STRASBURGO
(franc. Strasbourg; ted. Strassburg; lat. Argentorate; Strateburgo, Stratiburgo, Argentaria, Argentina nei docc. medievali)
Città della Francia nordorientale (dip. Bas-Rhin), posta nella regione storica dell'Alsazia, nella media valle del Reno, tra i Vosgi e la Foresta Nera.
La più antica menzione di Argentorate compare su di un miliario di Offenbourg, del 74 d.C. (CIL, XIII, nr. 9092). Il toponimo Strateburgo o Stratiburgo, assegnato dagli Alamanni, è menzionato nella Notitia dignitatum (XXVII), intorno al 410. Le due denominazioni furono utilizzate dal sec. 6° al 10°, finché non si affermò nuovamente quella popolare di Argentaria e poi di Argentina, che prevalse fino al 16° secolo.S. fu stabile sede vescovile alla metà del sec. 6° e divenne città di proprietà episcopale nel secolo successivo. Questo stato si mantenne fino all'8 marzo 1262, quando, con il trattato che seguì la sconfitta del vescovo a Hausbergen, a opera delle milizie borghesi, S. ottenne lo stato di libera città imperiale, che conservò fino al 16° secolo.La documentazione storica sulla città medievale consiste in numerose carte d'archivio e in alcune cronache, mentre per le testimonianze iconografiche vanno ricordate la più antica veduta prospettica della città, intitolata Argentina, nel Liber chronicarum di Hartmann Schedel (Nürnberg 1493, c. 140), e la pianta colorata di Conrad Morant, del 1548 (Norimberga, Germanisches Nationalmus.), che riporta numerosi edifici oggi scomparsi.Il primo statuto municipale, della metà del sec. 12°, attesta la presenza di una cinta che serviva a separare la città vecchia (vetus vel interior urbs) dalla città nuova (nova vel exterior urbs; Urkunden und Akten, 1879, pp. 467-476, nr. 616). Quattro ampliamenti andarono a modificare la cinta tra la fine del sec. 11° e gli inizi del 15°; con l'ultimo ampliamento, che inglobò il sobborgo di Krutenau, tra il 1404 e il 1440, la città raggiunse la sua massima estensione, con una superficie di ca. ha 200.Già la città romana era stata interessata dalla creazione di una serie di luoghi di culto cristiani che si disponevano lungo i grandi assi viari presso le necropoli, mentre nell'Alto Medioevo è attestata solo la presenza della cattedrale. La prima menzione di un vescovo di S., di nome Amandus, risale al 346 (MGH. SS, XIII, 1881, p. 321), ma la cattedrale, dedicata alla Vergine, è ricordata soltanto nel sec. 8° (Regesta Alsatiae, 1949, p. 53, nr. 113). Sull'architettura dell'edificio di epoca merovingia e carolingia mancano dati attendibili, anche se, sulla base degli scavi archeologici e delle fonti, sembra accertato che la cattedrale carolingia si collocasse già sul sito di quella attuale, mentre la sua posizione in epoca precedente resta indeterminata.Anche la chiesa abbaziale di Saint-Etienne è attestata prima del Mille e sarebbe stata fondata nell'8° secolo. Scavi condotti nel 1956 hanno rivelato l'esistenza di una basilica con abside e aula rettangolare posta sotto l'antico corpo occidentale: essa potrebbe risalire agli inizi del sec. 5°, all'epoca del comes argentinensis (Notitia dignitatum, XXVII), ed essere stata adibita al culto già intorno al 415, per essere definitivamente trasformata in chiesa a tre navate intorno al Mille, oppure essere una basilica merovingia.Prima del 1200 S. era divisa in nove parrocchie, tutte, a eccezione di Sainte-Aurélie, poste all'interno della cinta urbana duecentesca; ma gli edifici religiosi dei secc. 11° e 12° furono oggetto di trasformazioni. Per la maggior parte i monasteri (ca. quindici) sorsero prima del 1200, anche se alcuni di essi, come appunto quello di Saint-Etienne, sono più antichi. I Domenicani e i Francescani si stabilirono nel centro della città, mentre gli insediamenti dell'Ordine teutonico e dei Certosini si trovavano nella parte occidentale. I monasteri femminili, a eccezione delle Clarisse di place Broglie, sono posti al di fuori delle mura. A questo insieme può essere aggiunto un centinaio di beghinaggi, posti soprattutto sull'asse della Grand-Rue e della rue de la Haute-Montée.In particolare dal sec. 14°, l'architettura civile di S. riflette il crescente potere della borghesia. Gli edifici in questione sono posti per lo più sulla place Saint-Martin (od. place Gutemberg). A partire dal 1321 venne costruita la sede municipale (Hôtel de Ville o Pfalz), edificio a pianta quadrata, fiancheggiato agli angoli da torrette ottagonali. La sede della zecca (Hôtel de la Monnaie), posta nei pressi del municipio, è attestata nel sec. 13°, ma venne ricostruita a partire dal 1507. L'edificio del Tesoro pubblico, costruito nel 1322, consisteva in un'alta e larga torre a tre piani che sovrastava una porta urbica ed era detta Rindshüterthor (porta dei Conciatori). La Dogana fluviale (Kaufhüs; od. sede del Mus. d'Art Moderne) era un vero e proprio porto all'interno della città e venne eretta a partire dal 1358 su una sorta di spianata detta Salzhof.Gli ospizi della città sono citati per la prima volta in un documento degli inizi del sec. 12° (Urkunden und Akten, 1879, p. 67, nr. 88): una prima istituzione, l'ospedale minore (Sainte-Barbe o Minnerspital), era posta sul sito dell'od. chiesa di Saint-Louis; l'altro complesso, l'ospedale maggiore (Hospitale Maius), che fino al 1313 era posto in prossimità della cattedrale, venne trasferito in quell'anno nei sobborghi, nei pressi della porta detta appunto dell'Ospedale.Per quel che concerne le abitazioni private, recenti scavi archeologici hanno permesso di riportare alla luce (in rue des Juifs) una residenza medievale (1289-1290) che presentava splendide decorazioni pittoriche sulle pareti del primo e del secondo piano, con soffitti dipinti sui tre livelli, risalenti probabilmente agli anni intorno al 1400. Nel 1995, la chiusura della Droguerie de Serpent (in rue des Hallebardes) ha rivelato l'esistenza di un edificio romanico di cui si conserva la cantina del sec. 12°; su questa base venne costruito alla fine del Duecento un edificio gotico di cui si conservano i soffitti lignei e sei finestre inserite in nicchie con sguanci decorati da coussièges e da notevoli pitture murali della prima metà del sec. 14°, raffiguranti alcuni musici. Al primo piano, i soffitti sono dipinti e nello spessore dei muri sono stati scoperti vasi acustici. Il fatto che questa casa gotica poggi su strutture romaniche costituisce un elemento fino a oggi unico nel panorama dell'edilizia medievale di S.; le fonti storiche collegano il luogo alla funzione dello Schulteiss (alto magistrato della città) e le diverse decorazioni e le soluzioni architettoniche adottate sembrano designarlo come sede di attività musicali.Innalzata dalla metà del sec. 12° sulle fondazioni della cattedrale romanica, fondata nel 1015 dal vescovo Werinhar, l'od. cattedrale è l'esito di ca. due secoli e mezzo di lavori. Il coro liturgico, sopraelevato per la presenza di una cripta romanica, comprende l'abside e l'incrocio del transetto, coperto da una cupola e delimitato sui lati da massicce arcate. Nel fondo dell'abside si conservano alcune vetrate databili agli inizi del 13° secolo. Il braccio settentrionale del transetto è suddiviso in quattro campate con volte ogivali che ricadono su di una colonna centrale. Bellissime vetrate del sec. 13° decorano le finestre rivolte a N e a E. Il muro settentrionale si apre sulla cappella di S. Giovanni Battista (1230), che ospita la tomba di Corrado di Lichtenberg (m. nel 1299), con la figura del giacente posta al di sotto di una nicchia risalente al 1300 circa.Il braccio meridionale del transetto è segnato da due stili architettonici differenti: la parte bassa dei muri richiama quello del braccio nord, ma un cambio di architetto nel corso della costruzione (1225) diede al seguito dell'impresa un'impronta derivata da Chartres, soprattutto nel pilastro del Giudizio finale. La facciata è decorata da vetrate con temi dell'Antico e del Nuovo Testamento, realizzate intorno al 1230-1240. Nel muro ovest si aprono vetrate decorative del sec. 14°; al di sotto, una porta romanica con capitelli cubici (fine sec. 12°) si apre sulla cappella di S. Andrea, costruita intorno al 1190.Nel corpo longitudinale si impone lo stile gotico degli anni 1235-1275, ispirato all'abbaziale di Saint-Denis e alla cattedrale di Troyes: a tre navate, scandito in sette campate, presenta tre livelli d'alzato, con grandi arcate, triforio e ampie finestre alte, a quattro lancette, sormontate da rosoni polilobati. Le vetrate della navata laterale nord, eseguite tra il 1210 e il 1270, raffigurano gli imperatori e i principi del Sacro romano impero germanico. Le vetrate del triforio con le figure di santi e sante risalgono al 1240-1275, mentre quelle con i Vizi e le Virtù sono degli inizi del 14° secolo.La cappella di S. Caterina fu commissionata dal vescovo Bertoldo di Bucheck e portata a compimento intorno al 1340. Essa si articola in due campate in origine coperte con volte a chiavi pendenti, le cui tracce si possono ancora leggere nel sottotetto.Il corpo occidentale della chiesa, a una sola campata, è particolarmente slanciato ed è illuminato da un monumentale rosone (diametro m 13,6). Le vetrate che lo decorano - con raffigurazioni della Genesi, delle Opere di misericordia e della Risurrezione dei defunti - risalgono alla prima metà del 14° secolo.All'esterno, la facciata occidentale fu oggetto di numerosi mutamenti di progetto. Nel livello inferiore si aprono tre portali sormontati da monumentali gâbles; al secondo livello un rosone di grande finezza domina l'apertura centrale; l'ultimo livello venne costruito tra il 1340 e il 1365; il beffroi tra le due torri fu eretto nel 1384. Tra il 1399 e il 1439 fu costruita la guglia, a pianta ottagonale, come quella del duomo di Ulma, e coronata da un'audace piramide.La decorazione scultorea dell'esterno ebbe molto a soffrire all'epoca della Riforma e durante la Rivoluzione francese; alcuni originali sono attualmente conservati presso il Mus. de l'Oeuvre Notre-Dame. Le sculture dei portali della facciata occidentale risalgono al sec. 13°: in quello di sinistra sono raffigurati i Vizi che sconfiggono le Virtù e la Natività di Cristo (timpano); in quello centrale, i profeti (piedritti), la Passione di Cristo (timpano) e scene dell'Antico e del Nuovo Testamento (archivolti); il gâble è decorato con la raffigurazione di Salomone posto sotto la Vergine in trono. Al di sopra del rosone, la galleria è animata da statue di apostoli con la Vergine, al di sotto del Cristo dell'Ascensione. Il portale di destra presenta, a destra, le Vergini sagge condotte da Cristo e, a sinistra, le Vergini stolte che seguono il demonio. La facciata meridionale del transetto mostra, al di sotto di due rosoni, un portale doppio con le raffigurazioni della Dormizione e dell'Incoronazione della Vergine (1225), affiancate dalle statue dell'Ecclesia trionfante e della Sinagoga. La facciata nord del transetto, di impianto ancora romanico, è animata dal bel portale flamboyant della cappella di S. Lorenzo (sec. 16°).Della chiesa di Sainte-Aurélie il solo resto di epoca romanica è costituito dal campanile occidentale, che risale nel suo nucleo essenziale al sec. 12°; al Trecento vanno invece riferite le finestre gotiche. L'interno della torre, che in origine poteva forse ospitare il coro, presenta al piano terreno una sala coperta a crociera con tracce della decorazione dipinta a motivi geometrici. Le nervature della volta ricadono su quattro capitelli scolpiti, le cui colonne non sono però in situ. Nel muro orientale si apre un arco a tutto sesto che dava sul corpo longitudinale, distrutto nel 18° secolo.
Della chiesa di Saint-Etienne, costruita tra il 1210 e il 1230, rimangono solo il transetto, l'abside centrale e le due absidiole del coro. L'interno dell'abside centrale è decorato al primo livello da cinque nicchie e traforato da tre finestre. Il corpo occidentale, distrutto nel 1802, presentava un portale a tutto sesto decorato da sculture, sormontato da un grande rosone e da un beffroi traforato del 13° secolo. La navata tripartita, distrutta nel 1805, presentava al centro quattro campate doppie, cui corrispondevano campate semplici nelle navate laterali. Le grandi arcate ricadevano su pilastri alternatamente robusti e sottili. All'esterno domina la decorazione ad arcatelle di tipo lombardo ricadenti su lesene. La torre d'incrocio, che nel suo sviluppo in altezza passa da una pianta quadrata a una ottagonale, era in passato sormontata da una grande lanterna, mentre oggi termina in una copertura piramidale.La costruzione della chiesa di Saint-Pierre-le-Jeune venne avviata nel 1031 dal vescovo Guglielmo; la collegiata, dotata di un chiostro, fu consacrata da papa Leone IX (1049-1054) e dedicata a s. Pietro; venne poi fortemente rimaneggiata intorno alla metà del 12° secolo. L'edificio, dalla pianta piuttosto complessa, presenta uno dei primi cori profondi (1290 ca.) di chiesa parrocchiale a Strasburgo. La navata centrale, a tre campate, è fiancheggiata da una navatella semplice a N e da una navatella doppia a S; presenta due livelli nell'alzato, con grandi arcate che ricadono su pilastri ottagonali e finestre alte. Il suo muro occidentale è decorato da un affresco che costituisce la più antica copia conosciuta (molto restaurata) della Navicella di Giotto e che risalirebbe al 1320. Corpo longitudinale e coro sono separati da un jubé della prima metà del 14° secolo.Dalla seconda navata laterale meridionale si accede a un ipogeo che presenta arcosoli laterali in cui erano poste alcune tombe; la sua origine risalirebbe all'epoca romana o merovingia, ma sembra senza rapporto diretto con la chiesa attuale. La cappella di S. Giovanni, a S del campanile, è composta da una campata diritta e da un capocroce poligonale. La cappella degli Zorn, a N della torre, comprende due campate barlonghe con mensole scolpite.Il chiostro posto a N della chiesa è in gran parte ricostruito, ma alcuni elementi originari sono ancora conservati: in particolare, una colonnetta a fascio polistilo, con base attica e capitello decorato da quattro teste, da far risalire al secondo terzo del sec. 12° (Nagysomkuti Mertse-Braun, 1995). La cappella di S. Nicola (sec. 14°), cui si accede attraverso il chiostro, è coperta a volta e decorata da una chiave di volta con la figura di S. Pietro.La chiesa conserva alcune sculture di epoca romanica, tra cui un atlante barbato affiancato da due bambini, che decora la mensola dell'oriel (sorta di tribuna aggettante) della navata. Al sec. 13° risale la statua di un monaco Agostino, presso il jubé; ai secc. 14° e 15° si datano numerose lastre funerarie. Le pitture murali, molto restaurate, lasciano intravedere sotto le sovradipinture la traccia delle raffigurazioni originali, come il Trasporto della croce, del sec. 14°, nella navata laterale nord.Una recente indagine archeologica ha permesso uno studio approfondito degli edifici canonicali disposti intorno al chiostro. L'ala occidentale di questo complesso è la più antica e dovrebbe risalire al sec. 11°; in seguito vennero aggiunte le ali settentrionale e orientale, le cui finestre a tutto sesto suggeriscono una datazione intorno al 1200. Ulteriori trasformazioni dell'ala orientale (grande sala, scalinata monumentale), destinate a trasformarla in sala capitolare, si dovrebbero collocare tra il 1350 e il 1450.Di impianto medievale è anche la chiesa di Saint-Pierre-le-Vieux, la cui navata venne ampliata nel 1428; essa fu suddivisa nel 1683 in due parti, adibite rispettivamente ai culti protestante e cattolico; la prima comprende il corpo longitudinale della chiesa medievale con il jubé a sette campate voltate con chiavi scolpite, la sacrestia e la base romanica del campanile; la seconda solo i resti del coro gotico (sec. 15°), distrutto nel 1873.Della prima fase della chiesa e del convento di Saint-Thomas, la cui costruzione fu avviata a partire dal 1028 e che fu consacrata dal vescovo Guglielmo nel 1031, nulla si conserva, giacché essa venne sostituita dall'od. edificio, costruito tra il 1215 e il 1366 circa. L'imponente corpo occidentale si apre all'esterno con una trifora sotto un arco di scarico a tutto sesto, che richiama la cantoria (transetto sud) della cattedrale; l'interno del corpo occidentale è composto di due campate triple. Si entra quindi nella chiesa 'a sala' a cinque navate, più larga che lunga, che si allinea quasi al transetto a due campate. L'incrocio è sormontato da una cupola ottagonale su trombe, aperta da triple finestre su ciascun lato; al di là si sviluppa il coro a singola campata barlonga, che termina in un coro centrale (rond-point) poligonale.Oltre al piccolo architrave a due spioventi, posto al di sopra del portale nord (sec. 12°), la chiesa contiene una preziosa testimonianza di scultura romanica del 1130 ca., il sarcofago del vescovo Adeloch (m. nell'822), attribuito al Maestro di Eschau. Agli inizi del sec. 13° risalgono le tre teste scolpite della cornice del campanile e un timpano con la raffigurazione dell'Incredulità di s. Tommaso (1225). Si conservano inoltre numerose pietre tombali e, ancora in situ, alcune vetrate ornamentali del sec. 14°: Cristo in croce (1325), Incoronazione della Vergine (1310).L'ala orientale del Mus. de l'Oeuvre Notre-Dame fu eretta nel 1347, appoggiandosi sulla cortina meridionale dell'antico castrum romano. La facciata termina con un pignone a gradoni. Le finestre non presentano più il loro aspetto originale, giacché furono raddoppiate nel 16° secolo. La Dogana fluviale sul Salzhof conserva ancora alcune parti risalenti al 14° secolo.Il Mus. Archéologique, ospitato nei sotterranei del Palais Rohan, contiene numerosi oggetti di epoca romanica - ceramiche, stele di pietra, statuette, oggetti di bronzo, gioielli, vetri - e anche alcune sale dedicate all'epoca merovingia; vi sono conservati l'elmo di Baldenheim (sec. 7°) e alcune tombe ricostruite, con fibule e accessori di vestiario, falere d'argento del sec. 7°, ceramiche e vetri.Anche il Mus. Historique contiene importanti testimonianze dell'epoca medievale, tra cui una serie di documenti e sigilli.Il Mus. de l'Oeuvre Notre-Dame raccoglie il più importante gruppo di opere d'arte medievali, tra cui gli originali delle sculture della cattedrale. Il periodo romanico è ricordato, tra l'altro, da testimonianze lapidarie, come il chiostro di Eschau (1150 ca.), e da fonti battesimali. Una delle più antiche vetrate conservate rappresenta la testa del c.d. Cristo di Wissembourg (sec. 11°). Nel museo si conservano anche altre vetrate del sec. 14° e sculture del 15°; dalla cattedrale provengono gli originali delle statue dell'Ecclesia e della Sinagoga (1230), una ricostruzione del jubé (1250 ca.), un rilievo con il Sacrificio di Abramo (1240), disegni dei progetti della facciata e frammenti del Santo Sepolcro, in precedenza posto nella cappella di S. Caterina.
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