sistema sociale
Nella tradizione analitica delle scienze sociali l’espressione indica l’organizzazione complessiva dei rapporti e delle istituzioni collettive e, più in generale, le interazioni che in questa si stabiliscono secondo la logica compositiva che lega le parti al tutto. Ma le accezioni che il termine assume nelle teorie sociologiche sono molteplici, passando in particolare da modelli di riferimento di tipo analogico ad altri di tipo logico e formale. Il modello analogico di s.s. consiste nel rappresentare una realtà complessa attraverso il confronto con una realtà più semplice, descritte entrambe in termini di s.s., che si presume possa avere alcune proprietà simili a quelle che sono state scelte come oggetto di studio. In questo senso, l’idea di società elaborata dalla «protosociologia» (da autori come A. Comte, H. Spencer, É. Durkheim, che si situano in una linea di continuità con la filosofia sociale) è spesso basata sul ricorso alla metafora dell’organismo vivente, in quanto sistema biologico, e in seguito sul ricorso alla similitudine con i sistemi meccanici (la piramide, la scala, la bilancia, l’orologio) come, per es., nelle teorie sull’equilibrio sociale che V. Pareto trae dalla scienza economica. È in ogni caso diffusa, in questa accezione, la tesi che il s.s., al pari degli altri sistemi, costituisca una realtà concretamente osservabile. A differenza del modello analogico, il modello formale di sistema è una costruzione logica e simbolica di una situazione reale, elaborata mentalmente, che non ricorre al paragone con realtà di altra natura né presume di valere essa stessa come realtà distinta. La ricostruzione teoricamente più sofisticata in questo senso della nozione di sistema in sociologia si deve a T. Parsons e alla scuola struttural-funzionalista americana degli anni Cinquanta del 20° sec., secondo i quali il punto di partenza di ogni analisi della società è dato dallo studio dell’azione sociale, considerata appunto come s.s. nel contesto delle interdipendenze che la legano ad altri sistemi sottordinati (o sottosistemi: il sistema biologico, il sistema psichico, il s.s. e il sistema culturale) attraverso un ordine di controllo cibernetico che procede, in linea ascendente, per contenuto di informazione e, in linea discendente, per contenuto di energia. L’analisi sistemica della società costituisce, in questa chiave, un modello di astrazione logica che serve a organizzare il dato empirico in proposizioni generali, che abbiano a loro volta la proprietà di essere connesse secondo relazioni di interdipendenza funzionale. Secondo le numerose critiche rivolte all’approccio sistemico in sociologia, da vari punti di vista, questo si risolve troppo spesso in un’analisi statica, astorica e ideologicamente orientata alla conservazione dello status quo, perciò sostanzialmente incapace di dar conto dei conflitti e dei processi di mutamento che interessano la vita sociale. Inoltre, ed è la critica più diffusa nell’ambito dell’individualismo metodologico, quand’anche assunto in una prospettiva rigorosamente euristica, il concetto di s.s. non sembra potersi liberare dal presupposto olistico, secondo il quale il tutto non è il risultato della semplice somma delle parti che lo compongono, ma rappresenta sempre qualcosa di qualitativamente diverso rispetto a esse.