Filosofo inglese (Londra 1922 - Los Angeles 2009). Allievo di L. Wittgenstein, del quale ha largamente utilizzato nella sua riflessione filosofica le tecniche dell'analisi del linguaggio, applicandole ad ambiti disparati, T. è stato profondamente influenzato dalla tarda filosofia wittgensteiniana, i cui metodi e presupposti ha esteso tanto all'etica quanto alla filosofia della scienza.
Laureatosi in matematica e fisica a Cambridge nel 1942, conseguì il Ph.D., sempre a Cambridge, nel 1948. Lecturer di filosofia della scienza a Oxford (1949-55), successivamente (1955-59) ha insegnato nell'univ. di Leeds (Yorkshire) ed è stato direttore dell'unità di storia delle idee della Nuffield foundation di Londra (1960-65). Trasferitosi negli Stati Uniti, ha insegnato alla Brandeis University di Waltham (Massachusetts), alla Michigan State University di East Lansing, all'univ. di Chicago e alla Northwestern University di Evanston (Illinois), dove dal 1992 è professore emerito.
Particolare importanza hanno avuto le sue analisi del discorso morale (An examination of the place of reason in ethics, 1950; trad. it. Ragione ed etica, 1970) e, su questa scia, dei vari schemi di argomentazione non formale in uso nel linguaggio quotidiano (The uses of argument, 1958; trad. it. 1975). Coerentemente alla sua impostazione filosofica di base, T. si è poi interessato al problema del senso e degli obiettivi del discorso scientifico (The philosophy of science, 1953, trad. it. 1968; Foresight and understanding. An inquiry into the aims of science, 1963), contrapponendo al formalismo del neopositivismo una "tassonomia" delle tecniche e delle procedure esplicative vigenti all'interno dei diversi settori della ricerca scientifica. Di qui il suo interesse per la storia della scienza ritenuta il necessario complemento di ogni indagine epistemologica. Da ultimo ha esteso la propria ricerca in direzione di una storia evolutiva della conoscenza (Human understanding. The collective use and evolution of concepts, I vol., 1972). Infine la sua ricostruzione del rapporto tra l'opera di Wittgenstein e la cultura viennese del suo tempo ha aperto nuove e più soddisfacenti prospettive per un'interpretazione delle origini e del significato della filosofia linguistica contemporanea (Wittgenstein's Vienna, in collab. con A. Janik, 1973; trad. it. La grande Vienna, 1975). Tra le altre opere sono da ricordare: The return of cosmology (1982); Cosmopolis (1989; trad. it. 1991); Beyond theory (in collab. con B. Gustavsen, 1996); Return to reason (2001).