Saladino
Un grande eroe della storia dell’Islam
Saladino è il nome con il quale è conosciuto in Occidente Salah al-Din («integrità della religione»), fondatore della dinastia ayubbide e sultano dell’Egitto e della Siria negli ultimi decenni del 12° secolo. Fu il conquistatore di Gerusalemme nel 1187 e il più valoroso e pericoloso nemico delle forze cristiane durante la terza crociata in Terra Santa
Saladino era nato nel 1138 a Takrit, un villaggio curdo vicino al fiume Tigri, in Mesopotamia. Si formò alla corte dell’emiro di Aleppo Nur al-Din, che lo inviò in Egitto insieme allo zio, capo delle milizie. Al Cairo regnava una dinastia di califfi di fede sciita, i Fatimidi, che non avevano riconosciuto l’autorità del califfo abbaside di Baghdad, dichiarandosi indipendenti (califfato).
Saladino si mise in luce nella vittoriosa campagna in Egitto e, alla morte del califfo del Cairo, si proclamò sultano d’Egitto; riportò quindi il paese alla fede sunnita servendosi anche delle madrase, le scuole religiose dove si insegnano i precetti del Corano. Trasformatosi in un pericoloso rivale nella regione mediorientale per l’emiro Nur al-Din, alla morte di questi riuscì a estendere il suo dominio alla Siria, diventando in questo modo il capo di un impero che si estendeva dall’Egitto alla Palestina, dalla Siria allo Yemen. Ai suoi confini si trovava il regno di Gerusalemme, edificato dalle forze cristiane in Terra Santa durante la prima crociata: il conflitto appariva quindi inevitabile.
Gerusalemme, luogo di culto delle tre grandi religioni monoteiste – ebraismo, cristianesimo, Islam – è da sempre una città contesa. È una città simbolo, dove i differenti luoghi di preghiera sono stati costruiti uno a ridosso dell’altro. Era a Gerusalemme e negli altri luoghi santi della Palestina che allora venivano conservate le reliquie più importanti del cristianesimo, come il legno della Santa Croce. Ai tempi delle crociate (dall’11° al 13° secolo) cristiani e musulmani si combatterono per decenni per il possesso di Gerusalemme: nel 1099 gli eserciti cristiani della prima crociata avevano strappato la città, insieme a vasti territori, agli ‘infedeli’ musulmani, ma nel 1187 l’armata di Saladino aveva riconquistato la città, scacciando i cristiani.
Prima di raggiungere Gerusalemme, Saladino aveva riportato una schiacciante vittoria ai Corni di Hattin (luglio 1187). Per i crociati fu un massacro: i cavalieri templari e degli altri ordini religiosi furono uccisi in massa e il re di Gerusalemme, Guido di Lusignano, fu fatto prigioniero. Entrato a Gerusalemme, Saladino risparmiò i suoi abitanti e lasciò intatta la basilica del S. Sepolcro, da lui posta sotto la custodia di una famiglia musulmana, i cui eredi ne conservano ancora oggi le chiavi.
Le sconfitte in Terra Santa furono un duro colpo per la cristianità e nel 1189 venne bandita una terza crociata per cacciare i musulmani da Gerusalemme. Sui campi di battaglia il principale avversario di Saladino fu il re d’Inghilterra, Riccardo Cuor di Leone, che lo sconfisse nella battaglia di Arsuf. La pace del 1192 lasciò il sultano padrone della Siria e della Palestina interna e sancì la fine del regno di Gerusalemme. Ai cristiani rimanevano alcune importanti città costiere, dalle quali i mercanti europei conducevano floridi commerci, ma Gerusalemme era perduta per sempre (con l’eccezione di una brevissima parentesi con l’imperatore Federico II).
Saladino morì a Damasco nel 1193: egli dispose che il suo regno fosse suddiviso tra i suoi figli e suo fratello. Dipinto in vita dai cristiani come il più pericoloso e feroce nemico della fede, divenne a poco a poco un eroe positivo nei romanzi cavallereschi, che ne esaltarono la generosità, la liberalità, la tolleranza e il coraggio. Fu citato anche da Dante nella Divina Commedia, nel quarto canto dell’Inferno, tra gli spiriti di grande valore, coloro che pur senza specifiche colpe non poterono salvarsi perché vissuti prima o fuori del cristianesimo.
In realtà Saladino, figura molto significativa nella storia dell’Islam, fu un grande condottiero e un politico abile e misurato, che seppe agire ora con grande risolutezza e ora con moderazione, e che riuscì infine a raggiungere un compromesso con le forze cristiane – sconfitte – in Palestina.