stoviglie L’insieme del vasellame, per uso di tavola e di cucina (v. fig.).
Sin da epoca antica, accanto a una produzione più semplice o rozza, destinata all’uso comune, si fabbricò un genere più fine, di valenza nobile o di lusso, sia nella stessa ceramica, sia con l’introduzione progressiva dell’uso di metalli nobili, sempre legata alla destinazione finale e alle condizioni economiche e sociali. Fino al Rinascimento l’uso di s. da tavola era comunque limitato. Piatti e ciotole di legno formavano l’arredamento delle tavole povere; le classi medie avevano s. di peltro e di stagno, le cui sagome furono poi imitate dai maiolicari quattrocenteschi italiani; le classi privilegiate vantavano argenterie e vasi d’oro, esposti sulle credenze. La ceramica italiana ebbe larga diffusione anche all’estero, e servizi appositamente decorati con stemmi e ornamenti furono commissionati da signori francesi e tedeschi e dalle stesse corti di Francia e di Spagna. La ceramica, più o meno pregiata, resta il materiale fondamentale anche delle s. moderne.