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Mallarmé, Stéphane

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Poeta francese (Parigi 1842 - Valvins, Fontainebleau, 1898). Fu uno dei massimi esponenti della poesia simbolista. Nei suoi versi cercò di raggiungere la "poesia pura", mediante un linguaggio che, con ermetica oscurità, comunicasse al lettore attraverso la musicalità del ritmo e dei suoni e la suggestione delle immagini; la sua poesia, che con un linguaggio raffinato e involuto cerca di attingere al fondo misterioso della vita e ai suoi rapporti con il cosmo, è accompagnata da un senso costante di fallimento e di disperazione. Tra le opere: l'egloga L'Après-midi d'un faune  (1876) e il poema Hérodiade (1864-67).

Vita

Studiò a Parigi e a Sens, con risultati ora brillanti, ora mediocri. Dal 1862 cominciò la sua collaborazione, con articoli e poesie, alle riviste letterarie. Nel 1863 fu nominato professore d'inglese al liceo di Tournon, e proseguì la sua modesta carriera nei licei di Besançon (1866), di Avignone (1867) e infine in quelli parigini (Fontanes, Janson-de-Sailly, Rollin), dal 1871 al 1894. Nel 1894 chiese il collocamento a riposo e si ritirò con la famiglia a Valvins, in una casetta sulle rive della Senna, dove potè proseguire il suo ostinato lavoro di poeta tormentato, assorto in una meditazione d'arte che avrebbe esercitato una grande influenza sulle nuove generazioni letterarie.

Opere

Fin dai suoi primi versi, pubblicati nell'Artiste e nel Parnasse contemporain (1866 e 1871), pur nell'evidente imitazione di Baudelaire (la lettura delle Fleurs du Mal lo sconvolse e suggestionò profondamente) si manifesta una sua originale ricerca di espressioni più dense, essenziali, ermetiche: la poesia deve avere necessariamente per lui un linguaggio per iniziati, oscuro, misterioso, atto a dipingere non la cosa, ma l'effetto che la cosa produce. E questo per l'angoscia fondamentale della situazione del poeta: la sua aspirazione alla purezza, all'assoluto, la sua coscienza del Nulla, il suo sperato conforto nella Bellezza. Da tale tensione drammatica, che conosce continue crisi d'impotenza e l'ossessione della creazione, nasce una poesia che cerca di modularsi sul ritmo essenziale dell'esistenza spirituale, di attingere il puro pensiero, il fondo misterioso della vita, i suoi rapporti col cosmo; e sembra librarsi su un abisso di vuoto e di silenzio, con un senso costante di fallimento, di disperazione. Di qui l'opera in buona parte frammentaria e nel complesso gracile di M., dall'egloga L'Après-midi d'un faune (1865; pubbl. 1876) a Hérodiade (1864-67; pubbl. 1871), ai Feuillets d'Album, ai Vers de circonstance, ai "tombeaux", agli "éventails". Ma nei suoi rari volumetti, che contengono anche pagine di critica e traduzioni (Poésies, 1887; Album de vers et de prose, 1887; Les poèmes d'E. Poe, 1888; Pages, 1891; Vers et prose, 1893; La musique et les lettres, 1895; Divagations, 1897), sono alcune fra le più celebri liriche della poesia moderna: Apparition, Les Fenêtres, Les Fleurs, L'Azur, Brise marine, Sainte, Prose (pour des Esseintes), ecc. A questa esile produzione sono da aggiungere il racconto Igitur ou la Folie d'Elbehnon (1869; pubbl. 1925) e la prosa ritmica, originalissima nella sua oscurità e nella disposizione tipografica, Un coup de dés jamais n'abolira le hasard (1897; ried. 1914). Sull'opera sua, misconosciuta o incompresa in un primo tempo (i redattori della terza serie del Parnasse contemporain non vollero pubblicare L'Après-midi d'un faune) richiamarono l'attenzione P. Verlaine nei suoi Poètes maudits (1884) e J.-K. Huysmans nel suo romanzo À rebours (1884). M. fu considerato, accanto a Verlaine, maestro della scuola simbolista; la sua casa, rue de Rome, 87, in cui abitò dal 1875, fu frequentata da letterati e artisti; accorsero ai suoi "mardis" specialmente i giovani poeti e scrittori: P. Valéry, A. Gide, P. Louÿs, F. Viélé-Griffin, H. de Régnier, J. Moréas, P. Claudel, ecc. Anche fuori della Francia la poesia di M. ha avuto largo seguito, se non subito, col diffondersi del gusto e della poetica del decadentismo. In Italia il suo influsso, già avvertibile nelle esperienze liriche e "frammentiste" delle generazioni postdannunziane, si fa soprattutto evidente negli anni fra le due guerre, con l'ermetismo.

Vedi anche
Paul Valéry Valéry ‹valerì›, Paul. - Poeta francese (Sète 1871 - Parigi 1945).  Consacrato erede di S. Mallarmé e maestro del simbolismo con La jeune Parque (1917), pubblicò poi diversi titoli, tra cui, Charmes (1922), la sua raccolta più importante.  Vita. Di padre corso e madre italiana, studiò legge a Montpellier, ... Charles Baudelaire Poeta francese (Parigi 1821 - ivi 1867). Pur fra interpretazioni diverse o opposte, è ritenuto l'iniziatore di un nuovo corso poetico, e la sua opera viene collocata fra le più alte espressioni della poesia di tutti i tempi e paesi. Autore di un unico ma fondamentale libro di poesie, Fleurs du Mal (1857), ... André Gide Gide ‹ˇʃid›, André. - Scrittore francese (Parigi 1869 - ivi 1951). La sua prima formazione fu fortemente influenzata dall'ambiente familiare: il padre, il giurista Paul (1832-1880), apparteneva a famiglia di tradizioni calviniste; la madre, Juliette Rondeaux, cattolica, aveva un carattere molto autoritario. ... simbolismo Corrente artistica e letteraria sorta in Francia e diffusasi in Europa sullo scorcio del 19° sec. caratterizzata, in opposizione al realismo e al naturalismo, dalla tendenza a non rappresentare fedelmente il mondo esteriore ma a creare piuttosto il mondo della suggestione fantastica dei sogni per mezzo ...
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  • BIOGRAFIE in Letteratura
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  • MALLARMÉ, Stéphane
    Enciclopedia Italiana (1934)
    MALLARMÉ, Stéphane Pietro Paolo Trompeo Nato a Parigi il 18 marzo 1842, morto a Valvins, presso Fontainebleau, il 9 settembre 1898. La vita di questo poeta, esteriormente sbiadita, può apparire in contrasto con la grande efficacia ch'egli ebbe sul movimento letterario del suo tempo e più ancora su ...
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