superacidi In chimica, denominazione generica di composti dotati di potere acido assai elevato; convenzionalmente, secondo la definizione di J.N. Brönsted si considerano s. le sostanze aventi acidità superiore a quella dell’acido solforico puro. La loro particolare acidità non può essere evidenziata in sistemi acquosi poiché l’acido più forte che può esistere in un sistema acquoso è rappresentato dallo ione idronio, H3O+, e in un mezzo acquoso ogni acido anche molto forte si trasforma quantitativamente in ioni H3O+. I principali s. sono l’acido perclorico, l’acido fluosolfonico, l’acido trifluorometilsolfonico, ecc. Esistono anche s. di Lewis (per es., il pentafluoruro di antimonio, SbF5), usati spesso in coppia con s. di Brönsted.
I s. trovano impiego in chimica organica (sono in grado di trasferire protoni a basi debolissime dando vita, per es., a carbocationi usualmente instabili), in chimica inorganica, come catalizzatori in applicazioni industriali ecc.