stent Denominazione (dal nome del dentista britannico C.R. Stent, 1807-1885) di dispositivi usati per mantenere pervie componenti anatomiche tubulari. Le indicazioni riguardano stenosi benigne o maligne inoperabili di tutte le vie anatomiche raggiungibili con l’endoscopia: digestive (esofago, dotto biliare e pancreatico, retto e colon inferiore), urinarie (soprattutto in caso di cancro prostatico inoperabile) e respiratorie. Nell’ambito della radiologia interventistica vascolare e della cardiologia, il posizionamento di uno s. completa la procedura di angioplastica percutanea (➔ angioplastica), che viene eseguita come trattamento delle stenosi venose o più comunemente arteriose. La tecnica consiste nell’introduzione nel vaso interessato di un catetere munito di palloncino, che viene fatto progredire sotto controllo radioscopico sino al tratto stenotico. Lo s., montato sul palloncino ancora chiuso, viene disteso al momento del gonfiaggio del palloncino e, aderendo alla parete vasale, ne mantiene pervio il lume nel tempo. La tecnica si è perfezionata con l’allestimento di endoprotesi di calibro e lunghezza di volta in volta riprogettate per nuove esigenze, fino alla costruzione di s. vascolari a rete metallica sempre più sottile, in modo da favorirne la biointegrazione. In alcuni casi, per evitare che la stenosi torni a formarsi si impiegano s. medicati, che rilasciano localmente molecole ad attività anti-proliferativa.