(serbocr. Split) Città della Croazia (175.140 ab. nel 2007), capoluogo della contea Spalato-Dalmazia, situata su un promontorio, alle falde del Monte Marjan (175 m), presso un’insenatura munita di un buon porto, attivo soprattutto per il traffico passeggeri. Dista 5 km dalle rovine della romana Salona (➔). Presenta vari quartieri con caratteri topografici distinti. Il nucleo più antico è la Città Vecchia, entro le mura del palazzo di Diocleziano, densamente abitata, divisa in quattro parti da due calli che s’incrociano ad angolo retto. A O è la Città Nuova e tutt’intorno si trovano i sobborghi moderni. Industrie alimentari, chimiche, elettrotecniche. Molto sviluppato il turismo.
S. fu fondata nel 615, quando, invasa la Dalmazia dagli Avaro-Slavi e rotta la resistenza di Salona, milizie salonitane si asserragliarono nel grande palazzo che Diocleziano aveva fatto costruire a 5 km da Salona. Politicamente la città appartenne all’Impero Bizantino, dipendendo fino al 751 dall’esarcato di Ravenna, poi dallo stratego del tema di Dalmazia. Nel 1000 S. passò sotto la sovranità di Venezia. Dal 1133 al 1327 il comune di S. fu sotto la sovranità ungherese; dopo un trentennio di amministrazione veneziana, dal 1357 S. fu nuovamente sotto la diretta sovranità ungherese, fino al 1420. In quell’anno la città ritornò sotto la signoria di Venezia, che durò fino al 1797, quando per il trattato di Campoformio S. fu occupata dall’Austria, che la tenne fino al 1806. Dal 1806 al 1809 fu annessa al Regno Italico e dal 1809 al 1813 alle Province Illiriche. Dal 1814 al 1918 fu di nuovo sotto l’Austria, conservando il suo carattere italiano e accogliendo largamente le idee del Risorgimento. Assegnata all’Italia dal patto di Londra (1915), S. fu ceduta alla Iugoslavia con il trattato di Rapallo (1920). Nell’aprile 1941, fu occupata dalle truppe italiane e nel maggio fu istituita, in seno al Governatorato italiano di Dalmazia, la provincia di S.; occupata dai Tedeschi nel 1943, nel 1944 fu nuovamente annessa alla Iugoslavia, nell’ambito della Repubblica croata, di cui ha seguito le vicende politiche.
Il palazzo di Diocleziano, costruito (293-305) forse da un architetto orientale, ha pianta trapezoidale, con base maggiore (a S, lungo la riva del mare) di circa 160 m. Agli spigoli sono quattro torri quadrate (perduta quella di SO), a metà dei quattro lati è una porta. All’interno del palazzo s’incrociano due vie principali porticate, in senso E-O e N-S; quest’ultima ha a S un’area colonnata, il peristilio (qui, alcuni palazzi con facciate veneziane); a S l’atrio, con porta scolpita, immette nel vestibolo (la rotonda). Nella Città Vecchia sono S. Martino e la Madonna del campanile, preromaniche. Il duomo, ottagonale e periptero all’esterno, circolare all’interno, è il mausoleo imperiale, adibito al culto nel 7° sec.; nell’interno, con cupola, doppio ordine di colonne sovrapposte e nicchie nelle pareti, notevoli un pulpito e un coro ligneo romanico, l’arca di S. Doimo, di Bonino da Milano (1427; ricostruita 1958) e quella di S. Anastasio di Giorgio Orsini (1450). La porta lignea è di Andrea Buvina (1214). Il campanile (sec. 13°) fu ricostruito nel 1882-1908. Il battistero è il tempio, prostilo con cripta, dedicato a Giove da Diocleziano. Sulla Piazza dei Signori, palazzi tipicamente veneziani (Palazzo del Comune: 1432, ricostruito 1891, sede del Museo Etnografico). Tra la Città Nuova e il Borgo Grande è la piazza circondata da portici, detti le Procuratie, progettata dal podestà Baiamonti (chiesa di S. Francesco, con chiostro gotico).