sultano
Un sovrano dei paesi musulmani
Sultano è stato in passato il titolo dei sovrani dell’Impero ottomano (fino al 1922), di molti principi arabi e africani e di regnanti musulmani del Sud-Est asiatico. Ancora oggi il titolo viene assunto dai governanti di alcuni Stati minori della Penisola Arabica e dell’Indonesia. I primi ad adottare ufficialmente il titolo di sultano furono i Turchi selgiuchidi, a metà dell’11° secolo
La parola sultano deriva dall’arabo sultan ed è di origine siriaca. Gradualmente la parola è passata dal significato originario, astratto, di «potestà, autorità, potere sovrano» a quello concreto di «principe, governante, sovrano». Questo cambiamento di significato è avvenuto in maniera non sempre lineare e facile da interpretare. Nel Corano il termine si riferiva prevalentemente a un’autorità morale, a un potere magico e spirituale. Nella letteratura degli hadith (la tradizione che raccoglie le parole e le azioni del profeta Maometto) la parola assume il significato di «potere di governo», e così anche nella letteratura araba del 10° secolo. Ma già nel secolo precedente il termine aveva cominciato a mutare il suo significato, venendo via via a indicare la persona che detiene il potere o il comando, e non più la potestà in senso astratto.
Assunsero il titolo di sultano, per esempio, coloro che ricoprivano importanti cariche di governo a livello locale o i governatori delle province dell’Impero arabo-musulmano, subordinati, in teoria, all’autorità dei califfi di Baghdad ma di fatto sempre più autonomi (califfato).
Tra la metà e la fine del 10° secolo l’autorità dei califfi di Baghdad entrò in crisi, minacciata nel suo ruolo di guida dell’Islam dal crescente potere di alcune dinastie musulmane. Per esempio i Gasnavidi, che avevano la loro capitale in Afghanistan, e che assunsero il titolo di sultano tra la fine del 10° e l’inizio dell’11° secolo. E più ancora i Turchi selgiuchidi, che furono insigniti del titolo di sultano proprio dal califfo di Baghdad: quando l’emiro selgiuchide Toghrul Beg entrò vittorioso a Baghdad nel 1055, reduce da alcune importanti conquiste in Persia, ricevette dal califfo l’investitura a sultano, simbolo di un potere politico distinto da quello califfale, ma comunque sottomesso alla suprema autorità dei califfi di Baghdad. Da allora sui sigilli, sulle monete, nei documenti ufficiali la dinastia regnante dei Selgiuchidi poté esibire il titolo di sultano, ufficialmente formalizzato.
Anche altre dinastie si fregiarono di questo titolo, per esempio gli Ayubbiti, la dinastia fondata dal curdo Saladino in Egitto, Siria e Palestina, e i sovrani mamelucchi che li soppiantarono tra il 13° e il 16°secolo. Ma il titolo fu assunto anche dai principi di alcune dinastie nordafricane, per esempio in Marocco, e nel subcontinente indiano. Nel 1258, quando i Mongoli misero fine al governo dei califfi abbasidi, molti potentati musulmani si arrogavano ormai il diritto di autodefinirsi sultani.
Nella sua accezione più famosa, sultano fu il titolo attribuito ai sovrani ottomani, probabilmente dai tempi di Orkha’n, nella prima metà del 14° secolo, e sicuramente dai tempi di Maometto II, il conquistatore di Costantinopoli (1453). Nei territori dell’Impero ottomano, comunque, quello di sultano fu sempre considerato un titolo molto elevato che veniva assunto, oltre che dai governanti, da alcuni principi e favoriti.
Nel corso del Cinquecento lo scontro tra l’Impero safavide in Persia e l’Impero ottomano di Solimano il Magnifico, al culmine della sua espansione, fu anche uno scontro tra una dinastia sunnita, quella dei sultani ottomani, e una dinastia sciita, quella degli scià di Persia.
Il titolo di sultano fu soppresso nel 1922, un anno prima della proclamazione della repubblica di Turchia. L’ultimo sultano fu deposto e prese la via dell’esilio.