Mistico e storico tedesco (Donauwörth 1499 - Basilea 1542 o 1543). Dapprima (1527) favorevole al luteranesimo, dal 1529 fu un isolato, per le sue idee religiose (religione interiore, Dio e Satana interni all'uomo): egli professava un teismo universalistico e "spirituale" (derivato da Erasmo o dai mistici tedeschi del 14º sec. oltre che da Lutero) e un antidogmatismo assoluto (Paradoxa, 1534-35, ristampati 1909; Guldin Arch, 1538, ecc.) che lo orientò verso il rilievo della storicità e provvisorietà dei dogmi. Poiché Dio agisce elevando la coscienza degli uomini e rivelandosi nella storia, la considerazione storico-allegorica divenne essenziale ed è applicata anche alla storia sacra: l'interpretazione della Bibbia è guidata da questa convinzione ed è svolta quindi in senso allegorico. F. concepì lo sviluppo della storia mosso dal rapporto, sempre rinnovato nell'intimo d'ogni uomo, fra l'egoismo e il limite (demonio) e lo spirito (Cristo); la parte storica della Bibbia come l'espressione simbolica o "tipo" del processo eterno religioso d'ogni uomo. Per questi motivi le sue opere (Chronica, Zeitbuch und Geschichtbibel, 1531; un Weltbuch di cosmografia, 1534; Germaniae Chronicon, 1538) segnano un superamento delle storie universali medievali. Nel 1534 pubblicò la traduzione dell'Elogio della pazzia di Erasmo.