stregoneria
L’irresistibile potere di essere immaginari
Nei tempi più antichi gli uomini hanno utilizzato la stregoneria per difendersi da tutto ciò che non capivano o che poteva rappresentare una minaccia. Nel tempo si è radicata la superstizione popolare che l’arte magica di streghe e stregoni derivi dai rapporti con forze malefiche e demoniache
Entriamo anche noi nel magico armadio descritto nelle Cronache di Narnia, e utilizziamolo – magari, dopo un volo fatto insieme a Peter Pan o al Piccolo principe (Saint-Exupéry) – per atterrare nel paese di Stregonia: lo possiamo immaginare come il mondo dove vivono in gran numero le streghe e gli stregoni di ogni tipo che, accanto a folletti, geni, maghi e fate popolano i racconti magici e le credenze popolari.
Nel mondo vasto e vario della magia sono tanti gli esseri immaginari, ma le streghe e gli stregoni sono speciali perché il più delle volte prendono la forma di persone vere. Come tutti gli esseri magici, anche le streghe e gli stregoni sono dotati di poteri straordinari con i quali possono cambiare le cose del mondo e della vita in barba a ogni legge fisica e morale. Se sono persone buone la loro magia sarà benefica e si dirà magia bianca. Se invece sono persone cattive, la loro magia sarà malefica e si dirà magia nera.
Non esiste civiltà umana che non abbia inventato la sua Stregonia. Ogni volta che gli uomini si trovano di fronte a qualche grande difficoltà di cui non riescono a capire la ragione, invece di riflettere e studiare accuratamente i fatti prendono una scorciatoia mentale e attribuiscono ogni causa a esseri magici. Così, un po’ da idee primitive e un po’ da atteggiamenti infantili, nasce e si radica tuttora la credenza nella stregoneria.
Pratiche di stregoneria sono note sin dall’inizio della storia umana. Nell’antichità, come avviene anche oggi nei confronti delle popolazioni primitive, i popoli conquistatori, non capendone il significato religioso, consideravano i culti dei popoli sottomessi come pratiche di stregoneria. Non a caso infatti i Romani consideravano esperti di stregoneria gli Etruschi, i Marsi, i Sabini, i Peligni, cioè tutti i popoli che via via l’esercito di Roma sottometteva.
Il fenomeno della stregoneria si fece però molto serio e preoccupante quando nell’Europa cristiana si cominciò a ritenere che la stregoneria fosse frutto dell’azione malefica del diavolo. Purtroppo questa credenza fu presente per molto tempo, dal 12° fino al 18° secolo. In base a questa irrazionale convinzione molti tribunali di tutti i paesi mandarono a morte un gran numero di donne e di uomini. Con l’avvento dell’Illuminismo nel 18° secolo l’assurdità di queste idee apparve sempre più evidente alle persone colte e ragionevoli e così, cacciata dai tribunali, la stregoneria si rifugiò nel mondo delle credenze popolari delle zone più arretrate delle società, dove ancora oggi – purtroppo – gode di un consistente credito.
Viaggiare attraverso le credenze popolari sulla stregoneria significa incontrarne di tutti i colori! Presso il popolo, infatti, le streghe e gli stregoni sono esseri umani capaci di trasformarsi in gatti dalla lunga coda, in cani o montoni neri, in pipistrelli, volpi, serpenti e così via, e si riconoscono perché hanno sempre un codino alla base della schiena.
Le streghe si radunano il sabato (la parola sabba, che indica le riunioni stregonesche, viene proprio da sabato), qualche volta anche il venerdì, di notte, sotto gli alberi, per fare baccano a cavallo di caproni. La loro attività preferita è volare per l’aria attraverso venti e bufere per tendere insidie e malefici ad animali domestici, uomini, ma soprattutto a bambini.
Gli antidoti popolari contro la stregoneria sono i più vari. Così, gettando una moneta del giubileo nell’acqua santa si impedisce alle streghe di uscire dalla chiesa; guardando attraverso una forcina si ha la virtù di vederle e di metterle in fuga. Per tenerle lontane dalle case si getta ogni sabato un pizzico di sale sul fuoco. La difesa migliore però è mettere una scopa o una grossa pannocchia dietro la porta perché, dicono, la strega non può entrare in casa se prima non ha contato tutti i fili della scopa o tutti i chicchi del granturco.