sinfonia
Forma musicale per orchestra
Composizione per orchestra affermatasi nel Seicento come brano strumentale introduttivo di un’opera o di una cantata, la sinfonia è divenuta nel Settecento una forma musicale da concerto autonoma e complessa. Tra la fine del secolo e per tutto l’Ottocento è stata uno dei più significativi mezzi espressivi musicali. La sua parabola termina con i compositori tardoromantici Anton Bruckner e Gustav Mahler allo schiudersi del Novecento
Il termine sinfonia deriva dal greco e ha il significato di «accordo di suoni». Il suo uso entrò nel lessico musicale moderno piuttosto tardi, verso la fine del 16° secolo: probabilmente il primo a usarlo in un componimento strumentale fu il madrigalista bresciano Luca Marenzio, per uno spettacolo dedicato a una festa nuziale.
Il termine fu poi usato in un duplice significato. Il primo, con riferimento al settore operistico, identifica un brano orchestrale autonomo, in sé compiuto, che precede l’inizio di un’opera lirica o di un’operetta, talvolta preannunciando disegni tematici dell’opera stessa; in Francia, e poi più universalmente, ha preso la designazione di ouverture. Il secondo significato, invece, appartiene a un periodo storico della musica europea, posto nel 18° secolo sotto la qualifica di stile classico.
La sinfonia, come è maturata nella più avanzata fase del melodramma sette-ottocentesco, è finalizzata a stimolare e predisporre lo stato d’animo degli ascoltatori e si presenta sotto due tipologie: una detta all’italiana, con una partizione dei tempi allegro-lento-allegro, per esempio in Alessandro Scarlatti, e l’altra alla francese, bipartita lento-allegro, secondo il prototipo dell’italo-francese Giovanni Battista Lully. Si tratta di due tipi formali ciascuno con una propria storia e con propri continuatori: Giovanni Paisiello, Niccolò Piccinni e altri nel primo caso; Françoise-André Philidor, André-Ernest-Modest Grétry e altri nel secondo.
Caso a parte è quello del grande operista bavarese Christoph Willibald Gluck, che realizzò una propria importante riforma del teatro musicale, determinante per la storia dell’opera, a cominciare proprio dalla fruizione della sinfonia. È all’esempio italiano che si ispira il genio assoluto di Wolfgang Amadeus Mozart, naturalmente trattando la sinfonia nel suo modo più libero e più appropriato, come avviene nelle Nozze di Figaro, nel Don Giovanni e in Così fan tutte, e utilizzando nell’intreccio orchestrale elementi tematici delle rispettive opere.
Per quel che riguarda la grande stagione operistica italiana del 19° secolo, da Gioacchino Rossini a Vincenzo Bellini a Gaetano Donizetti e a Giuseppe Verdi, è il primo a mostrarsi il più legato alla tradizione settecentesca – sia per il genere buffo sia per quello drammatico –, mentre con Verdi la sinfonia d’opera acquista caratteri più drammatici (Nabucco, La forza del destino, I vespri siciliani), oppure, perdendo in parte la sua funzione autonoma, fonde in modo più coerente l’introduzione orchestrale con il testo operistico (come nel preludio della Traviata).
Definizione della forma. Il prototipo della sinfonia tripartita di Alessandro Scarlatti si diffonde nei primi decenni del 18° secolo in tutta Europa e agli Italiani, più o meno concordemente, viene riconosciuto il merito di aver condotto il gioco, per esempio con Gian Battista Sammartini e con Antonio Vivaldi.
Comunque la forma sinfonia raggiunge il suo apice – inserendo tra i tre movimenti sopra indicati un ulteriore movimento (fra il secondo e il terzo) in forma di danza di minuetto – per opera di Franz Joseph Haydn, che tra il 1759 e il 1796 crea ben 104 sinfonie. A queste, la storia deve aggiungere le 40 sinfonie di Mozart e le 9 di Ludwig van Beethoven: questi compositori formano la famosa triade alla quale gli storici della musica attribuiscono il merito di aver definito i caratteri emblematici del sinfonismo europeo.
Le sinfonie dei grandi musicisti dell’Ottocento. All’eredità delle tre grandi personalità ricordate – e soprattutto di Beethoven – hanno attinto gran parte degli autori di sinfonie appartenenti all’età romantica: da Franz Schubert (8 sinfonie) a Felix Mendelssohn-Bartholdy (5 sinfonie), da Robert Schumann (4 sinfonie) a Johannes Brahms (4 sinfonie). In realtà, tuttavia, questo tipo di componimento si è diffuso nel corso del secolo all’intero universo musicale, con risultati a volte di altissimo livello, fino alla prima metà del 20° secolo.