Drammaturgo italiano (Prato 1877 - Zoagli 1949). Interventista e combattente della prima guerra mondiale, nel 1919 fu eletto deputato al parlamento. Grande fama gli procurarono i poemi drammatici La maschera di Bruto (1908), L'amore dei tre re (1910), Il Mantellaccio (1911), La Gorgona (1913) e soprattutto La cena delle beffe (1909), nei quali il motivo, tipicamente crepuscolare, del debole che vagheggia di evadere dalla realtà che l'opprime, viene trasportato in fogge medievali o rinascimentali, con una gonfiezza dannunziana di atteggiamenti, cui fa contrasto la prosasticità del verso. I drammi e le commedie che seguirono (L'arzigogolo, 1922; L'amorosa tragedia, 1925; Il vezzo di perle, 1926; Il ragno, 1935; L'elefante, 1936; L'orchidea, 1937), spesso di ambiente moderno, hanno pregi di mera teatralità. Più felice pertanto è il B. delle prime (e meno note) commedie come Tignola (1908), deliberatamente tenute su un piano intimista.