(gr. Θηβαΐς) letteratura Titolo di vari poemi epici greci e latini, ispirati alle leggende del ciclo tebano, del quale facevano parte anche l’Edipodia e gli Epigoni. La T. più antica, citata da Callino come di Omero, era forse di età anteriore all’Iliade: narrava le discordie fra i figli di Edipo, Eteocle e Polinice (➔) e la guerra dei Sette contro Tebe. Il poema, perduto, esercitò largo influsso su Pindaro e i tragici. storia Regione dell’Alto Egitto, con capitale Tebe, che si estendeva da Siene a Ermopoli Magna; dal 3° sec. d.C. la provincia romana di T. comprendeva tutto l’Alto Egitto.
Nella zona desertica della T. fin dal 3° sec. fiorì la vita anacoretica sull’esempio di Paolo di Tebe e poi di Antonio abate, che orientò la vita eremitica verso forme monastiche; a partire dal 4° sec., a opera di Pacomio, si svilupparono numerosi cenobi di eremiti.
Martiri tebei Secondo la tradizione agiografica, intera legione ausiliaria reclutata nella T. (da cui anche il nome legione tebea), composta tutta da cristiani, che sarebbe stata sterminata presso Agauno nel Vallese, da Massimiliano Erculeo che la comandava, per essersi rifiutata di compiere un sacrificio propiziatorio agli dei attorno all’anno 286. Nel racconto dell’episodio trasmesso da Eucherio vescovo di Lione (435-50 ca.), la legione si sarebbe rifiutata di obbedire all’ordine di arrestare altri cristiani. La tradizione agiografica posteriore allargò ulteriormente il racconto, aggiungendo altri martiri alla legione tebea.