Sovrano turco dell'Asia Centrale (Kish, Samarcanda, 1336 - Otrār 1405).
Cominciò le sue conquiste in Transoxiana e nella Corasmia (1360 circa), e in un trentennio di campagne fortunate occupò la Persia, l'Iraq, l'Anatolia, l'Armenia e la Georgia, parte della Siria e dell'India. Ad Angora, in battaglia campale, batté e catturò (1402) il sultano ottomano Bāyazīd I, arrestando temporaneamente l'ascesa vittoriosa della potenza ottomana. Queste conquiste, fra distruzioni e stragi immani, crearono la figura, penetrata poi in Occidente, di Tamerlano superbo e sanguinario tiranno, quasi incarnazione di sfrenata barbarie: in realtà questo guerriero implacabile fu anche protettore di poeti e artisti. Sotto di lui la sua capitale, Samarcanda, ebbe una fioritura monumentale, e ancor oggi uno dei suoi più cospicui monumenti è la tomba di Tamerlano (gūr-i amīr). Il suo immenso impero non tardò a frazionarsi: i suoi diretti discendenti, i Timuridi, tennero per circa un secolo la Transoxiana e la Persia orientale; un suo nipote, Bābur, fondò l'impero moghūl in India.
La figura di Tamerlano ha ispirato a Ch. Marlowe un dramma, Tamburlaine the Great (1586-87), e a E. Allan Poe il poemetto Tamerlane (1827).
Molte sono le opere musicali dove Tamerlano appare come protagonista, da quelle di F. Chelleri (1720) e di G. F. Händel (1724) a quelle di N. Porpora (1730) e di A. Vivaldi (1735).