taurobolio Particolare sacrificio di un toro, legato, nel mondo greco-romano e orientale, al culto della dea Cibele; originario dell’Asia Minore, si diffuse in Occidente, specie nelle Gallie, soprattutto a partire dal 2° sec. d.C. La ragione immediata del sacrificio cruento era quella di cospargere del sangue della vittima la persona del devoto a cura del quale il t. si effettuava. Il devoto veniva introdotto in una specie di cella sotterranea, la quale, a poca profondità dal suolo, era coperta soltanto da un graticcio ligneo. Poiché il sacrificio della vittima, a cura del sacerdote di Cibele, aveva luogo immediatamente al di sopra del graticciato, era facile ottenere che il sangue della vittima piovesse direttamente sul devoto in attesa. Così com’era, ricoperto di sangue, per attestare l’avvenuta purificazione, il devoto, ‘rinato a nuova vita’, doveva presentarsi alla folla dei fedeli inneggianti fuori dalla cella.