Sistema sociale
Parlare di 'sistemi sociali' presuppone l'applicazione della teoria generale dei sistemi all'analisi della realtà sociale (v. Bertalanffy, 1968; v. Buckley, 1967). In sociologia la teoria sistemica ha acquistato uno status riconosciuto come uno dei differenti paradigmi in competizione per l'interpretazione e la spiegazione dei fenomeni sociali. Secondo tale paradigma, la realtà sociale può essere concepita in termini sistemici, ossia come un sistema sociale, o come un insieme di sistemi sociali, o come formata da sistemi sociali che operano in un ambiente costituito da entità sistemiche e non sistemiche. La teoria dei sistemi si propone allora di indagare come e perché i sistemi sociali emergono da uno stato non sistemico, in che modo funzionano e possono continuare a funzionare, come si rapportano al loro ambiente, quali sono i meccanismi che ne garantiscono la sopravvivenza o l'estinzione.
In sociologia lo sviluppo di una teoria dei sistemi sociali si deve principalmente a Talcott Parsons. Dopo aver elaborato una teoria volontaristica dell'azione nella sua prima, importante pubblicazione, La struttura dell'azione sociale (1937), negli anni cinquanta Parsons si orientò verso l'analisi sistemica, offrendone nell'opera Il sistema sociale, apparsa nel 1951, la trattazione più organica e coerente (v. Parsons, 1937 e 1951; v. Parsons e Shils, 1951).Un sistema sociale può essere rappresentato da una relazione diadica tra due individui, un gruppo di persone, una famiglia, una classe scolastica, una banda giovanile, un seminario, un'università o qualunque altro tipo di organizzazione, come un'amministrazione pubblica o un'impresa privata, ma anche da un'intera società nazionale e persino dalla società mondiale, o da una suddivisione funzionale di una società come l'economia, la politica, la scienza o il sistema giuridico.
Secondo Parsons gli elementi fondamentali di un sistema sociale sono le interazioni sociali che si instaurano tra almeno due attori. 'Interazione' significa che almeno due attori strutturano le proprie azioni e aspettative sulla base della loro interpretazione delle azioni e delle aspettative dell'altro attore. Nel caso di due amici, ciascuno si aspetta che l'altro non arrivi in ritardo ad un appuntamento, e si aspetta altresì che questi nutra la stessa aspettativa e resterà deluso qualora questa andasse disattesa. Nella misura in cui sono interessati a conservare il rapporto di amicizia, entrambi cercheranno quindi di evitare di arrivare in ritardo, e nel caso ciò avvenisse, procureranno di fornire una giustificazione convincente e sincera. Le azioni e le aspettative dei due amici manifestano una relazione di complementarità, nel senso che l'azione di Ego è riferita all'aspettativa di Alter e viceversa, in un modo che può essere conforme o deviante. La complementarità infatti non presuppone la conformità alle aspettative, ma implica solo una relazione di riferimento reciproco di azioni e aspettative (v. Parsons e Shils, 1951, pp. 190-230; v. Parsons, 1977).
L'interazione tra due attori comporta uno scambio di gratificazioni e di deprivazioni, in quanto Ego tenderà a ricompensare Alter quando questi agisce in modo conforme alle aspettative e a penalizzarlo in caso contrario, e viceversa. Nel corso della loro interazione, entrambi gli attori sono posti di fronte al problema della duplice contingenza. Ciò significa che il successo delle loro azioni non dipende solo da condizioni oggettive esterne, ma anche dalle azioni e dalle aspettative dell'altro attore. Poiché sia l'uno che l'altro decidono in piena libertà, tutto diventa possibile e l'interazione acquista un carattere pressoché imprevedibile. Il problema fondamentale che si pone agli attori nell'interazione, pertanto, è quello di assicurare un minimo di prevedibilità reciproca delle azioni e delle aspettative. Si tratta del cosiddetto 'problema dell'ordine', che Parsons pone al centro della sua prima opera, La struttura dell'azione sociale, e che conserva un'importanza fondamentale anche per l'interpretazione dell'interazione sociale nella teoria dei sistemi sviluppata successivamente. Parsons continuerà a respingere ogni soluzione del problema dell'ordine che faccia riferimento agli interessi e ai calcoli utilitaristici degli attori, o al potere di cui essi dispongono.
Le interazioni e i sistemi sociali formati da interazioni non possono avere un carattere stabile e duraturo, in quanto la complementarità degli interessi può realizzarsi solo in misura limitata e la costrizione basata su un potere superiore genera sempre un contro-potere. Tra attori che agiscono liberamente solo il consenso su valori e norme condivisi può fornire le basi per un ordine sociale più stabile e duraturo. I valori comuni fungono da criteri per valutare le attività sociali e costituiscono altresì i fondamenti di legittimazione di norme più concrete in grado di guidare l'interazione sociale.
I valori e le norme condivisi debbono essere istituzionalizzati in sistemi sociali, e ciò significa che gli attori in un sistema di interazione si sostengono reciprocamente per quanto riguarda il carattere vincolante delle norme e dei valori, e in caso di devianza dagli stessi. Se esiste un'autorità speciale demandata al controllo della conformità degli attori alle norme, essa non può fare a meno del sostegno degli attori delle interazioni. Questo sostegno reciproco non potrà che costituire la regola se gli attori che partecipano alle attività del sistema sociale sono legati da un vincolo di impegno reciproco e di solidarietà. Valori e norme danno al sistema una struttura specifica e ne definiscono i confini rispetto all'ambiente. Ciò significa che esiste un consenso di fondo sul tipo di azioni che possono essere attese in una situazione in cui gli attori attribuiscono la loro interazione ad un sistema sociale. Un sistema sociale di amicizia sussiste solo nella misura in cui gli amici condividono valori e norme che definiscono il corso legittimo di un'interazione tra amici. Il sistema sociale di un seminario sussiste solo finché i partecipanti condividono determinate regole fondamentali relative alle modalità di comportamento nel contesto di un seminario. Il sistema sociale di un'impresa privata sussiste solo finché gli attori condividono determinate regole fondamentali sul comportamento nell'ambito di un'impresa. Il sistema sociale rappresentato da un'economia nazionale sussiste solo finché gli attori economici rispettano determinate regole relative alla competizione sul mercato, alla proprietà privata, al contratto e allo scambio. Il sistema sociale della politica, infine, sussiste solo finché gli attori coinvolti condividono determinate regole fondamentali relative all'acquisizione e all'applicazione del potere politico legittimo (v. Parsons e Shils, 1951, pp. 105-107 e 201-202).
Le norme che costituiscono le basi istituzionali di un sistema sociale possono essere valide per ogni attore allo stesso modo, oppure possono essere rivolte selettivamente ad un insieme di ruoli interrelati che vengono assunti e interpretati dagli attori nella loro interazione con altri attori. Un sistema di amicizia comprende i ruoli interrelati di amici, un seminario i ruoli di professore e studente, un'economia nazionale i ruoli di venditori e compratori, imprenditori e lavoratori, una democrazia politica i ruoli di governo e opposizione, di parlamentari ed elettori.
Esistono diversi tipi di sistema sociale: in primo luogo i sistemi di interazione, che richiedono agli attori la disponibilità reciproca; in secondo luogo i sistemi di organizzazione, basati sull'appartenenza; in terzo luogo i sistemi funzionali come l'economia, la scienza, la politica e il diritto, che presuppongono attori le cui azioni sono interdipendenti con riguardo alla soluzione di un problema funzionale specifico, come la gestione di risorse scarse, il progresso della conoscenza, la formazione di decisioni collettivamente vincolanti o l'interpretazione e l'applicazione della legge; in quarto luogo, infine, la società, il sistema più ampio di tutti, che dispone di una quantità massima di risorse sociali per la propria autoproduzione e riproduzione. I moderni Stati nazionali si sono sviluppati come sistemi sociali autopoietici di questo tipo, e tuttavia non sono completamente autonomi in quanto dipendono dall'input di risorse dall'esterno. Ciò che li distingue non è tanto l'autosufficienza quanto l'organizzazione incentrata sulla cittadinanza, la struttura statuale e la sovranità territoriale. I sistemi funzionali come l'economia e la scienza trascendono sempre più i confini degli Stati nazionali e operano ad un livello globale. Nella misura in cui questa globalizzazione funzionale si accompagna alla nascita di una comunità globale di Stati, si va realizzando quella che può essere definita 'società mondiale' (v. Parsons, 1966 e 1971).
Per poter funzionare i sistemi sociali devono conservare i propri confini rispetto al loro ambiente, ma nello stesso tempo devono impegnarsi in un interscambio di inputs e outputs con tale ambiente. Un'inadeguata conservazione dei confini e un'insufficiente mobilitazione dell'input di risorse determinano un imperfetto funzionamento del sistema e fanno insorgere istanze di un mutamento nelle definizioni di norme e ruoli. Se tale cambiamento non può essere realizzato entro i confini dei valori fondamentali che garantiscono l'identità, può verificarsi una trasformazione più radicale o addirittura la distruzione del sistema stesso. La conservazione dei confini e l'interscambio equilibrato con l'ambiente caratterizzano un sistema in condizioni di stabilità, ma questo stato costituisce l'eccezione piuttosto che la regola. La mancanza di consenso all'interno e lo squilibrio nell'interscambio di risorse con l'esterno provocano costantemente disfunzioni e mutamenti.
L'ambiente dei sistemi sociali è costituito da elementi sociali e non sociali che possono essere a loro volta organizzati in forma sistemica. Parsons introduce tre livelli di analisi dei sistemi sociali nel loro interscambio con l'ambiente sociale e non sociale, che corrispondono rispettivamente al sistema sociale, al sistema dell'azione e al sistema della condizione umana. Per quanto riguarda l'interscambio con l'ambiente, il sistema sociale è collegato ad altri tre sistemi: quello culturale, quello della personalità e quello comportamentale. A questo livello si parla di azione in generale (v. Parsons, 1951 e 1959; v. Parsons e Shils, 1951; v. Parsons e Platt, 1973). La sua scomposizione sistemica significa che qualsiasi interazione in un sistema sociale presuppone anche l'uso di simboli culturali e il linguaggio, le motivazioni e l'identità delle persone e i processi di apprendimento degli attori. I sistemi di personalità sono formati da 'disposizioni del bisogno' (need-dispositions) e dalla capacità di prestazione finalizzata allo svolgimento di determinate attività. I confini di tali sistemi sono dati dall'identità personale, vale a dire da ciò che un individuo pensa di essere in relazione ad altri individui. I sistemi culturali sono formati da simboli interrelati dotati di un significato che deve essere interpretato dagli attori. Essi forniscono il linguaggio per la comunicazione sociale e per le definizioni della situazione. I confini dei sistemi culturali sono fissati dal loro significato. Il terzo sistema nell'ambiente del sistema sociale al livello dell'azione in generale - il sistema dell'azione - è quello comportamentale (v. Lidz e Lidz, 1976), il quale è formato dai processi di apprendimento e implica la mobilitazione dell'intelligenza. Gli attori calcolano l'esito delle loro azioni in rapporto alla soddisfazione dei propri bisogni, e poiché tendono a ricercare le gratificazioni e ad evitare le penalizzazioni reitereranno quelle azioni che comportano la massima gratificazione e la minima penalizzazione - la quale ultima può consistere anche nella mancata gratificazione per una data azione. In base alle norme che regolano il sistema comportamentale, i clienti acquisteranno sempre nei negozi che a parità di qualità offrono i prezzi più convenienti, o a parità di prezzo la qualità migliore. L'intelligenza è il medium che consente di elaborare la massima quantità di dati per arrivare alle decisioni ottimali. La conservazione dei confini del sistema comportamentale equivale alla costante soddisfazione dei bisogni.
Al livello del sistema dell'azione il sistema sociale assolve una funzione specifica per il sistema globale: quella dell'integrazione. Ciò significa che simboli culturali, disposizioni del bisogno e ricerca del profitto si uniscono per formare un tutto coordinato. Questo avviene con la penetrazione degli outputs del sistema sociale nel sistema culturale, in quello di personalità e in quello comportamentale. L'output del sistema sociale è la strutturazione normativa dei simboli culturali, delle disposizioni del bisogno e della ricerca del profitto. Nella misura in cui tale processo di strutturazione avviene in modo socialmente coordinato, i simboli culturali, le disposizioni del bisogno e la ricerca del profitto condividono un orientamento normativo comune che li integra in una totalità. Affinché ciò si realizzi il sistema sociale deve essere esso stesso coordinato sulla base di un livello perlomeno minimale di impegno reciproco e di solidarietà.
La penetrazione della struttura normativa nei tre sistemi di cultura, personalità e comportamento, tuttavia, è solo un aspetto di una relazione reciproca che deve essere equilibrata affinché l'intero sistema dell'azione possa continuare ad esistere. È necessario dunque che il sistema sociale accolga a sua volta gli outputs del sistema culturale, del sistema di personalità e di quello comportamentale, ognuno dei quali assolve una funzione specifica per l'intero sistema.La funzione specifica del sistema culturale è quella della conservazione della struttura latente. L'output di tale sistema è dato dal significato, che consente la comunicazione tra le parti interagenti del sistema sociale. Poiché il significato dei simboli usati nella comunicazione va al di là della sua concreta realizzazione nelle norme dei sistemi sociali, essi sono responsabili di un progressivo mutamento e nello stesso tempo della continuità dei sistemi sociali.
La funzione specifica del sistema di personalità è quella del raggiungimento dello scopo. Esso fornisce agli attori la motivazione a partecipare alle attività dei sistemi sociali attraverso l'assunzione e la formazione di ruoli sociali. Senza personalità che agiscono in modo orientato allo scopo un sistema sociale non potrebbe raggiungere i suoi fini, ma il raggiungimento dei fini del sistema sociale presuppone la coordinazione dei molteplici e diversi scopi dei singoli attori.
La funzione del sistema comportamentale, infine, è rappresentata dall'adattamento del sistema dell'azione a situazioni mutevoli. Le capacità di apprendimento e la mobilitazione dell'intelligenza degli attori sono necessarie al sistema sociale per far fronte ai mutamenti nonché per conservarsi e progredire.
Il sistema sociale dunque richiede, per poter funzionare, un interscambio equilibrato di outputs con i sistemi di cultura, personalità e comportamento. Oltre a questo interscambio con l'esterno, però, esso deve anche differenziarsi internamente per soddisfare i requisiti funzionali fondamentali dell'adattamento, del raggiungimento dello scopo, dell'integrazione e della conservazione della struttura latente (v. Parsons, 1967 e 1969; v. Parsons e Smelser, 1956). Sono queste le funzioni fondamentali che ogni sistema sociale deve assolvere per poter continuare ad esistere. All'interno del sistema sociale l'adattamento consente di far fronte alla scarsità di risorse attraverso la divisione del lavoro e lo scambio di beni e servizi su mercati concorrenziali. Quando tali attività economiche sono organizzate in un complesso istituzionale con norme specifiche che regolano la proprietà e il contratto, si ha l'istituzionalizzazione di un sistema economico come sottounità del sistema sociale. Il denaro è il mezzo simbolico generalizzato che consente uno scambio economico indipendentemente dalla persona, dallo spazio e dal tempo.
Il raggiungimento dello scopo dipende dalla possibilità di indirizzare una molteplicità di fini diversi e confliggenti verso la realizzazione di scopi collettivi. Questa trasformazione di molteplici scopi individuali in un unico fine comune richiede l'organizzazione delle attività da parte di un complesso istituzionale di autorità - ossia l'istituzionalizzazione di un sistema politico. Il potere politico, legittimato da una costituzione comune, è il mezzo simbolico generalizzato che consente ai sistemi sociali di coordinare le motivazioni di molteplici attori indirizzandole verso il raggiungimento di un fine comune indipendente dalla persona, dallo spazio e dal tempo.
L'integrazione richiede l'impegno reciproco e la solidarietà dei diversi attori e parti di un sistema sociale. Quando tale impegno reciproco è organizzato da un complesso istituzionale di cittadinanza, si può parlare di un sistema istituzionalizzato di società civile. L'influenza è il mezzo simbolico di interscambio che facilita la cooperazione reciproca indipendentemente dalla persona, dallo spazio e dal tempo.La conservazione della struttura latente richiede la costruzione comune di significato nella comunicazione sociale. L'organizzazione della costruzione di significato sociale in un complesso istituzionale dà luogo ad un sistema fiduciario istituzionalizzato che include la comunicazione religiosa, morale, estetica e scientifica. In questo caso il mezzo simbolico di interscambio che facilita la costruzione di significato e la legittimazione dell'azione in modo indipendente dalla persona, dallo spazio e dal tempo è costituita dai valori.
Il funzionamento del sistema sociale dipende tanto dall'interscambio interno tra i sottosistemi quanto dall'interscambio esterno con i sistemi culturale, personale e comportamentale al livello del sistema dell'azione in generale. Così il sistema della società civile deve penetrare nei sistemi economico, politico e fiduciario per fornire loro una struttura normativa dell'azione, che implica un orientamento normativo comune dell'azione e la sua integrazione nei sistemi economico, politico e fiduciario. A sua volta, il sistema della società civile ha bisogno delle risorse del sistema economico per realizzare l'adattamento a situazioni mutevoli, del diritto positivo stabilito dal sistema politico per il conseguimento degli scopi comuni, e della costruzione di senso sociale del sistema fiduciario per assicurare la comprensione reciproca.
Nella fase finale dell'elaborazione della teoria sistemica, Parsons esplora il livello più generale della condizione umana, concepita anch'essa come sistema. Qui il sistema dell'azione, formato dai sistemi di società, cultura, personalità e comportamento viene studiato nel suo interscambio esterno con il sistema telico delle condizioni trascendentali dell'esistenza umana, con il sistema organico e con il sistema fisico-chimico. A questo livello sistemico il sistema dell'azione assolve la funzione dell'integrazione, il sistema telico la funzione della conservazione della struttura latente, il sistema organico la funzione del raggiungimento dello scopo e il sistema fisico-chimico la funzione dell'adattamento (v. Parsons, 1978).
Negli anni cinquanta la teoria sistemica di Parsons venne designata come teoria struttural-funzionalista in quanto collegava le strutture istituzionali a determinati requisiti funzionali. Negli anni sessanta Niklas Luhmann riprese e rielaborò la concezione parsonsiana sviluppando una nuova teoria sistemica, che si è andata affermando come la più influente nella sociologia contemporanea. In un primo tempo Luhmann definì il suo approccio in termini di struttural-funzionalismo, per poi approdare agli inizi degli anni ottanta alla cosiddetta teoria dei sistemi autopoietici (v. Luhmann, 1970, 1982 e 1984). Mentre Parsons prendeva le mosse dai sistemi e focalizzava l'attenzione sulle strutture che occorre istituire al fine di assolvere le funzioni necessarie alla loro esistenza, Luhmann assume come punto di partenza la complessità del mondo, e identifica la funzione fondamentale dei sistemi nella riduzione di tale complessità (v. Luhmann, 1970, pp. 113-117). È evidente in questa impostazione l'influenza dell'antropologia filosofica di Arnold Gehlen (v., 1950⁴). Per Luhmann la conservazione dei confini rispetto ad un ambiente infinitamente complesso diventa pertanto il principale problema che si trovano ad affrontare i sistemi.
Alla base della nascita dei sistemi sociali, secondo Luhmann, vi è una duplice contingenza. Con questo concetto egli fa riferimento alla situazione sperimentata da almeno due attori che si trovano a confrontarsi con l'interdipendenza delle loro azioni (v. Luhmann, 1984, pp. 148-190). La duplice contingenza quale esperienza comune fondamentale rappresenta il punto di partenza di un sistema sociale formato dalle comunicazioni tra gli attori impegnati in azioni interdipendenti. L'elemento basilare dei sistemi sociali è dunque la comunicazione, in cui si possono distinguere tre aspetti: l'informazione (messaggio), l'atto di trasmissione del messaggio e l'interpretazione del messaggio da parte di un attore (v. Luhmann, 1984, pp. 66-67 e 191-241). Poiché la duplice contingenza è una fonte potenziale di caos, Luhmann postula un processo catalitico in direzione di una comunicazione ordinata. Gli attori cercano costantemente di collegare la propria comunicazione con quella degli altri attori, e ciò porta alla creazione di sistemi sociali formati da comunicazioni continue. In questo senso l'ordine nasce dal 'rumore' (v. Luhmann, 1984, p. 172).
Un altro assunto fondamentale della teoria di Luhmann è quello secondo cui i sistemi sociali sono il frutto dell'interpenetrazione dei sistemi psichici di almeno due attori (ibid., pp. 150 e 286-345), ognuno dei quali osserva e interpreta le azioni dell'altro e formula assunzioni in merito alle proprie intenzioni e aspettative e a quelle dell'altro. Questi processi interni alla coscienza dei singoli attori formano il sistema psichico individuale. Tuttavia l'interpenetrazione dei sistemi psichici dà luogo ad un terzo sistema di natura diversa, un sistema sociale di comunicazione basato sulla formulazione, la trasmissione e l'interpretazione di messaggi reciproci. Ciò che nasce dallo scambio reciproco nel processo comunicativo è qualcosa di nuovo e di diverso rispetto ai processi interni dei sistemi psichici. Ad esempio, lo scambio epistolare tra due amici rappresenta la loro comunicazione come un sistema formato da messaggi interconnessi e da atti di trasmissione e di interpretazione di messaggi. Questo sistema sociale può essere studiato nelle sue dinamiche interne come qualcosa di separato dalle idiosincrasie psichiche dei due attori, anche quando questi non sono più in vita.
Dopo la svolta teorica dei primi anni ottanta, Luhmann arriva ad una concezione dei sistemi sociali come sistemi autoreferenziali e autopoietici, che riproducono i propri elementi a partire da se stessi (v. Luhmann, 1984, pp. 57-67 e 593-646; v. Maturana e Varela, 1980). Nel caso dei sistemi sociali, ciò significa che la comunicazione viene riprodotta dalla comunicazione. In questo processo i sistemi sociali devono preservare i propri confini differenziandosi sia dagli altri sistemi che dal proprio ambiente, trasformando il rumore ambientale e i fenomeni di disturbo in risorse sistemiche. A tal fine essi debbono stabilire un codice che consenta loro di tracciare una distinzione tra sistema e ambiente, tra eventi interni ed eventi esterni. Qui Luhmann si riallaccia alla filosofia del costruttivismo radicale (v. Schmidt, 1987) e alla matematica della forma di George Spencer Brown. Per i sistemi sociali in generale il codice in questo caso corrisponde alla distinzione tra collegamento e non collegamento comunicativo. In questo senso il codice di un sistema opera una distinzione binaria: ciò che può essere collegato in modo dotato di senso alla comunicazione esistente nel sistema è accolto, ciò che non è collegato viene respinto.
Tutto ciò che accade nell'ambiente di un sistema sociale può essere osservato e incorporato nel sistema solo sotto forma di comunicazione, e quindi può essere elaborato entro il sistema nel suo codice specifico. I sentimenti di gioia o di tristezza di un individuo non possono mai entrare nel sistema sociale costituito da una coppia come sentimenti nella loro originaria natura psichica, ma solo sotto forma di comunicazione. Ciò che viene elaborato nel sistema sociale non è il sentimento di una data persona, ma la comunicazione relativa a quel sentimento; il sistema sociale può solo costruire una interpretazione comune del significato del messaggio relativo ai propri sentimenti che Ego trasmette ad Alter, e una interpretazione comune della reazione di Alter a tale messaggio. Le variazioni del sentimento stesso, tuttavia, sono controllate unicamente dal sistema psichico di Ego, che percepisce ed elabora l'informazione in base al proprio codice psichico di distinzione tra identità e non identità nell'esperienza dell'attore. Di conseguenza i sistemi psichici influenzano i sistemi sociali e viceversa, ma poiché si tratta di sistemi autopoietici, occorre tenerli distinti sul piano analitico. Gli aspetti psicologici peraltro non restano esclusi dall'analisi sistemica, ma vengono considerati nella loro interpenetrazione con il sistema sociale. Conformemente all'approccio sistemico, Luhmann deve operare una distinzione analitica scomponendo il soggetto umano nei due ruoli di comunicatore a livello del sistema sociale e di costruttore di identità a livello del sistema psichico. Il soggetto, la persona, non scompare, ma viene scomposto per ragioni analitiche in sistemi che si interpenetrano. Il soggetto umano nella sua piena libertà non viene negato da Luhmann in quanto tale, ma sotto questo aspetto esso non può costituire l''oggetto' di un'analisi scientifica, perché ciò sarebbe una contraddizione in termini.
La costituzione di un codice binario è la precondizione per l'autopoiesi dei sistemi, i quali devono disporre inoltre di un programma che determini in che modo la distinzione elementare del codice debba essere applicata in situazioni concrete - ad esempio cosa può essere o meno collegato alla comunicazione esistente in un sistema sociale. L'amicizia, il matrimonio, o un gruppo di lavoro sono esempi di sistemi sociali con un particolare programma per distinguere il collegamento e il non collegamento nella comunicazione, basato sul mutuo consenso su ciò che va incluso o escluso rispettivamente dall'amicizia, dal matrimonio o dal gruppo di lavoro. I sistemi sociali debbono elaborare le comunicazioni secondo i propri codici specifici, che non possono essere cambiati all'interno di un sistema, ma solo attraverso la sua distruzione e la creazione di un nuovo sistema. I programmi, per contro, possono essere cambiati all'interno del sistema stesso.
Secondo Luhmann esistono vari tipi di sistema sociale: dai sistemi di interazione alle organizzazioni, ai sistemi funzionali, alle società. Adottando una prospettiva evoluzionistica, egli postula un passaggio dalla differenziazione segmentaria delle società primitive formate da unità eguali - famiglie e clan - alla differenziazione gerarchica dei ceti nelle società tradizionali, e infine alla differenziazione funzionale delle società moderne. Queste ultime sono formate da sottosistemi specializzati come l'economia, la politica, il diritto e la scienza, che sono preposti all'assolvimento di funzioni specifiche e operano in modo autopoietico; ciascuno di essi possiede un proprio codice binario in base al quale operare una distinzione, rispettivamente, tra redditività e non redditività, possesso e mancanza di potere, legale e illegale, vero e falso (v. Luhmann, 1986, 1988, 1990 e 1993). La progressiva differenziazione funzionale della società in sottosistemi autopoietici segna la scomparsa di qualunque centro e gerarchia. L'integrazione nelle società moderne può essere concepita solo in termini di interrelazione tra sistemi autopoietici, facilitata dal cosiddetto accoppiamento strutturale, che consiste nella trasformazione reciproca di eventi esterni in risorse sistemiche attraverso codici e programmi adeguati. Mentre nella concezione di Parsons il sistema dell'economia, ad esempio, può funzionare solo se è penetrato dalle risorse della legittimazione culturale, dell'integrazione comunitaria e della guida politica (v. Parsons e Smelser, 1956), secondo Luhmann esso deve conservare la propria differenza rispetto ai sistemi fiduciario, comunitario e politico, e deve altresì trasformare interamente gli effetti di tali sistemi in risorse interne di tipo economico (v. Luhmann, 1988). La distinzione tra i sistemi funzionalmente differenziati nella teoria di Luhmann è quindi assai più netta che in quella di Parsons. L'interpenetrazione dei sistemi lascia inalterato il loro funzionamento interno. Il programma di ogni sistema viene stabilito unicamente in base al suo specifico codice funzionale, e viene cambiato al fine di massimizzare l'efficienza del sistema. Per Parsons invece il programma dei sistemi funzionalmente differenziati non è strutturato unicamente in base ai loro specifici requisiti funzionali, ma è esso stesso il risultato di una interpenetrazione. Ciò significa, ad esempio, che nelle società moderne la formazione del programma che guida le transazioni economiche non dipende solo dai requisiti funzionali di tipo economico, ma anche dai requisiti culturali di legittimazione in senso più ampio, dai requisiti sociali di integrazione degli attori economici in una comunità di parti contraenti, e dai requisiti politici di orientamento delle attività economiche verso fini comuni.
Nella concezione di Luhmann ogni sistema sociale può percepire solo ciò che il suo codice gli permette di percepire. In questo senso si tratta di sistemi 'tautologici'. Questa chiusura è nello stesso tempo la condizione dell'apertura all'ambiente del sistema, in quanto in questo modo esso è in condizione di far fronte ad ogni evento dell'ambiente senza mettere a rischio la propria esistenza. Tutto ciò che accade all'esterno del sistema può essere trasformato in una risorsa interna. È questo il 'paradosso' dei sistemi. Quando ciò si traduce in un'eccessiva cecità che mette a rischio il sistema stesso, questo può intraprendere un processo di 'detautologizzazione' e di 'deparadossalizzazione', che consiste nell'osservare le proprie percezioni ad un metalivello. Il risultato può essere un cambiamento del programma che regola le percezioni del primo livello.
Secondo Luhmann nelle società funzionalmente differenziate il coordinamento dei vari sottosistemi non può avvenire a partire da un centro, ma solo dall'interno di uno o più sistemi attraverso la formazione di osservazioni di secondo livello; ciò implica sempre, tuttavia, un processo di ricostruzione dal punto di vista di un codice funzionalmente differenziato. Per questo motivo le società moderne sono caratterizzate dalla competizione tra i diversi sistemi funzionali che devono costantemente razionalizzare i propri programmi per neutralizzare gli effetti degli altri sistemi razionalizzanti. La progressiva espansione dei sistemi funzionali in competizione reciproca potrebbe portare in ultimo alla distruzione della società stessa; si tratta peraltro di una conseguenza logica sul piano della costruzione teorica, ma non è affatto detto che il processo reale debba andare in questa direzione. È questo il punto debole della teoria sistemica di Luhmann, che lascia senza risposta la questione dell'integrazione delle società moderne. Parsons per contro lascia aperta perlomeno una strada per l'integrazione sul piano della teoria, in quanto nella sua concezione l'interpenetrazione non determina necessariamente un'espansione e una razionalizzazione funzionale di tipo unilaterale, ma collega il programma di ogni sistema ai requisiti degli altri sistemi.
Sia la teoria di Parsons che quella di Luhmann sono state oggetto di aspre critiche in quanto presterebbero scarsa attenzione all'individuo e alla sua razionalità e/o creatività nel determinare la propria situazione dell'azione e nel creare e ricreare situazionalmente gli ordini dell'azione (v. Homans, 1961; v. Dahrendorf, 1958; v. Garfinkel, 1967; v. Blumer, 1969; v. Habermas, 1981; v. Joas, 1992). La vita sociale è vista invece come un incessante processo di creazione da parte di individui singoli in questa prospettiva critica, che oppone all'approccio sistemico varie teorie alternative dell'azione: le teorie dello scambio, della scelta razionale e del conflitto, l'interazionismo simbolico, l'etnometodologia e la teoria della comunicazione, nonché gli approcci che cercano di collegare l'azione individuale con contesti istituzionali. Tuttavia queste critiche sono in larga misura ingiustificate, in quanto la teoria sistemica non ignora affatto la complessa interdipendenza tra l'ordine sociale e la scelta e la spontaneità individuali, ma cerca piuttosto di concettualizzare tale interdipendenza in modo da rendere quest'area suscettibile di un'analisi scientifica sistematica che vada al di là di un semplice richiamo alla creatività e alla spontaneità. Senza dubbio, l'analisi scientifica per sua stessa natura tende a trattare come 'oggetto' dal punto di vista di un osservatore esterno ciò che è 'soggetto' dal punto di vista interno dell'attore. Lo iato tra queste due prospettive, tuttavia, non può essere colmato entro i confini di una scienza inevitabilmente 'oggettivante', e questo è un problema che si pone alle teorie alternative dell'azione non meno che alle teorie sistemiche. Il criterio per misurare la validità scientifica di queste ultime non può essere il riferimento alla soggettività umana, bensì la capacità di spiegare le interdipendenze tra ordine sociale e attività umana. Sotto questo aspetto i contributi delle teorie dell'azione non possono rimpiazzare interamente quello delle teorie sistemiche. Il punto di forza di queste ultime è rappresentato proprio dal loro quadro concettuale più elaborato, il quale consente di operare distinzioni e di esplorare interdipendenze che difficilmente possono essere colte dalle teorie dell'azione concettualmente più deboli. Al di là di queste differenze, peraltro, nulla impone di effettuare una scelta tra le due prospettive. Le teorie sistemiche e le teorie dell'azione possono essere applicate in modo complementare, a seconda dei problemi e delle tematiche sulle quali di volta in volta viene focalizzata l'attenzione (v. Loubser e altri, 1976; v. Münch, 1982, 1987 e 1994; v. Alexander, 1982-1983, vol. IV). (V. anche Azione sociale; Complessità sociale; Formazioni economico-sociali; Funzionalismo e neofunzionalismo; Sistemi, teoria dei; Struttura sociale).
Alexander, J. C., Theoretical logic in sociology, 4 voll., Berkeley, Cal., 1982-1983.
Bertalanffy, L. von, General system theory: foundations, development, applications, New York 1968 (tr. it.: Teoria generale dei sistemi, Torino 1971).
Blumer, H., Symbolic interaction: perspective and method, Englewood Cliffs, N.J., 1969.
Buckley, W., Sociology and modern systems theory, Englewood Cliffs, N.J., 1967 (tr. it.: Sociologia e teoria dei sistemi, Torino 1976).
Dahrendorf, R., Out of utopia: toward a reorientation of sociological analysis, in "American journal of sociology", 1958, LXIV, pp. 115-127.
Garfinkel, H., Studies in ethnomethodology, Englewood Cliffs, N.J., 1967.
Gehlen, A., Der Mensch, seine Natur und seine Stellung in der Welt, Bonn 1950⁴.
Habermas, J., Theorie des kommunikativen Handelns, 2 voll., Frankfurt a.M. 1981 (tr. it.: Teoria dell'agire comunicativo, 2 voll., Bologna 1986).
Homans, G. C., Social behavior: its elementary forms, New York 1961 (tr. it.: Le forme elementari del comportamento sociale, Milano 1975).
Joas, H., Die Kreativität des Handelns, Frankfurt a.M. 1992.
Lidz, C. W., Lidz, V. M., Piaget's psychology of intelligence and the theory of action, in Explorations in general theory in social science. Essays in honor of Talcott Parsons (a cura di J. J. Loubser, R. C. Baum, A. Effrat e V. M. Lidz), New York 1976, pp. 195-239.
Loubser, J. J., Baum, R. C., Effrat, A., Lidz, V. M. (a cura di), Explorations in general theory in social science. Essays in honor of Talcott Parsons, New York 1976.
Luhmann, N., Soziologie als Theorie sozialer Systeme, in Soziologische Aufklärung, vol. I, Opladen 1970, pp. 113-136.
Luhmann, N., Autopoiesis, Handlung und kommunikative Verständigung, in "Zeitschrift für Soziologie", 1982, XI, pp. 366-379.
Luhmann, N., Soziale Systeme. Grundriss einer allgemeinen Theorie, Frankfurt a.M. 1984 (tr. it.: Sistemi sociali, Bologna 1990).
Luhmann, N., Ökologische Kommunikation, Opladen 1986 (tr. it.: Comunicazione ecologica. Può la società moderna adattarsi alle minacce ecologiche?, Milano 1992³).
Luhmann, N., Die Wirtschaft der Gesellschaft, Frankfurt a.M. 1988.
Luhmann, N., Die Wissenschaft der Gesellschaft, Frankfurt a.M. 1990.
Luhmann, N., Das Recht der Gesellschaft, Frankfurt a.M. 1993.
Maturana, H. R., Varela, F. J., Autopoiesis and cognition: the realization of the living, Dordrecht 1980 (tr. it.: Autopoiesi e cognizione. La realizzazione del vivente, Venezia 1988²).
Münch, R., Theorie des Handelns. Zur Rekonstruktion der Beiträge von Talcott Parsons, Émile Durkheim und Max Weber, Frankfurt a.M. 1982.
Münch, R., Parsonian theory today: in search of a new synthesis, in Social theory today (a cura di A. Giddens e J. H. Turner), Cambridge 1987, pp. 116-155.
Münch, R., Sociological theory, 3 voll., Chicago, Ill., 1994.
Parsons, T., The structure of social action (1937), New York 1968 (tr. it.: La struttura dell'azione sociale, Bologna 1987).
Parsons, T., The social system, Glencoe, Ill., 1951 (tr. it.: Il sistema sociale, Milano 1965).
Parsons, T., An approach to psychological theory in terms of the theory of action, in Psychology: a study of a science (a cura di S. Koch), vol. III, New York 1959, pp. 612-711.
Parsons, T., Societies, evolutionary and comparative perspectives, Englewood Cliffs, N.J., 1966 (tr. it.: Sistemi di società, vol. I, Le società tradizionali, Bologna 1971).
Parsons, T., Sociological theory and modern society, New York 1967 (tr. it.: Teoria sociologica e società moderna, Milano 1971).
Parsons, T., Politics and social structure, New York 1969 (tr. it.: Sistema politico e struttura sociale, Milano 1975).
Parsons, T., The system of modern societies, Englewood Cliffs, N.J., 1971 (tr. it.: Sistemi di società, vol. II, Le società moderne, Bologna 1973).
Parsons, T., Social systems, in Social systems and the evolution of action theory, New York 1977, pp. 177-203.
Parsons, T., Action theory and the human condition, New York 1978.
Parsons, T., Platt, G. M., The American university, Cambridge, Mass., 1973.
Parsons, T., Shils, E. A., Values, motives, and systems of action, in Toward a general theory of action (a cura di T. Parsons e E. A. Shils), Cambridge, Mass., 1951, pp. 45-275.
Parsons, T., Smelser, N. J., Economy and society. A study in the integration of economic and social theory, New York 1956 (tr. it.: Economia e società. Uno studio sull'integrazione della teoria economica e sociale, Milano 1970).
Schmidt, S. J., Der Diskurs des radikalen Konstruktivismus, Frankfurt a.M. 1987.