Fisiologo (Londra 1857 - Eastbourne 1952). Studiò a Cambridge nel Laboratorio di fisiologia, a Londra nel St. Thomas's Hospital, dove si laureò in medicina nel 1885, e a Strasburgo con F. Goltz e J. R. Ewald. Fu professore di fisiologia alle università di Liverpool (1895-1913) e Oxford (1913-35); socio straniero dei Lincei (1905) e accademico pontificio (1936). Nel 1932 ottenne, con E. D. Adrian, il premio Nobel per le sue ricerche sulle funzioni del sistema nervoso, tema cui dedicò quasi esclusivamente tutta la sua lunga attività di scienziato. Sulla base di numerosi risultati sperimentali che misero in luce processi e fenomeni nuovi (innervazione antagonistica, innervazione reciproca, sinapsi, rigidità degli animali decerebrati, ecc.), S. elaborò una concezione sistematica dell'attività del sistema nervoso che ebbe un'influenza decisiva sullo sviluppo della ricerca neurofisiologica nella prima metà del Novecento. I principî di tale concezione sono esposti nell'opera The integrative action of the nervous system (1906). Il sistema nervoso ha la funzione di coordinare nello spazio e nel tempo il comportamento degli animali e dell'uomo. Il processo fondamentale di questa attività è il riflesso, su cui si fondano tutti gli atti comportamentali che un organismo svolge in risposta agli stimoli ambientali. Come i neuroni sono gli elementi anatomici costitutivi del sistema nervoso, i riflessi ne sono gli elementi funzionali. Le sinapsi collegano i neuroni tra di loro e permettono la connessione in unità integrate di processi riflessi diversi. Proprietà fondamentale dell'attività riflessa integrata è la sua adattabilità alle variazioni delle stimolazioni ambientali in modo da assicurare all'organismo animale il suo equilibrio con l'ambiente esterno. In The brain and its mechanisms (1933), e in particolare in Man on his nature (1940), S. inquadrò la propria concezione sull'attività del sistema nervoso in una teoria generale dei rapporti tra fisiologia e psicologia. Sostenne una posizione dualistica, attribuendo alla mente proprietà non riducibili a quelle delle funzioni cerebrali. Fu anche un valente storico della scienza (The endeavour of Jean Fernel, 1946) e autore di poesie (The assaying of Brabantius and other verse, 1925).