szlachta Termine polacco, derivante dall’alto-tedesco slahta «schiatta, stirpe», che indica, come corpus, la nobiltà indigena, la quale acquistò prerogative, privilegi e uno status speciale senza riscontro nella nobiltà coeva dell’Europa occidentale. La s. emerse nei sec. 11°-14°, all’epoca della decadenza del potere regio e della divisione della Polonia in ducati, come sviluppo delle antiche stirpi (rody) e dei milites cui, in cambio dei servigi militari, erano state distribuite terre. L’adozione di propri blasoni o herb ne accentuò il distacco dalle classi inferiori. Pur aperta ad accogliere nobili di altre stirpi con l’adozione (come avvenne con la nobiltà lituana, dopo l’atto di Krė´va del 1385) o la nobilitazione diretta, la s., sempre più numerosa e potente, si chiuse nella difesa e accrescimento delle proprie prerogative, soprattutto nei confronti della corona. Questa, divenuta elettiva, fu alla discrezione della s. che, in presenza di una borghesia pressoché inesistente, rappresentò e fu la ‘nazione’ polacca: la Polonia divenne dalla metà del 15° sec. una respublica nobiliaris e la storia della s. si identificò da quel momento con la storia stessa del paese.