inverno, l’Ermitage, la cattedrale di S. Isacco e l’Ammiragliato, dal quale si diparte la grande arteria Nevskij Prospekt (lunga 4,5 km), che taglia completamente la penisola formata dall’ansa della Neva. Il Vasil´evskij Ostrov costituisce il centro culturale, grazie alla presenza dell’Accademia delle scienze, quella di Belle Arti, dell’Università, di molti musei. Il più grande quartiere operaio è la Vyborgskaja Storona, nella zona NE della città. Nel complesso, la pianta urbana risulta abbastanza regolare, con ampie piazze e vie larghe e rettilinee.
Il clima, umido, è parzialmente influenzato dalla presenza del mare, che mitiga leggermente le temperature rigide invernali dovute alla latitudine (59°55′ N). La temperatura media di luglio è di 17,3°C, quella di gennaio di −7 °C. Le precipitazioni (oltre 500 mm annui di pioggia, distribuiti in prevalenza nei mesi estivi) non sono particolarmente abbondanti.
Sebbene la città, nata come capitale ‘artificiale’, abbia un’esistenza relativamente breve, una storia vissuta molto intensamente l’ha portata a un rapido sviluppo topografico e demografico: nel 1725 contava 70.000 ab., saliti, alla fine del Settecento, a 220.000. Il potenziamento dell’Impero come forza marittima diede nuovo impulso a S. che, nel 1825, raggiungeva i 425.000 abitanti. L’intenso processo di industrializzazione, avviato alla fine dell’Ottocento e ulteriormente potenziato dopo la Prima guerra mondiale, portò a un incremento enorme della popolazione (soprattutto operaia), che nel 1940 superava i 3 milioni.
S. è uno dei centri manifatturieri di più lunga tradizione, anche se non si trova in prossimità di materie prime di particolare importanza (a eccezione della bauxite): contribuisce al 10% circa della produzione manifatturiera russa, grazie a impianti di alta qualità. Si segnalano numerosi stabilimenti specializzati nel settore metallurgico (rame, magnesio, alluminio), meccanico (materiale ferroviario, macchine agricole), elettromeccanico, chimico e petrolchimico (prodotti farmaceutici, pneumatici, gomma sintetica). Tradizionali sono le industrie alimentari (conservazione dei prodotti ittici), tessili (fibre sintetiche, abbigliamento), cinematografiche, del legno e della porcellana. Notevoli, inoltre, le strutture cantieristiche e tutte le attività collegate al porto (vasto circa 7 km2) e alla base navale di Kronštadt. Il turismo, richiamato dalle attrattive culturali e artistiche, va assumendo sempre maggiore rilevanza.
Come Mosca, S. è inserita nel sistema di navigazione interna dei cinque mari: Mar Baltico, Mar Nero, Mar Bianco, Mar d’Azov, Mar Caspio. Le vie fluviali sono integrate da una buona rete ferroviaria, che s’irradia (attraverso varie stazioni) dalla città, vero e proprio nodo di comunicazione della Russia settentrionale. S. è dotata, inoltre, di efficienti linee metropolitane e di un importante aeroporto internazionale.
Fondata da Pietro il Grande nel maggio 1703, mentre la Russia era in guerra contro la Svezia (1700-21), venne concepita come avamposto strategico sul Mar Baltico. Dopo la vittoria russa a Poltava (1709) si trasformò in centro urbano; nel 1712 fu dichiarata capitale al posto di Mosca, anche se solo nel 1721 la Svezia cedette formalmente la sovranità sull’area alla Russia. La crescita della città subì un momentaneo arresto con il ritorno (1728-32) della capitale a Mosca, voluto da Pietro II. Teatro della rivolta decabrista nel 1825, S. fu fra le principali basi dell’attività dei populisti e, nel 19° sec., ospitò i primi nuclei organizzativi del movimento operaio russo. Ribattezzata Pietrogrado nel 1914, fu teatro di aspri combattimenti fra le forze schierate con i bolscevichi e quelle controrivoluzionarie, guidate dal generale N. Judenič (1919). Le difficoltà di approvvigionamento, sperimentate nel corso della guerra civile, furono all’origine di una drastica diminuzione della popolazione, aggravata dallo spostamento della capitale a Mosca (1918) e dalla conseguente perdita del ruolo di protagonista. Denominata Leningrado nel 1924, registrò una nuova crescita della popolazione solo negli anni 1930. Assediata dai Tedeschi nel 1941, finì con il comunicare con l’interno della Russia solo attraverso la strada rivierasca meridionale del Lago Ladoga e attraverso il lago stesso; l’assedio fu rotto nel 1943 ma la città fu liberata definitivamente nel 1944.
La pianta della città si distingue da quelle delle vecchie città russe per la sua estrema regolarità. Accanto ai maestri russi vi lavorarono architetti italiani (N. Michetti, F. Camporesi, G. Chiaveri, B.F. Rastrelli, G. Quarenghi), ticinesi (G.M. Fontana, D. Trezzini), francesi (J.-B.-A. Le Blond, J.-B.-M. Vallin de la Mothe), tedeschi (G. Schädel, G. Mattarnovi), inglesi (C. Cameron).
Se all’inizio del 18° sec. l’architettura di S. si caratterizzava per una sobrietà particolare (Palazzo d’Estate per Pietro I, di A. Schlüter; Palazzo di Menšikov, di Fontana e Schädel; Kunstkamera, di Mattarnovi e M. Zemcov; Collegio dei Dodici di Trezzini ecc.), verso la metà del secolo si registrano opere neoclassiche (cattedrale di S. Isacco, di A. Montferrand; Accademia di Belle Arti, di A. Kokorinov e Vallin de la Mothe; Palazzo Tavričeskij, di I. Starov) e l’affermazione di un gusto barocco, con inclinazione per composizioni architettoniche più complesse, per il gioco sottile e chiaro di volumi e di ritmi, per la decorazione abbondante (Palazzo d’Inverno e cattedrale del Monastero Smolnyj, palazzi a Carskoe Selo e a Petergof, presso S., tutti di Rastrelli).
Tra le istituzioni museali, oltre al Museo Stieglitz, spicca l’Ermitage, uno dei maggiori musei del mondo (da segnalare la sua collaborazione con la Fondazione Guggenheim e il progetto-studio di R. Koolhaas per le relative sale espositive, 2003).