stress
La risposta a sollecitazioni e a cambiamenti negativi
Per stress s’intende generalmente uno stato di tensione emotiva. Tuttavia la parola può definire diverse situazioni in cui esiste una sollecitazione che provoca un cambiamento. Un trasloco è una classica causa di stress; la febbre è uno stress per le cellule perché l’aumento di temperatura ne modifica alcune funzioni. Anche la materia inanimata, però, può subire stress
Siamo comodamente seduti sul divano mangiando un panino e guardando il nostro programma preferito alla televisione. Arriva nostro fratello, o nostra sorella, e ci chiede di aiutarlo a risolvere un problema scolastico complicato. Per difenderci dall’improvvisa complicazione esclamiamo: «non mi stressare!». Ma cosa intendiamo per stress? In questo caso è il tentativo di farci cambiare, in peggio, una situazione nella quale ci troviamo bene. E, generalmente, quando si pensa allo stress si immagina sempre un passaggio da una situazione positiva a una negativa: problemi in famiglia o sul lavoro, una interrogazione alla quale arriviamo impreparati, essere in ritardo a un appuntamento importante.
Questo modo di intendere lo stress è solo in parte corretto: effettivamente sono tutte situazioni in cui la nostra condizione cambia. Ma non è corretto rassegnarsi all’idea che una determinata situazione debba per forza essere stressante. Alcuni campioni dello sport sono un grande esempio in questo senso. Pensiamo all’enorme stress cui è sottoposto il campione motociclistico Valentino Rossi: ha sempre vinto e quindi è obbligato a continuare a vincere nonostante l’impegno di tutti quelli che cercano di batterlo aumenti di gara in gara. Eppure è sempre sorridente e pronto allo scherzo, perché riesce a trasformare la sollecitazione da negativa (paura di perdere) a positiva (voglia di vincere). Poi si concentra a tal punto sul piacere di correre in moto da riuscire a mettere da parte l’ansia da risultato. Del resto anche noi, se ci divertiamo a sciare, per esempio, non siamo stressati dal fatto che in alcuni punti la pista potrebbe essere pericolosa.
Dal punto di vista degli effetti sul nostro organismo esistono due tipi di stress, uno acuto (cioè di breve durata e forte) e l’altro cronico (più prolungato nel tempo e meno intenso). Poiché dura poco, lo stress acuto generalmente non crea grossi danni permanenti: pressione alta, aumento della frequenza dei battiti del cuore, mal di testa, bruciore di stomaco, diarrea ma anche irritabilità, ansia e momentanea depressione. Sono reazioni tutto sommato normali, per esempio di fronte a una situazione di pericolo. Infatti, in casi di questo genere, il nostro organismo è programmato per reagire senza bisogno di esercitare alcuna volontà: alcune parti del cervello (in particolare ipotalamo e tronco encefalico) iniziano a produrre sostanze che influenzano le funzioni del sistema nervoso e degli altri organi (sistema simpatico), sia direttamente – modificando la secrezione di alcuni neurotrasmettitori (come adrenalina, noradrenalina e serotonina) – sia inducendo la produzione di ormoni (per esempio i glucocorticoidi) da parte di ghiandole come l’ipofisi e i surreni. Lo scopo di tutto ciò è privilegiare l’attività di organi essenziali in situazioni di pericolo, come il cervello e i muscoli, a scapito di altri apparati come il sistema digerente, quello riproduttivo o quello immunitario.
Lo stress cronico è più grave: un matrimonio infelice, un lavoro non gratificante, la povertà estrema, il vivere in zone di guerra sono tutte situazioni che possono indurre a compiere atti violenti verso il prossimo o verso sé stessi, possono provocare uno stato di vera depressione o di ansia e, secondo alcuni studi, anche favorire alcune malattie tra cui l’infarto e l’ictus.
Anche se siamo abituati a pensare allo stress come qualcosa che influenza soprattutto i nostri stati d’animo, esistono stress di tipo fisico che modificano alcune funzioni delle cellule. L’aumento di temperatura del corpo, come accade in caso di febbre, oppure la mancanza di ossigeno inducono le cellule a fabbricare proteine specifiche (chiamate appunto proteine dello stress) che servono proprio a mitigare gli effetti negativi dell’aumento di temperatura, della mancanza di ossigeno o di altri eventi negativi.
Addirittura possono subire uno stress anche i materiali: un oggetto pesante posato su un tavolo induce uno stress nelle fibre del legno che compone il tavolo perché tende a piegarlo o spezzarlo e la resistenza allo stress è uno dei parametri importanti per valutare la qualità di un materiale.