Nome d'arte del regista statunitense Shelton Jackson Lee (n. Atlanta 1958), uno dei più significativi esponenti della cultura afroamericana nel cinema contemporaneo. Segnalatosi con la regia di She's gotta have it (Lola Darling, 1986), ha poi diretto Do the right thing (1989), Mo' better blues (1990), Jungle fever (1991), nei quali compare anche come interprete, e Malcolm X (1992). Con Crooklyn (1994), Clockers (1995), Girl 6 (Girl 6 - Sesso in linea, 1996), Get on the bus (Bus in viaggio, 1996), 4 little girls (1997), He got game (1998), Summer of Sam (Summer of Sam - Panico a New York, 1999), Bamboozled (2000) ha continuato a realizzare un cinema brillante e volutamente provocatorio, di forte impatto visivo ed emotivo. L. ha spesso rappresentato il microcosmo dei ghetti neri di Brooklyn e ha frequentemente fatto ricorso a tonalità cromatiche accese, a immagini distorte (sul modello dei videoclip) e alla musica nera. Ha diretto ancora: 25th hour (2002); She hate me (2004); Inside man (2006). Autore nel 2006 del documentario When the levees broke. A requiem in four acts, lucida e drammatica analisi dell'inefficienza degli organi governativi statunitensi nel fronteggiare l'emergenza prodotta dall'uragano Katrina a New Orleans, nel 2008 ha diretto Miracle at St. Anna, pellicola tratta dall'omonimo romanzo di J. McBride (trad. it. 2002) e ambientata nel paese toscano di Sant'Anna di Stazzema, dove nell'agosto del 1944 i nazisti massacrarono circa 600 persone. Dopo aver diretto numerose serie televisive, nel 2012 è tornato alla regia cinematografica con la pellicola Red hook summer e con Bad 25, documentario sulla genesi dell'album Bad di M. Jackson a 25 anni dalla sua pubblicazione, presentato fuori concorso alla 69a edizione della Mostra del cinema di Venezia, cui hanno fatto seguito i film Oldboy (2013), Da Sweet Blood of Jesus (2014), Chi-Raq (2015), BlacKkKlansman (2018, Grand Prix alla 71a edizione del Festival di Cannes e Oscar 2019 alla migliore sceneggiatura non originale) e Da 5 Bloods (2020). Il regista è stato insignito dell'Oscar alla carriera 2016. Nel 2020 è stato designato presidente di giuria al Festival di Cannes, annullato per l'emergenza pandemia, ha ricoperto il ruolo l'anno successivo.