trigliceride Estere, della glicerina, nel quale risultano esterificati tutti e tre i gruppi alcolici della glicerina stessa con altrettante molecole di acidi grassi:
dove R, R′, e R″, rappresentano le catene carboniose degli acidi grassi, i quali possono essere uguali fra loro (t. semplici) o diversi (t. misti), determinando, in questo modo, anche la nomenclatura dei t. (➔ glicerina). I t., detti anche triacilgliceroli o grassi neutri, sono molecole non polari e insolubili in acqua. Miscele di t. semplici e misti costituiscono i grassi e gli oli, la cui composizione in acidi grassi varia con il tipo di organismo che li ha prodotti.
I t. sono la categoria di lipidi più abbondante in natura e costituiscono la principale forma di deposito lipidico di riserva delle cellule animali e vegetali per il metabolismo energetico. I t., introdotti con la dieta, vengono scissi nell’intestino in monogliceridi e acidi grassi; nella parete intestinale i due componenti vengono riuniti a riformare t. e come tali (inglobati nei chilomicroni) sono immessi nel circolo linfatico. A livello dei tessuti, i t. sono nuovamente idrolizzati in glicerolo e acidi grassi non esterificati dalla lipoproteinlipasi (➔ lipoproteina), costituendo così una notevole fonte energetica per i tessuti stessi. Negli animali gli adipociti sono specializzati per la sintesi e la conservazione dei t., che si accumulano nel tessuto adiposo sottocutaneo. I livelli normali di t. nel siero devono essere compresi fra 70-170 mg/100 ml; un loro aumento porta a un notevole rischio di ateriosclerosi.
La determinazione dei t. nel sangue (trigliceridemia) ha notevole interesse clinico. Un netto aumento (ipertrigliceridemia) denota un’alterazione del metabolismo lipidico.