STRASBURGO (A. T., 32-33-34)
Città della Francia orientale, capoluogo del dipartimento del Basso Reno, sede vescovile, di università, di corte d'appello, di comando militare. È uno dei primi porti interni della Francia e un centro importante della sua attività industriale e commerciale, basata sulla fortuna di un'incomparabile posizione geografica. Strasburgo è situata (143 m. s. m.) nella fertile pianura alluvionale alsaziana, tra i Vosgi e la Selva Nera, sulla sinistra del Reno, alla confluenza del Bruche e dell'Ill il quale l'attraversa da SO. a NE. dividendosi in varî tronchi; è allo sbocco delle grandi vie di comunicazioni rotabili e ferroviarie, interne e internazionali, e centro da cui si dirama tutta la rete di canali navigabili che uniscono l'Ill e il Reno agli altri corsi d'acqua, con una zona di dominio che comprende la Renania, l'est della Francia fino a Parigi e Lione, la Svizzera.
Il territorio che la circonda e ne forma la circoscrizione comunale (78 kmq.) è compreso nella fossa tettonica renana formatasi durante il Terziario e modificata dall'alluvionamento e dall'erosione durante il Quaternario, con terrazzi antichi a O., asciutti e fertili, coperti di löss e terrazzi recenti a E. formati di ciottoli.
L'abitato nei vecchi quartieri meridionali conserva l'aspetto medievale, con strade strette e tortuose e case a tetti acuti, sovrapposte a varî piani; nei nuovi quartieri settentrionali, sorti dopo l'occupazione tedesca, a E. in contatto del Reno e a O. in vicinanza della stazione centrale, l'aspetto è più moderno, con strade larghe e rettilinee. Prima che tutta la rete dei canali fosse ultimata, il traffico e il movimento delle merci avvenivano attraverso le vie rotabili, con il sussidio della navigazione soltanto sull'Ill, fiume meno impetuoso del Reno, più facile a dominare e con terreni circostanti più salubri e più fertili. Strasburgo occupa una superficie di 959 ettari (compresi i sobborghi di Neudorf, Neuhof, Robertsau, Königshofen, Cronenbourg, Montagne Verte: 3106 ettari).
Ma la caratteristica principale che le ha permesso di tenere, nel corso della storia degli ultimi secoli uno dei primi posti fra tutte le città francesi, è la vasta rete di canali, che da essa si diparte, e dei porti interni, in cui si accentra un vasto e intenso movimento commerciale.
A N. il canale che per la Marna unisce il Reno alla Senna, ultimato nel 1853, mette in comunicazione la Renania con Parigi, e, a mezzo del canale di Houillières costruito nel 1866, con le miniere della Sarre; a S. il canale che per il Doubs e la Saona unisce il Reno al Rodano, iniziato sotto Napoleone e terminato nel 1832, rappresenta una doppia via di comunicazione con i paesi del Mediterraneo e con la Svizzera. Su questi due tronchi principali s'innestano i secondari, non meno importanti: il canale dell'Est, tra la Mosa, la Mosella e la Saona; il canale laterale della Mosella tra Fronard e Metz; il canale dalla Marna alla Saona; una sezione del canale dal Rodano al Reno tra Mulhouse Huninque e Basilea. Un canale passante per il sobborgo di Robertsau unisce direttamente l'Ill al Reno e rende più agevole la traversata della città; un altro, tracciato nel 1882, circonda la città a S. e a E. e si stacca dall'Ill alla confluenza del canale del Rodano. I punti di approdo delle merci sono il porto dei Pétroles, il bacino dei Remparts, il porto d'Austerlitz, il porto della Porte de l'Hôpital, e il nuovo e grande porto aperto di fronte a quello vecchio di Kehl, con due bacini entrati in funzione nel 1907: il bacino industriale, lungo 1335 m. e largo da 60 a 110, e il bacino commerciale, lungo 1190 m. e largo 100, con uno sbocco comune sul Reno largo 130 m.
Su questa vasta rete di vie fluviali e attraverso i porti, si è considerevolmente sviluppata, specie nell'ultimo cinquantennio, l'attività commerciale di Strasburgo, seguita parallelamente da quella industriale. Tra il 1920 e il 1933 il movimento delle merci è passato da circa 2 milioni di tonnellate a 7,5 milioni, di cui il 70% attraverso il Reno e il 30% attraverso gli altri canali, e la potenzialità delle centrali elettriche ha superato i 100 mila kW.
Tale sviluppo è in rapporto, quasi esclusivamente, con le circostanze che hanno attivato, in proporzioni si può dire gigantesche, la navigazione sul Reno, con la migliore organizzazione dei porti e la maggiore utilizzazione del materiale navigante, rappresentato, nel 1931, da 10.018 rimorchiatori (1366 nel 1920), da 2036 battelli a vapore (160 nel 1920), da 10.094 chiatte (2623 nel 1920) e da 18.420 piccole imbarcazioni (5618 nel 1920).
Per quanto riguarda il commercio, Strasburgo può ritenersi soprattutto un centro di ridistribuzione dei numerosi prodotti, fra cui in prevalenza grano, cotone, iuta, cuoio, carbone, importati dall'interno della Francia e anche dall'estero, e che, adoperati per la produzione di farina, paste, tessuti, scarpe, utensili, ecc., sono in parte facilmente smerciati sul posto fra l'enorme massa di operai piuttosto abbienti, in parte rispediti all'estero.
Le industrie sono rappresentate quasi tutte, ma le principali sono le alimentari, le tessili, quelle del legno, le vetrarie, le metallurgiche, le chimiche, le industrie di costruzioni meccaniche, le fabbriche di cappelli e di colori; discreta importanza ha l'industria del turismo. Strasburgo è anche un centro agricolo, data la fertilità del suo territorio, coltivato per il 36% a frumento, a orzo, ad avena, a patate, a barbabietole da zucchero e da foraggio, a ortaggi, e coperto da boschi di conifere per il 24%. Determinante, non occasionale ma costante, dello sviluppo economico e urbanistico di Strasburgo è stato il continuo aumento della popolazione, che da 22.000 abitanti nel 1684 è passata a 49.948 nel 1789, a 104.471 nel 1880, a 151.041 nel 1900, a 166.767 nel 1921 e a 181.465 nel 1931. Essa per il 61% è accentrata in Strasburgo città e per il 39% suddivisa nei sobborghi di Neudorf (30.286 ab.), di Neuhof (8064 abitanti), di Cronenbourg (9520 ab.), di Robertsau (12.200 ab.), di Königshofen (6348 ab.), di Montagne Verte (4289 ab.). Nel 1529 era costituita quasi tutta da protestanti; nel 1697, dall'80% di protestanti e dal 20% di cattolici; dopo la guerra del 1870-1871, con l'immigrazione di numerosi Tedeschi, dal 45% di protestanti, dal 51% di cattolici e dal 4% d'israeliti: secondo il censimento 1931, i cattolici rappresentano il 57,4%, i protestanti il 20,8% e gl'israeliti il 4,6%.
Strasburgo ha due stazioni ferroviarie principali: la centrale a NO. e quella di Neudorf a S., e una secondaria del Porto; ad esse fanno capo cinque grandi linee che si allacciano alle internazionali tedesche e svizzere.
Sui canali e sui fiumi sono stati costruiti 132 ponti per le comunicazioni interne tra i sobborghi e la città; 43 ponti sono in pietra, 18 in legno, 37 in ferro e 34 in cemento armato.
Monumenti. - Delle sue cinte successive, a partire dall'epoca romana sino alla fine del Medioevo, Strasburgo non conserva che alcune ale di mura e delle torri di cui le più notevoli sono le 4 torri allineate lungo i Ponti Coperti. La cattedrale è un edificio in parte romanico, in parte gotico. Fu intrapresa nel 1176, in luogo di quella vastissima ch'era stata eretta verso il 1015, della quale furono conservate le fondazioni. Dal 1176 al 1240 ne furono costruiti abside e transetto: dal 1240 al 1275 si lavorò alla navata. La facciata, opera di Erwin di Steinbach, l'unico architetto di cui ci sia giunto il nome, è del 1276-1300.
L'abside, la parte più antica, poligonale all'interno, rinchiusa in una massa quadrata, sorge su una cripta molto vasta. Sull'incrocio del transetto la cupola ricorda assai la cattedrale di Worms. Il braccio sud appartiene già all'arte gotica: le sue vòlte ogivali posano sul celebre "Pilastro degli angeli", sul quale sono tre ordini di statue. La navata e le navate laterali, in vòlte ogivali, poggiano su pilastri polistili: tra le grandi arcate e le alte finestre, vi è un triforio a trafori. L'interno della cattedrale di Strasburgo conserva una meravigliosa serie di vetrate (71 finestre), che vanno dalla seconda metà del sec. XII al sec. XV. Famoso è il suo orologio del secolo XVI, in cui ai dodici colpi di mezzogiorno i dodici apostoli sfilano davanti al Cristo. All'esterno la forma dell'abside è dominata dall'alta torre a guglia che si erge sull'incrocio del transetto. La facciata principale doveva essere incorniciata da due torri terminate da guglie: ma soltanto la torre di sinistra fu costruita. I portali hanno una ricchissima decorazione scolpita: quelli del braccio nord sono ancora romanici, quelli del braccio sud, già gotici, sono ispirati alle sculture di Chartres (Glorificazione e Incoronazione della Vergine). I portali della facciata principale, che hanno molto sofferto durante la rivoluzione, presentano nel timpano centrale le scene della Passione incorniciate, nelle curvature dell'arco, da scene della Creazione e dai miracoli di Cristo; nel timpano di sinistra, l'infanzia di Cristo; nel timpano di destra, il Giudizio universale. Grandi statue ornano i piedritti: le più belle sono quelle delle Virtù che atterrano i Vizî, delle Vergini sagge e delle Vergini folli.
La chiesa di S. Pietro il Vecchio fu riedificata nel 1428. La chiesa di S. Pietro il Giovane (sec. XIII) ha un bel chiostro dei secoli XI-XII. La chiesa di S. Stefano, riedificata nel 1172, da lungo tempo tolta al culto, non conserva che scarsi resti del sec. XII. Nella chiesa di S. Tommaso, oggi protestante (1270-1330), è il mausoleo del maresciallo di Sassonia fatto da Pigalle (1777).
Numerosi edifici civili medievali formano per lo più gruppi notevoli (Via del Bain-aux-Roses, piazza del Marché-aux-Cochons-de-lait, ecc.): la casa Kammerzell (pianterreno del 1467: tre piani del sec. XVI) con una facciata scolpita è la più famosa.
Riunita alla Francia, Strasburgo divenne un grande centro di architettura francese classica. Vauban la circondò di bastioni, il cardinale de Rohan fece erigere dal 1731 al 1742 da Joseph Massol su progetto di Robert de Cotte il palazzo arcivescovile (statue di Robert Le Lorrain). Il municipio (antico palazzo di Darmstadt), il palazzo del governatore militare (antico palazzo dei Due Ponti), il palazzo della Prefettura (antico palazzo dell'Intendenza) appartengono allo stesso periodo. J.-F. Blondel aveva fatto un progetto, che non fu eseguito, per la trasformazione della città. Dopo il 1871 una nuova città si è formata intorno all'antica con grandi viali spaziosi e belle passeggiate: ma il carattere pittoresco della città antica è stato rispettato. Importanti il Museo di belle arti (pitture di artisti alsaziani), il Museo delle arti decorative, il Museo presitorico e gallo-romano e il Museo Alsaziano.
Istituti culturali. - La situazione di confine fra due mondi diversi fu in ogni tempo propizia alla vita culturale della città. Patria di Gottfried, poeta del Tristano, fu - con Sebastiano Brant, Th. Murner, J. Wimpheling e dal 1576 al 1581 Fischart - uno dei maggiori centri della diffusione dell'Umanesimo. E a quell'epoca risale, con Johannes Sturm che ne fu primo rettore, la fondazione del ginnasio (1538), che fu il primo nucleo da cui doveva più tardi svilupparsi l'università (1621). Nel 1770 Goethe vi era studente e vi incontrò Herder, Maler Müller, Lenz, Wagner; e da Strasburgo sorse allora alla Germania l'alba della sua nuova poesia. Chiusa nel 1794, riaperta e trasformata nel 1808 in Académie, l'università fu riorganizzata, con grandiosità di mezzi, nel 1872 dalla Germania, e riordinata infine, dopo la guerra mondiale, dalla Francia. Anche nella sua costituzione attuale sono rappresentate tutte le facoltà, compresa quella di teologia cattolica e quella di teologia protestante: particolare sviluppo vi hanno gli studî giuridici, scientifici, e, nella facoltà di lettere, lo studio delle letterature moderne. Prezioso complemento ne è la Bibliothèque nationale et universitaire, ricchissima di manoscritti, incunabuli, papiri, ecc., con un patrimonio librario di oltre 1.300.000 volumi. Molto importanti pure l'École nationale supérieure des Beaux-Arts, il Bureau central de séismologie de l'Union géodésique et géophysique internationale, e il complesso istituto degli Archives et Bibliothèque de la Ville, con una raccolta importante di documenti - di cui fanno parte, come deposito, gli archivî del duomo, degli ospizî, del Thomasstift, ecc. - e con una biblioteca che risale al 1531 e comprende oltre 170.000 volumi, riguardanti specie l'Alsazia.
Fortificazioni. - Prima del 1870, l'antica fortezza francese era munita di una cinta continua costruita dallo Speckle e rafforzata dal Vauban, il quale vi aggiunse la cittadella. Nel 1871, i Tedeschi iniziarono la costruzione di un vasto campo trincerato, con funzione di doppia testa di ponte sul Reno. Il campo trincerato venne costituito da una cinta fortificata e da una linea di forti staccati.
La cinta fortificata, racchiudente la città e la stazione ferroviaria (linee di Wissembourg, Parigi e Basilea), si sviluppava in un poligono di molti lati, avente la massima estensione, circa 4 km., da est a ovest e la minima, 2 km., da sud a nord. La parte della cinta compresa fra l'Ill e il Reno, era costituita dall'antica città bastionata e dalla cittadella francese, conservate malgrado il loro scarso valore difensivo essendo il terreno inondabile da quella parte, e perciò poco favorevole all'attacco. La restante parte fu costruita a nuovo dai Tedeschi, a maggiore distanza dal perimetro dell'abitato, ed era a fronti poligonali con fossi acquei.
La linea dei forti staccati, sviluppata lungo un perimetro di km. 52, era costituita da 15 opere; 12 sulla riva sinistra, 3 sulla riva destra del Reno. Vi erano inoltre 5 opere minori (d'intervallo) costituite allo scopo di ridurre la distanza fra alcuni forti. Questi avevano forma molto simile e appartenevano a 2 differenti tipi; a fossi secchi e a fossi acquei. Appartenevarlo al primo tipo i forti situati nei pressi delle alture a nord-ovest della città; al secondo tipo quelli dislocati nei pressi dell'Ill e del canale del Rodano nonché quelli della riva destra del Reno.
Con il ritorno di Strasburgo alla Francia la difesa della città è stata affidata a 3 opere dislocate nell'interno stesso della città, in corrispondenza dei ponti ferroviarî e stradali, e a 4 altre opere situate lungo il Reno, 3 delle quali, a nord, di fronte al villaggio tedesco di Auenheim e l'altra a sud, di fronte al villaggio, pure tedesco, di Merlep.
La difesa di Strasburgo è inoltre completata dai 12 forti ex-tedeschi della riva sinistra del Reno che sono stati modernizzati e ai quali sono stati dati i seguenti nomi: F. Ney (ex Fransecky) situato a nord-nord-est della città in un'ansa dell'Ill nei pressi della strada per Lauterbourg; F. Rapp (ex Moltke), avanti il villaggio di Reichstett; F. Desaix (ex Roon), a nord-ovest della città tra la ferrovia di Parigi e la strada di Wissembourg; F. Ducrot (ex Podbielski), F. Maresciallo Foch (ex Kronprinz) e F. Maresciallo Pétain (ex Grossherzog von Baden) sittiati sulle alture di Hausbergen; F. Kléber (ex Bismarck) a nord del villaggio di Wolfisheim; F. Maresciallo Joffre (ex Kronprinz von Sachsen) sulla ferrovia per Molsheim tra i villaggi di Holtzheim e Lingolsheim; F. Lefèbvre (ex von der Taun) tra l'Ill e la ferrovia per Basilea; F. Uhrich (ex Werder) situato contro il canale dal Rodano al Reno; F. Hoche (ex Schwarzhoff) a sud della città, sulle paludi selvose bagnate dal Reno.
I forti della riva destra del Reno, rimasti in possesso dei Tedeschi, per quanto disarmati in seguito al trattato di Versailles, hanno conservato i loro nomi di: F. Blumenthal, quello nei pressi di Auenheim; F. Bose, quello a nord dei villaggi Neumühl e Kork; F. Kirchbach quello situato tra i villaggi di Sundheim ed Eckartsweiler.
V. tavv. CXXI e CXXII.
Storia. - Il nome antico di Strasburgo è Argentorate o Argentoratum o Argentoratus e anche Argentaria: fu in origine città, a quanto testimonia Tolomeo, contestato da taluni moderni, dei Vangioni. Punto strategico di grande importanza sulla strada da Augusta Rauricorum (Augst) a Magontiacum (Magonza), fu sede di castrum munitissimo fino dall'età augustea, e sede successiva di varie legioni, prima della II Augusta, poi soprattutto dell'VIII Augusta dopo il 70 d. C. Intorno alla fortezza si costituì un nucleo urbano, che non ebbe mai diritti municipali. Nel 357 d. C. Giuliano l'Apostata vi batté gli Alamanni, che si erano impadroniti della fortezza, che fu poi ricostruita da Valentiniano I. Il campo della legione VIII è tra i meglio conosciuti per gli scavi: misurava 500 × 350 m. Una dedica al genius canabarum in Corpus Inscr. Latin., XIII, 5967.
Argentoratum fu fortemente sconvolta durante le invasioni barbariche: l'ondata germanica che invase l'Alsazia soffocò gli elementi gallo-romani. Annessa al regno dei Franchi, la città fu ricostituita col nome di Straszeburc (Stratiburgum), nome che indica, da un lato, l'esistenza di mura fortificate, e dall'altro, la sua posizione rispetto alle grandi vie di transito. La popolazione, dapprincipio essenzialmente agricola, finì per comprendere qualche elemento industriale e commerciale. L'introduzione del cristianesimo data dall'epoca franca. Nel 762 si ha la sicura notizia di un vescovo strasburghese. Strasburgo, con l'Alsazia, dovette ulteriormente seguire le sorti del regnum Lotharingiae e dei successori. Gl'imperatori franconi e sassoni ebbero ad occuparsi più volte di Strasburgo, dominata da vescovi ai quali erano stati concessi nuovi privilegi. Nel 1129 l'imperatore Lotario accordò agli abitanti le prime coutumes. Il desiderio d'indipendenza della borghesia strasburghese s'afferma maggiormente sotto i Hohenstaufen. Verso il 1201 fu senza dubbio elaborato il secondo statuto municipale. Nel 1205, Filippo di Svevia mise gli Strasburghesi sotto l'immediata dipendenza dell'impero, ciò che rafforzò di molto la loro autonomia. Federico II tentò di arrestare questa autonomia, ma fu obbligato a venire a un accordo. Nel 1249 fu pubblicato il terzo statuto municipale, finché sotto il vescovo Gualtiero di Geroldseck (1260), la città conquistò la totale indipendenza con la vittoria (8 marzo 1262) nella battaglia di Hausbergen contro l'esercito episcopale. Da allora la repubblica municipale strasburghese si mantenne costante, nelle sue linee generali, fino al 1789. Alla fine del sec. XIII scoppiarono, contro il patriziato, padrone della città, delle sommosse popolari organizzate dalle corporazioni (Innungen) operaie. La riforma costituzionale del 1334 riuscì a conciliare gl'interessi in contrasto con l'ammissione al potere della media borghesia. Nel 1349 le istituzioni subirono una revisione in senso nettamente democratico.
La vita di Strasburgo nel sec. XIV fu assai agitata a causa degli ondeggiamenti della politica imperiale, franco-inglese, pontificia, scompigliata dagli stravaganti disegni degl'imperatori Carlo IV e Venceslao. Però la repubblica consolidò le sue istituzioni.
Durante le invasioni degli écorcheurs armagnacs, degli Svizzeri dei cantoni in rivolta, e durante le guerre di Borgogna, Strasburgo dovette difendersi contro molteplici ambizioni. Ma, nonostante le inquietudini municipali, la città, in questa fine di Medioevo, continuò a svilupparsi, sia economicamente sia intellettualmente. La Riforma fece la sua prima apparizione a Strasburgo sui primi del 1518; nel 1529 fu soppressa la messa. Col riconoscimento ufficiale della Riforma cominciò, nella città, l'organizzazione d'istituzioni scolastiche di ogni grado che, da allora fino ai nostri giorni, attirarono una numerosa popolazione scolastica. Il teologo strasburghese Martin Bucer non riuscì, tuttavia, ad opporsi all'applicazione dell'interim di Augusta e, nel 1550, il culto cattolico fu nuovamente autorizzato. Gli Strasburghesi, che si erano mostrati incerti alleati di Francesco I nella guerra contro Carlo V, si mostrarono risoluti a resistere a Enrico II, nonostante le dichiarazioni del re di Francia in favore delle libertà germaniche (1552). Strasburgo divenne un centro di rifornimento e un asilo per gli ugonotti francesi. Con l'inizio della Querelle du Grand Chapitre (1583), suscitata dall'offensiva della Controriforma, s'iniziò un periodo di difficoltà interne, che sminuirono politicamente e economicamente la repubblica strasburghese: la doppia invasione del 1587 e la "guerra dei vescovi" che cominciò nel 1592, con la morte del vescovo Giovanni de Manderscheid, e continuò fino al 1604, iniziarono la decadenza. Durante la guerra dei Trent'anni, l'Alsazia e i dintorni di Strasburgo furono teatro d'operazione, a causa dei movimenti degl'Imperiali, degli Svedesi, dei Francesi e delle truppe di Bernardo di Sassonia-Weimar. Per quanto Strasburgo riuscisse a conservare ancora la sua indipendenza, si verificò tuttavia il progressivo esaurimento delle sue risorse e delle sue energie. La pace di Vestfalia (24 ottobre 1648) riconobbe Strasburgo nella sua immediata dipendenza dall'impero, ma con formule diplomatiche che ipotecavano l'avvenire. Questo avvenire si delineò durante le prime guerre di Luigi XIV: la pace di Nimega (5 febbraio 1679) confermò la pace di Vestfalia e mise Luigi XIV in condizione di operare le "riunioni" che egli vagheggiava. Il principe vescovo Francesco-Egon di Fürstenberg fece il suo ingresso in Strasburgo il 20 ottobre 1681, Luigi XIV il 23. Da allora, "la libera città reale di Strasburgo" subì tutti i contraccolpi della politica generale della Francia: l'assolutismo monarchico, particolarmente, schiacciò le ultime sopravvivenze dell'autonomia municipale, e si sforzò, sotto Luigi XIV, di ridurre l'eresia. Soltanto nel secolo XVIII si potrà assistere al rinnovarsi dell'attività sociale ed economica della città alsaziana. Strasburgo partecipa, inoltre, al movimento ideologico che rinnova il pensiero francese e prepara la rivoluzione, alla quale Strasburgo partecipò attivamente consacrando definitivamente la sua unione alla Francia. La calma seguita sotto il Consolato e l'Impero si fece tanto più facilmente sentire in quanto Strasburgo ritrovò rapidamente la sua prosperità economica: l'ampliamento della frontiera francese le diede contemporaneamente la sicurezza e l'attività industriale e commerciale. Nel dicembre 1813 la città, bloccata dagli alleati, durante tre mesi, accettò senza reagire troppo vivacemente la Restaurazione, e poi i Cento giorni e la seconda Restaurazione. Ma il bonapartismo aveva partigiani fra i grandi industriali, ai quali l'Impero aveva dato la prosperità: questo bonapartismo si orientò verso un liberalismo attivo, che, con l'adesione di altri elementi della società, giunse a concretarsi in audaci cospirazioni (affare di Strasburgo dell'aprile 1822). E fu appunto a Strasburgo che il principe Luigi Napoleone Bonaparte tentò, nel 1836, per la prima volta, un colpo di stato. Ma la pace, le trasformazioni tecniche dell'industria assicurarono a Strasburgo, durante la monarchia censitaria e il Secondo Impero, un considerevole sviluppo economico. Durante la guerra del 1870-71, la città, difesa dal generale Ulrich, capitolò il 27 settembre. Divenuta tedesca col trattato di Francoforte, fu la capitale del Reichsland. E se il governo tedesco seppe soddisfare intelligentemente alla maggior parte dei bisogni materiali della popolazione, non riuscì, tuttavia, a cattivarsene le simpatie durevoli. Solo una minoranza accettò di collaborare con le autorità tedesche, dipendenti dallo Statthalter. La guerra mondiale permise ai Francesi di entrare a Strasburgo nel novembre 1918. Il trattato di Versailles restituì alla Francia, senza plebiscito, Strasburgo con l'Alsazia e la Lorena. Da allora si sviluppò a Strasburgo un partito "autonomista" di simpatie nettamente tedesche.
Bibl.: R. Reuss, Histoire de Strasbourg depuis ses origines jusqu'à nos jours, Parigi 1922 (con una scelta bibliografia); R. Jaquel, Euloge Schneider en Alsace, in Annales historiques de la Révolution française, marzo-aprile, maggio-giugno 1934; E. Ponteil, L'opposition politique à Strasbourg sous la monarchie de juillet (1830-1848), Parigi 1932 (con una notevole bibl.); Das Reichsland Elsass Lothringen, Strasburgo 1901-03, in 3 parti, voll. 2, pp. 1052-1091. - Per i monumenti, v.: G. Dehio, Strasssb. u. seine Bauten, Strasburgo 1894; Ad. Seyboth, Strasbourg hist. et pittoresque, ivi 1894; A. Hallays, À travers l'Alsace, Parigi 1911: G. Dehio, Das strassb. Münster, Monaco 1922; E. Polaczek, S., Lipsia 1926; H. Haug, Le Musée des Beaux Arts de Strasbourg, Parigi 1926; R. Hamann e H. Weigert, Das strassb. Münster, Berlino 1928; G. Delahache, S. (Coll. Villes d'art), 2ª ed., Parigi 1931 (con ampia bibl.); J. Walter, La cathédrale de S. (Petites monogr. des grans édifices de la France), Parigi 1933.
Il giuramento di Strasburgo.
Nelle guerre che seguirono la morte di Carlomagno e che furono combattute tra i figli di Ludovico il Pio, Lotario, Ludovico il Germanico e Carlo il Calvo, questi due ultimi si collegarono contro il fratello Lotario I e riuscirono a infliggergli, il 25 giugno 841, la grave sconfitta di Fontenay. Il 14 febbraio 842 rinnovarono poi a Strasburgo la loro alleanza scambiandosi in presenza dei rispettivi eserciti un solenne giuramento di fedeltà al patto concluso. Ludovico il Germanico pronunciò la formula del giuramento in lingua romanza (francese), per essere compreso dai seguaci di Carlo il Calvo e Carlo il Calvo, viceversa, in lingua tedesca. I testi dei due giuramenti conservatici, sono così le più antiche testimonianze delle due lingue e mostrano con evidenza il primo differenziarsi, nel corpo dell'impero carolingio, di due gruppi nazionali dell'Europa medievale, ormai nettamente individuati.