Ceramografo attico (520-500 a. C. circa), forse meteco di origine scita. La sua firma appare su due tavolette votive, su frammenti di una terza a figure nere dall'Acropoli d'Atene, e su una tazza del museo di Villa Giulia, a figure rosse (con un comaste nel tondo interno e gesta di Teseo all'esterno). J. D. Beazley gli attribuisce una trentina di tazze: caratteristici sono gli esemplari cosiddetti bilingui, con figure rosse all'interno e nere su fondo corallino all'esterno; particolarmente amate sono le saghe di Eracle e di Teseo e le scene di komos, di palestra, di guerra, quelle erotiche e dionisiache. Spesso ricorrono sui vasi raffigurazioni di anfore puntute. Lo stile mira all'essenziale nel delineare le figure, dalle forme pesanti, ma in vivace movimento, e rivela un gusto bozzettistico che fornisce una visione nuova, meno aulica, di Atene e dei suoi miti.