solipsismo Termine filosofico con cui si indica l’orientamento di chi considera il soggetto come l’unica autentica realtà, sia dal punto di vista pratico, ponendo l’interesse individuale a fondamento determinante dell’azione, sia da quello gnoseologico-metafisico, intendendo la realtà esterna come semplice rappresentazione della coscienza soggettiva.
È soprattutto in quest’ultima accezione, comunque, che il problema del s. è stato discusso, e probabilmente la formula solipsistica per eccellenza è l’esse est percipi di G. Berkeley, il cui idealismo soggettivo nega che la realtà esterna possieda un’esistenza indipendente dal soggetto conoscente. Avversato già da T. Reid e dalla scuola scozzese del senso comune (➔ senso), il s. è successivamente oggetto di critica da parte di I. Kant, che ne mostra l’infondatezza gnoseologica attraverso la nozione di ‘io penso’ o ‘soggetto trascendentale’, la cui caratteristica è quella dell’intersoggettività e quindi di una forma di universalità. Nel pensiero contemporaneo il problema è riproposto da L. Wittgenstein, che nel Tractatus logico-philosophicus sostiene un s. di tipo linguistico per il quale ‘i limiti del mio linguaggio sono i limiti del mondo’, intendendo affermare non tanto una forma di idealismo soggettivo quanto l’impossibilità di trascendere il piano linguistico nell’attività conoscitiva. In Der logische Aufbau der Welt, R. Carnap sostiene un rigoroso fenomenismo sulla base di un ‘s. metodologico’ che, ritenendo in ogni caso infondato il tradizionale s. gnoseologico-metafisico, considera come punto di partenza della conoscenza le esperienze elementari vissute senza tuttavia rinunciare al conseguimento dell’intersoggettività. La questione del s. è inoltre ampiamente discussa nella filosofia analitica (Wittgenstein, A.J. Ayer, P.F. Strawson, J.T. Wisdom) nell’ambito del cosiddetto ‘problema delle altre menti’, il problema cioè del modo in cui un soggetto individuale sa o accerta che anche gli altri hanno esperienze e stati mentali simili a quelli che egli stesso può sperimentare in sé stesso per via introspettiva.